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Bancarotta, peculato e corruzione: tre arresti, anche sindaco ed ex

Nell’inchiesta sul fallimento della Fiscalità Locale Srl, partecipata per la riscossione dei tributi, finiscono ai domiciliari Pasquale Rizzo, il predecessore Maurizio Renna e Luigi Conte, presidente del cda. Altri quattro indagati, sequestrati 200mila euro. Verifiche su appalti per il verde. Scoperto il furto della fascia tricolore. Il prefetto ha sospeso Rizzo: le funzioni al suo vice, Giuliana Giannone

SAN PIETRO VERNOTICO – Clamorosa svolta nell’inchiesta sul fallimento della società Fiscalità Locale, la partecipata del Comune di San Pietro Vernotico per la riscossione dei tributi: la Procura di Brindisi ha ottenuto gli arresti domiciliari per l’attuale sindaco Pasquale Rizzo, per il suo predecessore Maurizio Renna e per il presidente del consiglio di amministrazione, Luigi Conte, con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Altri quattro indagati sono rimasti a piede libero per peculato e corruzione in relazione all’affidamento di appalti per il verde, sui quali proseguono gli accertamenti della Guardia di Finanza. Scoperto anche il furto della fascia tricolore del primo cittadino.

L’inchiesta, gli arresti e il sequestro

Pasquale RizzoL’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Stefania De Angelis su richiesta del pm Luca Miceli è stata notificata all’alba di oggi, 4 giugno 2019, a distanza di un anno e tre mesi dagli avvisi di garanzia con contestuali perquisizioni disposte con riferimento a ipotesi di reato riferibili a “condotte ancora in atto”.  Gravi indizi ed esigenze cautelari sono alla base della custodia ai domiciliari per l’attuale primo cittadino che deliberò la messa in liquidazione della società Fiscalità Locale e per Renna che si dimise il 12 luglio 2017. (Nella foto al lato Pasquale Rizzo, sindaco di San Pietro)

Il gip ha disposto la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, per la durata di un anno, per Cosimo Delle Donne, dipendente del Comune di San Pietro, e il sequestro preventivo – finalizzato alla confisca per equivalente – di denaro e beni per un valore complessivo di 200mila euro nei confronti di sei indagati. La misura di natura reale riguarda: Luigi Conte, Roberto Chiechi, Maurizio Renna, Cosimo Delle Donne, Pietro Caputo e Luca Cocciolo.

Bancarotta dopo il fallimento della partecipata

L’inchiesta della Finanza è partita dal fallimento della srl Fiscalità Locale, dichiarato con sentenza del Tribunale il 13 aprile 2017,  e ha portato a una serie di accertamenti nei confronti prima di tutto  dei due sindaci: Rizzo, avvocato, in qualità di sindaco  del Comune di San Pietro Vernotico dal 13 aprile 2010 al 31 maggio 2015, Ente socio di maggioranza della partecipata, “nonché dominus di fatto della predetta società fino alla cessazione della carica elettiva”, e Renna primo cittadino fino al 21 maggio 2017. Rizzo è stato rieletto primo cittadino nella primavera dello scorso anno.

Bancarotta fraudolenta è l’ipotesi di reato contestata anche nei confronti di Luigi Conte, come  presidente del consiglio di amministrazione di Fiscalità Locale  dal 17 aprile 2012 al 29 maggio 2015 e liquidatore da questa data e sino al 12 agosto 2015; Giovanni Verdura, presidente del cda dal 19 aprile 2007 al 17 aprile 2012; Angelo Caforio, presidente del collegio dei revisori della società dal 24 ottobre 2007 al 28 aprile 2008 e successivamente revisore unico dal 6 novembre 2008 al 17 aprile 2012. Secondo l’accusa “concorrevano a cagionare il dissesto della società poi dichiarata fallita il 13 aprile 2017 mediante false comunicazioni sociali ex art. 2621 codice civile”.

Le condotte contestate e i bilanci

maurizio renna-4Con riferimento al bilancio dell’anno 2010, stando a quanto evidenziato dai finanzieri nell’informativa conclusiva, Rizzo e Verdura avrebbero attestato “l’esistenza del credito verso altri dell’importo di 95.925,00, somma e che in realtà era una insussistenza passiva”. Ci sarebbero state anche “fittizie immobilizzazioni immateriali  dell’importo di  22.521 euro nello stato patrimoniale, una sopravvenienza attiva pari a 10.697 nel conto economico in realtà mai conseguita; componenti positive per 22.521 non realizzate. Caforio è indagato per “ non aver impedito che i correi realizzassero le condotte appena descritte”.

