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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Integrazione scolastica: "Folle taglio delle ore, sarà una bomba sociale"

Ridotte da 30 a 12 le ore settimanali destinate al servizio. "Abbassamento del livello qualitativo del servizio fino ad oggi offerto dagli ambiti, diminuzione delle ore ad utente, riduzione di orario notevole dei lavoratori"

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Claudio Niccoli sul taglio delle ore destinate al servizio di integrazione scolastica da parte della Provincia di Brindisi e dell'ambito territoriale, con il rischio significativo di ripercussioni occupazionali e gravi disagi per i ragazzi  che usufruiscono del servizio. 

Siamo alla follia, alla schizofrenia da protagonismo, all’incapacità di capire che cosa sta succedendo su questo territorio e quali sono le sue priorità. Qualcuno ha imparato la lezioncina dei costi e ricavi e crede di applicare studi ragionieristici su qualsiasi cosa, dal sociale, allo sport, alle infrastrutture. Una oculata gestione dei denari pubblici è una cosa seria, la ricerca del risparmio a tutti costi è pura follia e può innescare una bomba atomica in un territorio martoriato come il nostro. La presenza è l’investimento del pubblico sul sociale in questa città e Provincia ha rappresentato negli anni passati un fiore all’occhiello oserei dire nazionale, tutto questo grazie alle volontà politiche e alla presenza di funzionari e dirigenti attenti alle problematiche di un territorio malato. La mancanza della politica e qualche mania di protagonismo sta per produrre risultati che se non sono frenati in tempo determineranno una tensione sociale ingestibile.

L'importanza del terzo settore

In questa città negli ultimi anni sono aumentate alcune patologie che sono allo studio di organizzazioni scientifiche nazionali, uno fra tutte l’aumento dei bambini colpiti da “Autismo” e da iperattività. Le leggi nazionali hanno, sempre e continuano a farlo, guardato con attenzione all’integrazione scolastica di bambini diversamente abili, migliorando o cercando di farlo gli standard qualitativi dei servizi.

Nel terzo settore operano persone qualificate, con capacità ed esperienza che ha fatto diventare questo comparto un ammortizzatore importantissimo occupazionale in una città e Provincia sempre assetata di posti di lavoro e di nuovi insediamenti mai arrivati. Nello sbriciolamento delle Provincie voluto dal Governo Renzi, molte competenze sono passate alle regioni soprattutto in termini di trasferimento di risorse, generando confusioni nella gestione di alcuni servizi. Su tutto il territorio provinciale esistono degli Ambiti che sono la riunione di più comuni per la Gestione di alcuni servizi sociali, che nella logica del legislatore ha portato ad un unico gestore quindi ad un unico centro di costo con risparmi per la collettività, fatto salvo le quote di partecipazione economica dei Comuni.

La decisione della Regione

In questa confusione di applicazione legislativa, la regione Puglia sta cercando di uniformare tutti i servizi cercando di dare ad ogni ambito o a quello che rimane delle Provincie dei Quadri normativi di riferimento, lasciando come è giusto che sia ad ogni ambito ed ad ogni provincia la propria autonomia di applicazione rispetto alle esigenze dei territori e alle risorse che i Comuni hanno e alla loro autonomia di indirizzo.

L’ambito di riferimento della città di Brindisi è L’Ambito1 che comprende anche San Vito dei Normanni. Fino all’ultimo anno scolastico nel servizio di Integrazione Scolastica lavoravano 114 operatori, garantiti come è giusto dalla clausola sociale per la salvaguardia dei livelli occupazionali, a 30 ore settimanali, oltre un indotto tra sostituzioni per malattie, permessi, ferie di almeno 180 unità complessive. La quasi totalità di essi ha la qualifica di Oss ed ha svolto da sempre sia la funzione educativa che quella di base, certificata dagli enti erogatori del servizio, oltre alla presenza di educatori.

