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Bonifiche, Confindustria accusa

BRINDISI – Dopo la lettera al governo – nella persona del ministro all’Ambiente, Stefania Prestigiacomo – da parte del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, attacca sui ritardi dell’attuazione dell’Accordo di programma per l’area inquinata di Brindisi anche Confindustria, che accusa la politica di atteggiamenti dilatori, nella scia dei ritardi trentennali che caratterizzano molte opere e interventi pubblici.

BRINDISI – Dopo la lettera al governo – nella persona del ministro all’Ambiente, Stefania Prestigiacomo – da parte del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, attacca sui ritardi dell’attuazione dell’Accordo di programma per l’area inquinata di Brindisi anche Confindustria, che accusa la politica di atteggiamenti dilatori, nella scia dei ritardi trentennali che caratterizzano molte opere e interventi pubblici.

Anche se in questo caso il punto è politico, cioè, che fine ha fatto fare il governo Berlusconi alla dote di 50 milioni per il predetto Accordo di programma, e quale fine abbiano fatto gli altri 60 milioni di fondi Fas destinati alla Regione Puglia sempre per le bonifiche nell’area brindisina, Confindustria parla invece di indecisione nella scelta degli interventi da attuare.

“Il sistema industriale locale, costituito prevalentemente da grandi Gruppi e da Pmi, non può più aspettare che la politica decida gli interventi da effettuare e che per farlo ci metta un tempo indefinito. L’Accordo di Programma  – sostiene Confindustria - sottoscritto nel 2007 da Ministero dell’Ambiente, Regione Puglia, Provincia di Brindisi, Comune di Brindisi ed Autorità Portuale, ha stabilito l’ammontare del costo a carico delle aziende, per finanziare le fantomatiche e ciclopiche opere annunciate per mezzo della Sogesid. Nel frattempo l’economia del territorio affonda, la disoccupazione dilaga, i giovani partono per non fare più ritorno”.

Il tema che preme maggiormente l’organizzazione di corso Garibaldi infatti è quello delle responsabilità o meno nell’inquinamento, e quindi dell’obbligo di sopportare i costi di caratterizzazione e bonifica: “Fatte salve le ragioni ambientali e nelle more che si decida cosa è più giusto fare, Confindustria torna a riaffermare un concetto: le aree libere da sostanze inquinanti nei terreni devono essere immediatamente rese disponibili e che per queste gli oneri economici previsti dall’Accordo di Programma per la bonifica della falda devono essere assunti dalla parte pubblica, e non dai soggetti che non hanno mai inquinato la falda”.

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