Nel bilancio 2011, sempre secondo l’accusa, Rizzo e Verdura  avrebbero attestato “l’esistenza del credito verso altri pari a  90.925, indicato nello stato patrimoniale”, somma ritenuta “una insussistenza passiva”; fittizie immobilizzazioni immateriali per  47.364,00; l’esistenza di un credito  di 6.687 in realtà insussistente; componenti positive per  24.843. (Nella foto accanto l'ex sindaco Maurizio Renna)

E ancora, nel  bilancio 2012, Rizzo e Conte avrebbero indicato  l’esistenza di un credito per  81.875, per i finanzieri una insussistenza passiva; fittizie rimanenze di 87.847,00; di aver realizzato ricavi per  87.847  corrispondenti a lavori in corso su ordinazione in realtà mai conseguiti.

Nel bilancio 2013, sempre Rizzo e Conte, avrebbero attestato un  credito per 105.925, anche in questo una insussistenza passiva; rimanenze per lavori in corso su ordinazione per 42.909; variazioni dei lavori per 42.909,00. Nel bilancio 2014, Renna avrebbe attestato un credito verso altri di 105.925;  rimanenze per lavori in corso per 75.000, non risultate reali; variazioni dei lavori per 32.091; imputava al conto economico  componenti positivi di reddito di carattere ordinario 7.462,99, corrispondente agli aggi calcolati sull’ammanco di cassa del 2010 che non potevano essere così contabilizzati in quanto compresi nella insussistenza passiva e già contabilizzati nel bilancio dell’esercizio 2010.

Il peculato

La procura di BrindisiNell’inchiesta l’accusa di peculato è stata mossa nei confronti di Luigi Conte perché si sarebbe “appropriato di 38.081, somma  riscossa a titolo di tributi per conto del comune di San Pietro Vernotico ed appartenenti a tale ente territoriale di cui aveva la disponibilità in ragione della carica ricoperta”. Stando agli accertamenti dei finanzieri, avrebbe potuto trattenere solo “2.852,27 a titolo di aggio medio sulle imposte riscosse a lordo di Iva e commissioni”, mentre si sarebbe appropriato dell’intera somma, “trasferendola dal conto collettore Master, acceso presso le Poste Italiane, a quello  in uso esclusivamente a Fiscalità Locale, acceso presso la Banca Popolare Pugliese, filiale di San Pietro Vernotico. “Per gli anni 2012, 2013, 2014 e fino al 31 agosto 2015” avrebbe “accreditato  161.877,57 sul conto corrente intestato a Fiscalità Località, per utilizzarli onde far fronte alle esigenze di gestione della società, e quindi non riversandole doverosamente nelle casse del Comune”.

Identica accusa è stata mossa nei confronti di Roberto Chiechi, in “qualità di liquidatore di Fiscalità Locale dal 12.8.2015, si appropriava di denaro appartenente al Comune di San Pietro Vernotico di cui aveva la disponibilità in quanto riscosse a titolo di tributi”. I conteggi dei finanzieri hanno portato a sostenere che “a fronte del diritto di trattenere di 8.080,86, a titolo di aggio medio sui tributi riscossi, si appropriava dell’intera somma di 14.288,5”.

Il servizio di sfalcio delle erbe e la corruzione

La corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio è stata contestata nei confronti di Maurizio Renna, Cosimo Delle Donne, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune, e Pietro Caputo, rappresentante legale della coop  ‘Ad Maiora con sede in San Pietro Vernotico, con riferimento alla gara per l’affidamenti del servizio di sfalcio di erbe nella zona 167, a Campo di Mare e in piazza Europa. Nella lettura data dal pm Delle Donne, “determinato da Renna” avrebbe affidato a Caputo il servizio per un importo di 4.941. E avrebbe anche affidato, sempre a Delle Donne, “in modo diretto, l’esecuzione delle opere relative alla sostituzione di un contenitore per l’acqua presso il cimitero comunale, per 1.160,95.

Da Caputo, stando a quando contestato nell’ordinanza, avrebbe ricevuto “l’affidamento ovvero la promessa di affidamento di parte dei lavori” a due persone, una delle quali identificata e residente a San Pietro Vernotico,  per un valore di  500, l’altra in fase di identificazione. Ci sarebbe stata, inoltre, “l’assoluta disponibilità ad effettuare ogni tipo di lavoro a favore di chiunque indicato dallo stesso Renna”. Quanto a Delle Donne, avrebbe ottenuto il “taglio di arbusti nella sua abitazione”.

Turbata libertà degli incanti

Il pm Luca Miceli-2L’indagine ha portato anche alla contestazione dell’ipotesi di turbata libertà degli incanti, in concorso, nei confronti di Maurizio Renna, Cosimo Delle Donne, responsabile dell’ufficio tecnico, Maria Mariano, dipendente dello stesso ufficio,  e Pietro Caputo, della coop Ad Maiora,  con riferimento alla “gara relativa allo sfalcio delle erbe infestanti con successiva pulizia dei luoghi, oltre alla raccolta ed al trasporto del materiale delle operazioni, in Piazza Europa, nelle aiuole della Zona 167 e presso la Marina di Campo di Mare”. (Nella foto accanto il pubblico ministero Luca Miceli)

