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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Importavano carichi di alcol, sigarette e droga: nove arresti

Le persone colpite dai provvedimenti restrittivi sono originarie della stessa provincia di Brindisi, e di quelle di Lecce e Bari

BRINDISI - Nove persone sono state arrestate quersta mattina dalla Guardia di Finanza di Brindisi, su ordinanze emesse dal giudice delle indagini preliminari, al termine di una indagine su un traffico di alcolici, sigarette e droga. Le persone colpite dai provvedimenti restrittivi sono originarie della stessa provincia di Brindisi, e di quelle di Lecce e Bari.

La droga sequestrata nel dicembre 2016-2

Tutto ha avuto inizio con la scoperta, nel corso dei controlli nel porto di Brindisi, di una attività di contrabbando di tabacchi lavorati esteri ed alcool provenienti da Olanda, Lituania e Polonia, merce celata sotto carichi di copertura, e protetta da falsa documentazione. Le persone arrestate sono cinque brindisini, un barese e due albanesi.

Gli arrestati sono Luciano Pagano, brindisino, 43 anni; Italo e Giuseppe Lorè di 42 e 45 anni; Luigi Spina di 37 anni; Nicola Magli di 36 anni; Luisa Savoia di 48 anni, nata in provincia di Avellino ma residente a Lecce; Keliant Llaka di 27 anni.. Pagano e la Savoia sono implicati nella vicenda delle frodi doganali, gli altri nel traffico di droga con l'Albania. Sono difesi dagli avvocati Luca Leoci, Laura Beltrami, Giampiero Iaia e Daniela D'Amuri. Il secondo albanese indagato è attualmente latitante.

traffico di sigarette, alcol e droga (2)-2-2

Nel corso degli accertamenti effettuati, le fiamme gialle hanno individuato i componenti di un ulteriore sodalizio criminale particolarmente attivo nel traffico di sostanze stupefacenti e dedito all’organizzazione di diversi viaggi, tra l’Albania e l’Italia, finalizzati al trasporto di sostanza stupefacente da destinare al mercato interno. Durante le indagini su questo traffico, gli investigatori hanno incrociato la rotta di forniture di marijuana tra l'Albania e le coste brindisine, giungendo all'intercettazione di uno sbarco a Lendinuso il 15 dicembre del 2016, che fruttò il sequestro di 480 chili di sostanza stupefacente, di un motoscafo e di un'auto, dopo un inseguimento in mare in cui un finanziere rimase ferito.

Alcool e sigarette si trasformavano lavatrici e motori per cancelli automatici 

Le metodologie utilizzate dal gruppo criminale coinvolto nel reato di contrabbando in genere sono consistite sia nella dispersione del carico originario (Tabacchi lavorati esteri o alcool) che nella sostituzione dello stesso con un carico di copertura di scarso valore  come una lavatrice, cavi per la ricarica dei cellulari, un motore per cancelli automatici e altro. Il disegno criminoso prevedeva l’uscita verso l’Albania della merce di scarso valore, la quale era accompagnata da atti pubblici artatamente modificati e da dichiarazioni mendaci strumentali a svincolare le somme versate quale garanzia per i dazi doganali, l’Iva, le accise ed ogni altro onere previsto, all’atto dell’ingresso dell’originaria merce sensibile.

Pagano e Savoia sono ritenuti responsabili di aver compiuto atti di contrabbando di tabacchi lavorati esteri (13.500 kg di sigarette) che hanno introdotto nel territorio dello Stato italiano e nello spazio doganale europeo.

Lo scopo del gruppo era di evitare il pagamento dei diritti di confine, delle accise e dell’Iva. Quando il carico di sigarette giungeva a Brindisi avveniva la falsificazione del documento di trasporto che in questo caso si chiama “Documento di accompagnamento all’esportazione e per il transito (Dae T1)” a cui viene assegnato un codice identificativo “Mrn”. Nell’unico caso (su quattro tentativi) andato a buon fine, il carico di bionde è diventato una lavatrice marca Beko destinata a una società con sede in Macedonia (paese non aderente all’unione doganale europea). Sul documento pubblico presentato dall’autista alla dogana brindisina c'era lo stesso codice identificativo emesso dalla dogana della Polonia, da cui era partito il carico. Le sigarette giunte dalla Polonia sulla carta erano diventate una lavatrice ma con lo stesso codice identificativo. Di conseguenza la dogana brindisina comunicando il transito del carico ai colleghi polacchi (operazione che avviene per via telemativa attraverso la lettura del codice) di fatto svincolava la cauzione versata in origine per permettere il transito comunitario alla merce. Come già accennato solo in questo caso l’operazione è andata a buon fine, gli altri tre tentativi sono stati bloccati apparentemente per “problemi tecnici”, in questo modo i finanzieri hanno potuto ricostruire il sistema di frode doganale messo in piedi dal gruppo finito oggi in manette. 

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