L’alto numero di richieste di utenti abbisognevoli del servizio ha portato, grazie all’intelligenza di alcuni funzionari, alla mediazione delle forze sindacali e senza toccare la qualità del servizio, ad una attribuzione della media di un operatore ogni circa 3 utenti portando ad un risparmio certo L’amministrazioni pubbliche. Cosa sta succedendo? Che la Regione ha emanato un allegato il cui riferimento è solo per le Provincie e giammai per gli ambiti nel quale fissa dei paletti sugli aventi diritto al servizio ed in particolare a coloro i quali sono certificati dalla legge 104, lasciando alle autonomie degli ambiti e delle Provincie le prestazioni di servizi a tutti quei bambini che pur non avendo la 104 sono affetti da gravi patologie che necessitano del servizio di integrazione scolastica.

Il taglio delle ore

Modificando di fatto per un mero calcolo economico le prestazioni per utente che vanno da un minimo di 12 ore a settimana ad un massimo di 18 ore per la funzione educativa con un rapporto un utente un operatore per i possessori della 104 e con un rapporto 1 a due per tutti gli altri casi. Mentre per le funzioni di base il rapporto diventa un operatore ogni 5 utenti qualifica Oss. Lasciando però ai territori di poter erogare con loro risorse ed in piena autonomia i servizi eventualmente implementati per esigenze sociali.

Gli ambiti si sono sempre occupati dei servizi riguardanti le scuole dell’infanzia fino alla scuola dell’obbligo mentre la provincia era interessata alle scuole superiori. Da sempre per una scelta giusta di avere un unico interlocutore la Provincia ha sempre delegato gli ambiti e quindi i comuni alla gestione del servizio svolgendo solo il ruolo di ente che erogava il contributo economico. Quest’anno non si sa e non si capisce per quale ragione la Provincia ha deciso di erogare il servizio in proprio bandendo una gara che oltre il servizio di Integrazione scolastica prevede un servizio per gli audio lesi ed i videolesi. Credo per protagonismo di qualche dirigente, non credo e voglio sperare per una volontà politica.

Rischio di tensioni sociali

Che cosa ha determinato e determinerà questo, un abbassamento del livello qualitativo del servizio fino ad oggi offerto dagli ambiti, una diminuzione delle ore ad utente, una riduzione di orario notevole dei lavoratori, insomma una bomba sociale di difficile gestione. Mi auguro che tutte le forze sindacali difendano cosi come già fanno, questo stillicidio occupazionale con atteggiamenti fermi e decisi, denunciando un chiaro ed inequivocabile atteggiamento antisindacale di non rispetto delle norme, atteso che La Provincia ha ritenuto pur in presenza di una clausola sociale di non interloquire a priori con i Sindacati di farlo forse nei prossimi giorni a gara già aggiudicata. Mi auguro cosi come accadrà che le famiglie dei ragazzi diversamente abili facciano sentire pesantemente la loro voce per un irragionevole taglio di ore di assistenza ai loro figli, e che le forze politiche difendano la loro dignità ed esprimano la loro posizione su che tipo di tagli vogliono fare nei servizi sociali rispetto all’effimero.

Ma soprattutto la politica si riappropri della propria autonomia e dignità nelle sue scelte, emarginando dirigenti freddi e scevri da un giudizio politico che avviene attraverso il consenso, pronti a scaricare sull’incompetenza della politica i lori sbagli ed errori di valutazione. Analogo discorso vale per il Comune Capoluogo, nessuno si sogni di toccare Caino, di effettuare tagli sui servizi o sui lavoratori, si innescherebbe una reazione a catena ingestibile da chiunque, con risvolti di tensione sociale di notevole intensità, che vedrebbero interessate più di mille persone tra utenti e lavoratori e famiglie. La Politica faccia la sua parte prendendo posizione , se non lo farà il giudizio dell’elettorato sarà drastico a vantaggio del qualunquismo più becero.

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