La gara venne “indetta da Delle Donne il 21 giugno 2017 , con convocazione di tre ditte, mediante richiesta di offerta che, secondo l’accusa, sarebbe stata “artatamente predisposta da Mariano e dallo stesso Delle Donne, sulla base delle direttive formulate dal sindaco Renna già il 5 giugno, allo scopo di favorire Caputo. Dalla documentazione in fase di perquisizione negli uffici del Municipio, risultano gli inviti anche alle ditte Appalti e gestione del verde ed Eurovivai di Rinaldi Stefano & C sas, entrambe con sede a Napoli. Sarebbero state scelte “in quanto molto distanti e assolutamente disinteressate alla gara”. In effetti non parteciparono. La gara venne aggiudicata a Caputo la cui ditta, “aveva già svolto e terminato i lavori prima dell’assegnazione”.

Nei confronti di Delle Donne e Mariano è stata contestata “l’aggravante di aver commesso il fatto quali persone preposte dalla legge o dall’Autorità agli incanti o alle licitazioni”, per Renna c’è “l’aggravante di aver commesso il fatto con violazione dei doveri inerente a una pubblica funzione o ad un pubblico servizio”.

Il servizio di potatura alberi e la corruzione

Le indagini hanno portato a contestare la corruzione anche con riferimento al servizio di potatura di 250 alberi nel centro abitato, nei confronti di Delle Donne e di Luca Cocciolo, amministratore di fatto della ditta ‘L& L Società Coop. Sociale’, di  San Pietro Vernotico: “il primo, compiendo atti contrari ai suoi doveri di ufficio, indebitamente riceveva dal secondo utilità”, costituite dal “taglio di arbusti nella sua abitazione”.

Anche in questo caso, la Procura ritine che ci sia stata una “convocazione fittizia”: sarebbe stata “determinata da Cocciolo e avrebbe portato a invitare tre ditte, mediante richiesta di offerta presentata tramite la piattaforma ministeriale Mepa “artatamente predisposta da Mariano  e Delle Donne”. Oltre alla cooperativa di Cocciolo, sarebbe state invitate  due aziende di province diverse da quella brindisina, La Pulitecnica Srl di Murgolo Domenico & Figli’ con sede in Capurso e la Messapia Ambiente Surl’ con sede in Castrì di Lecce, “affinché tali aziende non partecipassero alla luce dello scarso valore economico della procedura di evidenza e/o vi partecipassero con offerte economiche tali da non poter competere con l’offerta della L&L soc.coop.”. Questa coop si aggiudicò la gara  per 8.747,50, pari ad 34,99 ad albero per complessivi  10.671,95. “Prestazione d’opera che la soc.coop.L&L non aveva intrapreso, nonostante avesse già provveduto ad emettere, senza alcuna autorizzazione, la fattura di acconto”. Per Delle Donne e Mariano c’è “l’aggravante di aver commesso il fatto quali persone preposte dalla legge o dall’Autorità agli incanti o alle licitazioni e l’aver commesso il fatto con violazione dei doveri inerente a una pubblica funzione o ad un pubblico servizio”.

Il furto della fascia tricolore del sindaco

municipio comune san pietro-2Nel periodo delle indagini, i finanzieri hanno scoperto anche il furto di una fascia tricolore e di un quadro, entrambi custoditi nell’ufficio del sindaco: l’accusa è stata mossa nei confronti di Lugi Ventrella, il quale si sarebbe introdotto in Comune la notte fra il 5 e il 6 luglio 2017.

Ventrella avrebbe tentato un secondo furto il 14 luglio, ma quella volta incontrò una pattuglia della Guardia di Finanza nei pressi del Municipio.

La difesa

Gli interrogatori di garanzia per gli indagati saranno fissati nei prossimi giorni. Il primo a essere sentito dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi sarà l'attuale sindaco Pasquale Rizzo, ristretto nella sua abitazione, in regime di arresti domiciliari, quindi Maurizio Renna e Luigi Conte. Tutti sono pronti a fornire la propria versione dei fatti, partendo dal fallimento della società Fiscalità locale, per respingere le accuse. Hanno già nominato difensori di fiducia. Le nomine risalgono alla primavera dello scorso anno, contestualmente alle perquisizioni. A seguire, dinanzi al gip compariranno  gli indagati che sono rimasti a piede libero. 

Il sindaco Rizzo sospeso dalla Prefettura

A seguito della esecuzione nei confronti del sindaco di San Pietro Vernotico Pasquale Rizzo dell'ordinanza di custodia  cautelare emil prefetto di Brindisi "ha accertato la sussistenza della causa di sospensione di diritto dalla carica ricoperta, prevista dall'articolo 11, comma 2 del D.L.vo n. 235 del 31/12/2012". Il provvedimento è stato notificato al Consiglio comunale. Per la durata della sospensione,  il sindaco sarà sostituito nelle sue funzioni dal vice sindaco, Giuliana Giannone, titolare delle deleghe al Bilancio e ai Servizi sociali.

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