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Martedì, 23 Aprile 2024
Ambiente

Enel, fuori Regione e No al Carbone

BRINDISI – Escono dal processo per la dispersione delle polveri di carbone Enel già alla terza udienza la Regione Puglia, per costituzione tardiva (l’istanza era stata depositata stamani), ma anche il movimento No al Carbone, il Wwf, Italia Nostra, Federutenti, il Comune di Trepuzzi e quattro produttori agricoli. Saranno parte civile invece Comune e Provincia di Brindisi, Greenpeace, Legambiente, l’associazione Salute Pubblica, Medicina Democratica, i Comuni di Torchiarolo e S. Pietro Vernotico, oltre ad alcune decine di agricoltori o loro eredi.

BRINDISI – Escono dal processo per la dispersione delle polveri di carbone Enel già alla terza udienza la Regione Puglia, per costituzione tardiva (l’istanza era stata depositata stamani), ma anche il movimento No al Carbone, il Wwf, Italia Nostra, Federutenti, il Comune di Trepuzzi e quattro produttori agricoli. Saranno parte civile invece Comune e Provincia di Brindisi, Greenpeace, Legambiente, l’associazione Salute Pubblica, Medicina Democratica, i Comuni di Torchiarolo e S. Pietro Vernotico, oltre ad alcune decine di agricoltori o loro eredi.

Ha deciso così nella tarda mattinata il giudice monocratico Francesco Cacucci dopo aver valutato in camera di consiglio le varie istanze presentate e le opposizioni degli avvocati dell’Enel, nonché i rilievi del pm Giuseppe De Nozza. Il processo, girata la boa della costituzione delle parti, è stato fissato per il 29 aprile prossimo. Passaggio importante, il riconoscimento, con l’ordinanza di stamani, del danno ambientale patito dal territorio in seguito ai reati di getto pericoloso di cose e danneggiamento.

Gli imputati sono 15,  tredici dei quali dirigenti e quadri del management nazionale della società elettrica e dell'unità di business di Cerano, la centrale Federico II. Le indagini, condotte dalla Digos di Brindisi hanno direttamente monitorato la situazione dal 2009 al 2011 (la dispersione di polveri dal carbonile scoperto di Cerano), hanno acquisito il contenuto dell'hard disk del pc personale di Calogero Sanfilippo, uno dei responsabili della filiera carbone di Enel (sequestrato a Roma il 7 ottobre 2009 dalla polizia), e si fondano anche sugli esiti della perizia affidata al Ctu Claudio Minoia, che condusse prelievi e misurazioni nell'autunno del 2009.

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