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Sabato, 20 Aprile 2024
Ambiente

Colaninno? Critiche e dubbi

BRINDISI - Coerenti con l'impegno ad ospitare opinioni ed interventi sul tema del rapporto tra sviluppo e lavoro, alla ricerca di strade diverse da quelle che hanno causato un grave inquinamento ambientale nel nostro territorio, a proposito delle dichiarazioni di Matteo Colaninno su un quotidiano regionale nell'ambito del caso Ilva, e della presa di posizione del sindaco di Brindisi sulla questione Edipower, che abbiamo pubblicato in questa home page, diamo conto di due altre prese di posizione su queste vicende: una è un post su Facebook di Enzo Casone, dirigente cittadino del Pd, l'altro è un intervento di Giorgio Sciarra, esponente del movimento ambientalista locale. In calce, il link con l'intervista di Colaninno al Corriere del Mezzogiorno.

BRINDISI - Coerenti con l'impegno ad ospitare opinioni ed interventi sul tema del rapporto tra sviluppo e lavoro, alla ricerca di strade diverse da quelle che hanno causato un grave inquinamento ambientale nel nostro territorio, a proposito delle dichiarazioni di Matteo Colaninno su un quotidiano regionale nell'ambito del caso Ilva, e della presa di posizione del sindaco di Brindisi sulla questione Edipower, che abbiamo pubblicato in questa home page, diamo conto di due altre prese di posizione su queste vicende: una è un post su Facebook di Enzo Casone, dirigente cittadino del Pd, l'altro è un intervento di Giorgio Sciarra, esponente del movimento ambientalista locale. In calce, il link con l'intervista di Colaninno al Corriere del Mezzogiorno.

Il post di Enzo Casone su Facebook

Condivido, ricordando a Marcello Orlandini che il PD ha la stessa linea a Brindisi città, Brindisi provincia, Regione Puglia, linea ufficialmente nota al PD nazionale che non ha mai messo in discussione tale impostazione: Colannino è libero di svolgere le sue considerazioni, legittime ed argomentate, ma a Brindisi ci sono stati Bersani, Franceschini, Bindi, Finocchiaro e Fassina. Non a sfilate di moda ma durante le campagne elettorali con tanto di programma, senza tralasciare le posizioni ufficiali e nel Senato del sen Tomaselli. Tentare di insinuare divaricazioni non è aderente alla realtà oltre ad essere un tentativo di demonizzare il libero confronto in un libero Partito. Nel PD non vi sono capi che dettano la linea ma linee che sono frutto di discussione e verifica democratica.
L'intervento di Giorgio Sciarra

Matteo Colaninno, responsabile delle politiche industriali del Partito Democratico, in una intervista sul Corriere del Mezzogiorno del 15 agosto scorso, esprime le sue preoccupazioni per la chiusura dell’Ilva perché “sarebbe fatale per la credibilità internazionale dell’Italia già scossa dalla vicenda del rigassificatore della British Gas di Brindisi”.

Innanzitutto è singolare che ci si preoccupi della “credibilità” internazionale e non delle figuracce mondiali che l’Italia accumula di fronte alla comunità civile per l’incapacità della politica ad affrontare e risolvere problemi di tale portata. Decenni di scriteriato sfruttamento industriale, di posizioni sterili della politica hanno portato a dover fare i conti con una situazione divenuta insostenibile dal punto di vista ambientale e sanitario senza che le incertezze occupazionali siano venute meno. Se da un lato gli scempi fatti hanno causato un alto costo sociale così non si può dire invece degli utili che sono stati accumulati dagli autori di ciò. In tutto questo la politica ha assistito inerme, se non accondiscendendo, ed ora i nodi vengono al pettine. Tutto questo si può chiamare sviluppo, progresso o al contrario sfruttamento delle risorse collettive (in altre parole pura speculazione) in nome del profitto?

Inoltre Colaninno sostiene lo stereotipo della “figuraccia internazionale” con la vicenda del rigassificatore di Brindisi. Colaninno dovrebbe, anzi ha il dovere di conoscere a fondo le questioni di cui parla. Se figuraccia internazionale c’è stata, questa dovrebbe essere imputata senz’altro alla British Gas che, per la sua condotta, ha subito un processo penale e si è vista confiscare la colmata a mare dove ha intenzione di costruire l’impianto di rigassificazione.

Il responsabile delle politiche industriali del PD, ha inoltre il dovere di conoscere la posizione del suo partito a livello regionale e quello degli enti locali su tale questione e dedurre che se questa vicenda dura da dodici anni non è stato per intralci burocratici bensì per una condotta illegittima del colosso imprenditoriale inglese che ha voluto aggirare illecitamente la contrarietà del territorio nelle sue forme istituzionali e popolari.

Colaninno si preoccupi meno delle eventuali figuracce internazionali e di più degli interessi della collettività, pensi ad un piano industriale che non commetta gli errori del passato e tralasci il suo ruolo di imprenditore quando parla come rappresentate del popolo, anche se nominato e non scelto da questo.

intervista corr colaninno

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