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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

Centrali, la bozza di convenzione non piace neppure a Sel: "Così com'è non deve passare"

BRINDISI - La bozza per le convenzioni energetiche? Il giudizio di Sinistra ecologia e libertà è lapidario: “Disarticolata, lacunosa, impraticabile, priva di ogni forma di ricognizione della recente storia brindisina, priva di una pur minima visione strategica globale per lo sviluppo della nostra provincia”. In una parola così com’è, la bozza non passa. Lo hanno detto oggi a una voce i rappresentanti del partito che fa capo al governatore della Puglia Nichi Vendola, al tavolo di presentazione della contro-proposta convocato questa mattina a Palazzo Guerrieri. C’erano il segretario provinciale Pasquale Saponaro, ma anche i rappresentanti istituzionali del partito a tutti i livelli, Vincenzo Guadalupi per il Comune di Brindisi, Francesco Fistetti per la Provincia e Toni Matarelli per la Regione.

BRINDISI - La bozza per le convenzioni energetiche? Il giudizio di Sinistra ecologia e libertà è lapidario: “Disarticolata, lacunosa, impraticabile, priva di ogni forma di ricognizione della recente storia brindisina, priva di una pur minima visione strategica globale per lo sviluppo della nostra provincia”. In una parola così com’è, la bozza non passa. Lo hanno detto oggi a una voce i rappresentanti del partito che fa capo al governatore della Puglia Nichi Vendola, al tavolo di presentazione della contro-proposta convocato questa mattina a Palazzo Guerrieri. C’erano il segretario provinciale Pasquale Saponaro, ma anche i rappresentanti istituzionali del partito a tutti i livelli, Vincenzo Guadalupi per il Comune di Brindisi, Francesco Fistetti per la Provincia e Toni Matarelli per la Regione.

L’approccio, hanno tenuto a precisare, non è ideologico, come ha recentemente accusato il presidente provinciale di Confindustria, Pino Marinò, replicando alla presa di posizione del fronte ambientalista,  bensì politico. Se per politica si intende l’arte del confronto con la società civile e le associazioni che la rappresentano,  dai sindacati agli ambientalisti, passando per la stessa associazione degli industriali, per cui si chiede diritto di replica e di cittadinanza nel momento in cui la bozza si tradurrà in impegno, sottoscritto nero su bianco. E’ la conditio sine qua non che Sel pone, senza appello.

“Le convenzioni devono vedere la partecipazione obbligatoria delle comunità di San Pietro Vernotico, Cellino San Marco e Torchiarolo, enti il cui territorio al pari di quello di Brindisi, è direttamente interessato dalle produzioni industriali energetiche”, passaggio saltato a piè pari tanto dal Comune quanto dalla Provincia, che si apprestano a discutere nelle rispettive assise senza passare da quel confronto necessario e non eludibile, per Sel quanto per gli ambientalisti.

“Non si capisce come sia possibile progettare nuovi impianti a Brindisi quando a Lecce, lo dice il direttore dell’Arpa Giorgio Assennato, viene bocciato il progetto di una centrale a biomasse da 25 megawatt. Parole cui ha fatto eco l’oncologo, presidente della Lega contro i tumori del capoluogo salentino, che ha commentato i dati dell’Arpa dichiarando che a Lecce non  c’è più spazio per un cerino. Quanta energia deve ancora produrre Brindisi?”, dalla bozza, non si capisce. L’interrogativo, retorico, è stato posto dai relatori alla platea riunita a palazzo Guerrieri, pronti a ribaltare la questione alle istituzioni locali, accusate di aver abbozzato una convenzione che non tiene minimamente conto né dei dati reali sulle emissioni in atmosfera, né i dati sulla produzione presente e futura in termini di megawatt “quanti quelli prodotti negli anni scorsi e quanti da produrre nei prossimi anni?”.

La proposta di convenzione quindi, per Sinistra ecologia e libertà, è compromesso miope che fa acqua da tutte le parti, dai dati storici alle prospettive. A partire da queste considerazioni, Sel rilancia, dettando le priorità: “Niente confusione fra tematica energetica e ciclo dei rifiuti, categorica esclusione di ogni ipotesi e riferimento alla combustione di Cdr e affini nelle centrali (compresa ogni ipotesi di nuovi insediamenti energetici nell’area industriale di Brindisi), gli accordi devono prevedere e stabilire  in maniera trasparente puntuale e precisa i tetti massimi complessivi delle quantità di combustibile fossile da utilizzare in termini annuali e non triennali”.

E siamo al punto, ossessivamente ribadito, da anni, da tutto il fronte ambientalista: “Dovrà essere prevista e concordata una riduzione del consumo del combustibile fossile entro il parametro minimo fissato del 20 per cento entro il termine perentorio del primo anno”, oltre che “una ulteriore quota variabile di riduzione del consumo del combustibile fossile in misura del dieci per cento dovrà derivare dalla compensazione con  l’incremento di insediamenti energetici non inquinanti (eolico e fotovoltaico) da realizzarsi entro i parametri del Piano territoriale del coordinamento provinciale che non risulta ancora adottato e approvato dalla Provincia di Brindisi”. Non è l’unico passaggio polemico contro il presidente Massimo Ferrarese, accusato di aver ingaggiato una guerra senza quartiere contro il proliferare del fotovoltaico da un megawatt “senza una sola parola contro i mega-impianti”.

Per non parlare della copertura dei carbonili (altra priorità dettata nell’agenda di Sel): “Se non fosse stato per la caparbietà di rari amministratori in tutta fretta rottamati, le polveri dei carbonili a cielo aperto vagherebbero ancora libere nell’aria”. Il riferimento è chiaro, tanto quanto la necessità di riprendere il percorso avviato da Michele Errico, a muso duro contro i compromessi “a danno del territorio”. La battaglia si sposta adesso nelle assemblee elettive. Prossimo appuntamento nei consigli comunale di Brindisi e in Provincia.

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