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"Duplice spedizione punitiva contro migranti": arrestati due brindisini

Svolta nelle indagini sulle aggressioni ai danni di un ghanese e di un senegalese avvenute la sera del 19 ottobre fra via Osanna e via Appia. Arrestati i brindisini Piero Cerasino e Paolo Ottonaro. Contestata l'aggravante dell'odio razziale

BRINDISI – C’è una svolta nelle indagini sulle aggressioni ai danni di due migranti avvenute la sera del 19 ottobre, fra via Cappuccini e via Appia, a Brindisi. Due brindisini sono stati arrestati la notte fra venerdì 26 e sabato 27 ottobre, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in regime di domiciliari emessa dal gip del tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, su richiesta del pm Simona Rizzo. 

Gli arrestati 

Si tratta di Paolo Ottonaro, 43 anni, componente "della frangia più oltranzista e violenta  - si legge nell provvedimento di arresto - della tifoseria del Brindisi calcio", già noto alle forze dell'ordine, e Piero Cerasino, 36 anni, incensurato. Sono stati incastrati da alcune telecamere sia pubbliche che private installate fra via Osanna e via Lucio Strabone. Sono accusati di lesioni gravi con l'aggravante dell'odio razziale. Il movente, da quanto appurato dagli inquirenti, va ricondotto a due episodi accaduti la mattina del 19 ottobre: prima una presunta violenza sessuale ai danni di un 15enne, al rione Commenda, da parte di tre cittadini di colore (sulla base di quanto riferito dalla vittima); poi il danneggiamento di diverse auto in sosta in via Bastioni San Giorgio, di  fronte alla caserma dei carabinieri. Mentre la prima vicenda è ancora tutta da chiarire, il secondo episodio sfociò nell'arresto in flagranza di reato del responsabile dei danneggiamenti, un cittadino originario della Guinea.

Questore e Caliò-2

E' in risposta a questi due fatti che i due arrestati, pur non avendo alcun legame con la vittima della presunta violenza, avrebbero aggredito i primi due extracomunitari che fra le ore 19,45 e le 20 del 19 ottobre hanno incrociato per strada, agendo da "giustizieri della notte", come riferito da questore di Brindisi, Maurizio Masciopinto, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta stamani presso la questura di Brindisi, in presenza anche del dirigente della Digos, Antonio Caliò, che ha condotto le indagini in sinergia con i colleghi della Squadra Mobile. Tutto questo, nonostante in un primo momento sia stata negata la componente razziale, è avvenuto in un clima di odio razziale  e di incitazione alla violenza ai danni di persone di colore alimentato dai commenti pubblicati sulle piattaforme social. 

"Dunque i fatti di cronaca - si legge nell'ordinanza - divenivano un pretesto per scatenare il proprio odio nei confronti di persone di colore, individuate casualmente, e che nulla avevano a che fare con gli episodi menzionati. Quei fatti di cronaca costituivano un espediente per concordare un duplice spedizione punitiva, perpetrata con estrema viltà nei confronti di persone inermi, colpite alle spalle con un bastone, al grido 'uccidilo, uccidilo...atamureri, ata mureri'". 

Il video del pestaggio

Le aggressioni

I due pestaggi sono avvenuti a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro. La prima vittima è Bakari C., un 20enne originario del Senegal. Il giovane aveva appena imboccato via Consolazione, stradina buia e poco battuta che collega via Osanna a via Cappuccini, quando è stato accerchiato da un gruppo di individui armati di mazza da baseball. L’uomo è stato colpito alla testa, al volto e a un braccio. Gli aggressori sono fuggiti lasciandolo per terra sanguinante. Alcuni passanti hanno chiesto l’intervento dei soccorritori.

