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Acqua rossa, note di Sanofi e Bbc

BRINDISI - Sulla vicenda delle acque rosse la direzione dello stabilimento Sanofi di Brindisi, sottoposto a verifiche da parte dell'Arpa di Brindisi, ha diffuso una nota.

BRINDISI - Sulla vicenda delle acque rosse nel Fiume Grande e nel porto medio di Brindisi, la direzione dello stabilimento Sanofi di Brindisi, sottoposto a verifiche da parte dell'Arpa di Brindisi, ha diffuso una nota che riepiloga la vicenda. In giornata anche Brindisi Bene Comune ha diffuso una nota, ma di segno opposto.

"La direzione dello stabilimento Sanofi di Brindisi comunica di essere stata informata dalla Direzione dell'Arpa (Agenzia Regionale Per l'Ambiente) che i risultati delle analisi svolte sui campioni di acque reflue prelevate nei giorni scorsi dallo scarico dello stabilimento, nell'ambito degli accertamenti svolti per individuare le cause della colorazione rossa assunta dall'acqua in un tratto di mare nei pressi di Costa Morena, - a seguito di segnalazione di alcuni cittadini -, confermano che tutti i parametri analizzati rispettano quanto previsto dalla normativa vigente".

Prosegue il comunicato: "Nei giorni scorsi le analisi svolte da tecnici dello stabilimento e da un laboratorio esterno indipendente, subito richieste dalla direzione dello stabilimento dopo la segnalazione dei cittadini, avevano comunque già accertato l'assoluta congruità degli scarichi con quanto previsto dalla legge", afferma la direzione Sanofi di Brindisi citando un accertamento tuttavia di parte.

Sanofi contesta "quanto affermato da alcuni organi di stampa circa un asserito danno ambientale per la presenza, nelle acque campionate, di Tetraidrofurano (THF), che avrebbe conferito la colorazione rossastra alle acque nei pressi di Costa Morena".

"Il THF è, infatti, un solvente che non solo è incolore ma che non è comunque nemmeno classificato come tossico né come pericoloso per l'ambiente (secondo il nuovo regolamento CLP 1272/08). Peraltro, la concentrazione di THF presente nelle acque campionate è di gran lunga inferiore a quanto previsto dalle best practices mondiali", sostiene Sanofi.

Il caso delle acque rosse (che lasciano pensare a immissioni di ferro), oggi è anche al centro di una nota di Brindisi Bene Comune: "Inquinare a norma di legge. A Brindisi è possibile, lo dice l'Arpa,a proposito della vicenda dello sversamento in acqua di un solvente chimico tetraidrofurano) utilizzato dalla Sanofi Aventis", dicono da Bbc, rimettendo in discussione il lavoro svolto dal Dap Arpa di Brindisi, recebntemente difeso spada tratta dal direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato.

"L'acqua di Fiume Piccolo si colora di rosso, le analisi rivelano la presenza del solvente ma è tutto nella norma, perchè la norma non c'è: il tetraidrofurano non è normato, non ci sono concentrazioni limite. La Sanofi è salva, il mare e la nostra salute no. Tutto questo è intollerabile. Occorre, dal nostro punto di vista, rivedere l'Aia, inserire questo solvente tra le sostanze utilizzate da Sanofi e imporre dei limiti", si afferma nel comunicato di Brindisi Bene Comune.

 

 

 

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