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Il Tar sblocca il cantiere su Fontana Tancredi: "Si può costruire"

I giudici, nel contenzione impresa-Provincia, riconoscono la legittimità di proprietà del suolo e dell'autorizzazione comunale

BRINDISI – Purtroppo i Tar non fanno sopralluoghi ma giudicano dagli atti amministrativi, e in assenza degli esiti di una iniziativa della magistratura ordinaria, pure interessata dalle associazioni ambientaliste e dalle altre parti in causa, per ora valgono le decisioni di quella amministrativa. E’ una considerazione d’obbligo per la sentenza pubblicata oggi del Tar di Lecce che riconosce la legittimità del titolo a costruire dell’impresa che intende realizzare un immobile per appartamenti sopra la più antica tra le fontane di Brindisi, quella di Tancredi che risale al 1192 (ma che probabilmente occupa il sito di un abbeveratoio di età romana, posto all’ingresso in città della via Traiana).

La seconda considerazione è che Brindisi non ha mai saputo proteggere e tutelare anche con atti formali i propri beni monumentali, né in passato né in tempi recenti. Bisogna tornare a ricordare il giallo del vincolo apposto sull’aerea alcuni decenni fa dall’allora titolare della Soprintendenza, all’atto della redazione del primo Piano regolatore generale della città, e misteriosamente scomparso dagli archivi municipali. E se nelle carte del giudizio davanti al Tar quella carta non si può produrre, è chiaro che il Tar non può che rilevare che l’area non è sottoposta a vincolo.

Ciò detto, spazio alla notizia della vittoria nel giudizio di primo grado diramata dagli avvocati dell’impresa EdilMicaletti. “Con sentenza pubblicata oggi il Tar Lecce si è pronunciato sulla vicenda relativa al contenzioso fra la Provincia di Brindisi e l’impresa – difesa dagli avvocati prof. Pier Luigi Portaluri, prof. Vincenzo Farina e Giorgio Portaluri – che aveva ottenuto il permesso di costruire un edificio a Brindisi nei pressi della fontana Tancredi”.

Il cantiere sovrastante la Fontana di Tancredi in una immagine del 15 novembre-2

“In pieno accoglimento delle tesi sostenute in giudizio dai legali dell’impresa ricorrente, il Tar Lecce ha affermato che l’annullamento disposto dalla Provincia è illegittimo, riconoscendo la regolarità del permesso di costruire rilasciato dal Comune di Brindisi. Infatti, il Tar ha anzitutto riconosciuto la piena proprietà del terreno in capo alla ricorrente. Inoltre, il giudice ha stabilito che il permesso di costruire rispetta la disciplina edilizia comunale relativa alla realizzazione degli edifici in prossimità della fontana Tancredi”, dicono i legali della ditta.

“Ancora, sempre il Tar ha stabilito che il permesso di costruire non doveva essere preceduto dall’autorizzazione paesaggistica in quanto l’area d’intervento rientra tra quelle escluse dall’obbligo di acquisizione del titolo paesaggistico”. I tre avvocati si dichiarano soddisfatti della decisione del Tar che “fa finalmente luce su di una annosa vicenda, chiarendo la piena assentibilità dell’intervento edilizio e consentendo altresì alla ricorrente di dare nuovo impulso alla propria iniziativa progettuale e imprenditoriale, ingiustamente fermata dalla Provincia di Brindisi”.

Il riepilogo del contenzioso. “A dicembre del 2015 la Provincia di Brindisi aveva dato avvio – sulla base di un esposto redatto da alcune associazioni ambientaliste – al procedimento volto a verificare la legittimità del titolo edilizio rilasciato dal Comune di Brindisi nel 2010 per la realizzazione di quell’immobile. In particolare, la Provincia intendeva verificare la titolarità del diritto di proprietà del terreno in capo all’impresa costruttrice nonché la conformità del progetto edilizio alla disciplina edilizia e paesaggistica”.

“Nel corso del procedimento la Provincia aveva anche disposto la sospensione dei lavori. Nel marzo del 2017, nonostante il Comune di Brindisi e gli altri soggetti interessati avessero più volte dimostrato la piena legittimità del permesso di costruire, la Provincia ha concluso il procedimento di verifica annullando il titolo edilizio ritenendolo illegittimo”, ricordano i legali dell’impresa. Da qui il ricorso al Tar di Lecce.

E’ evidente, nella storia, il tentativo della provincia di sopperire alla mancanza di “patos”, di interesse reale, di orgoglio per il proprio patrimonio culturale e artistico da parte del Comune di Brindisi. Per la Fontana Tancredi si sarebbe dovuta fare ben altra battaglia, piuttosto che delegare la “pratica” agli uffici.  Non resta che attendere la risposta del fronte schierato in difesa della Fontana, e vedere se la Provincia impugnerà la sentenza del Tar davanti al Consiglio di Stato.

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