CONFERENZA STAMPA QUESTORE MASCIOPINTO E CALIò-2

La seconda vittima è il segretario della comunità cittadina del Ghana, Elija K. Questi ha riferito di essere stato preso a bastonate nei pressi del vecchio sottopasso di via Appia, da un paio di uomini. Il malcapitato è stato colpito con violenza alla testa e alla spalla destra. Mentre lo picchiavano, i due si incitavano a vicenda urlando “uccidilo, uccidilo”. Il migrante si è messo in salvo fuggendo verso il sottopasso. Poi è tornato indietro perché voleva capire per quale motivo fosse stato aggredito in quel modo. In quelli stessi frangenti, gli aggressori si dileguavano.  Sia Bakari che Elija sono stati curati presso l’ospedale Perrino di Brindisi. Il primo è stato dimesso con prognosi di 10 giorni. Al secondo sono stati refertati 25  giorni di prognosi.

Le indagini

I primi a recarsi sul posto sono stati i poliziotti della Sezione volanti, su richiesta dello stesso Elija. Entrambe le vittime, ascoltate dalla Digos e dalla Squadra mobile, hanno fornito una descrizione degli indumenti, di colore scuro, che indossavano gli aggressori. Un paio di cittadini hanno riferito di aver sentito proferire la frase: “Ata mureri, va ccititi (dovete morire, vai a ucciderti)".  Nell’immediatezza dei fatti, i poliziotti hanno acquisito le immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza acquistati con i fondi del progetto Pon sicurezza e i filmati messi a disposizione da privati cittadini, che con questo gesto hanno dato un contributo significativo alle indagini.

Gli indagati ripresi dalle telecamere

Come emerge appunto dai fotogrammi, uno dei due indagati, presumibilmente Ottonaro, era vestito di scuro e aveva il volto parzialmente coperto da un cappellino con visiera. L’altro, presumibilmente Cerasino, indossava una maglia scura e pantaloni chiari.

Aggressione razzista (2)-2-2

I due, a partire dalle 19,50, sono stati ripresi mentre da via Osanna si spostavano verso il sottopasso ferroviario di via Appia. Ottonaro, da quando appurato dagli investigatori, occultava la mazza da baseball, presumibilmente di proprietà di Cerasino, nella manica. Entrambi raggiungono il sottopassaggio. Pochi istanti dopo compie lo stesso percorso anche il segretario cittadino della comunità del Ghana, che provenendo dalla discesa di via Ponte Ferroviario, trascina la sua bici per il manubrio. Giunto all’altezza della scalinata del sottopasso, il malcapitato viene colpito alle spalle. Dopo aver aggredito lo straniero, i due brindisini si dileguano verso via Appia, per poi imboccare via Lucio Strabone. 

Aggressione razzista-3

Qui uno dei due si libera della mazza, lanciandola nell’atrio di un condominio. Ma lo fa senza accorgersi di essere ripreso da una telecamera. La stessa telecamera, circa mezzora dopo, inquadra un individuo, presumibilmente Cerasino, che preleva la mazza da baseball, lasciando vedere il suo viso quel tanto che basta per essere identificato dalla Digos e dalla Mobile. L’identificazione di Ottonaro, invece, è avvenuta grazie a una sequenza in cui lo stesso si toglie il cappello.  Già nella giornata di martedì (23 ottobre) i poliziotti sono risaliti all’identità dei presunti aggressori. Il quadro indiziario poi si è cristallizzato ulteriormente, fino a sfociare nel provvedimento restrittivo eseguito stanotte. 

"Indole criminale particolarmente violenta"

Quanto alle esigenze cautelari, il gip ha ravvisato “il concreto ed attuale pericolo che gli indagati possano commettere reati della stessa specie di quelli per cui si procede e reati in materia di armi”. “Tanto si desume – scrive il gip nelle motivazioni – dalla particolare gravità dei reati contestati e dalle modalità socialmente allarmanti dei fatti, che consentono di ravvisare  in entrambi gli indagati un’indole criminale particolarmente violenta”. 

Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza, i poliziotti hanno perquisito gli appartamenti degli indagati. Entrambi sono stati trovati in possesso di indumenti simili a quelli indossati dagli aggressori. In casa di Cerasino è stata anche ritrovata una mazza da baseball. Lo stesso Cerasino, a tal proposito, è accusato pure "di aver portato fuori dalla propria abitazione, senza giustificato motivo, una mazza da baseball utilizzata per commettere i reati". 
 

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