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Enel, ora è emergenza carbone

BRINDISI – Il nubifragio del 15 gennaio il danno più grande lo ha fatto all’Enel, che ora si trova presa tra due emergenze: quella di affrontare rapidamente l’iter che ha imposto il magistrato della procura per lo svuotamento dell’acqua che allaga la trincea del nastro trasportatore del carbone, cioè quello previsto dalla legge, e parallelamente quello di un approvvigionamento di emergenza della centrale “Federico II” di Cerano che non ha una autonomia molto lunga se il carbone non raggiungerà l’impianto. Nessun sequestro è stata disposto oggi dal pm Iolanda Daniela Chimienti, ma le operazioni in corso sono state bloccate definitivamente perché non autorizzate.

BRINDISI – Il nubifragio del 15 gennaio il danno più grande lo ha fatto all’Enel, che ora si trova presa tra due emergenze: quella di affrontare rapidamente l’iter che ha imposto il magistrato della procura per lo svuotamento dell’acqua che allaga la trincea del nastro trasportatore del carbone, cioè quello previsto dalla legge, e parallelamente quello di un approvvigionamento di emergenza della centrale “Federico II” di Cerano che non ha una autonomia molto lunga se il carbone non raggiungerà l’impianto. Nessun sequestro è stata disposto oggi dal pm Iolanda Daniela Chimienti, ma le operazioni in corso sono state bloccate definitivamente perché non autorizzate.

E non è tutto, perché in ogni caso il maggiore Nicola Candido e  carabinieri del Noe su incarico dello stesso pm indagheranno sull’accaduto. Cosa dovrà fare ora Enel: preparare urgentemente un piano di svuotamento e smaltimento delle acque previa caratterizzazione delle stesse, mentre Arpa ne stabilisce l’eventuale contenuto di inquinati (in base ai prelievi effettuati oggi), presentarlo per l’approvazione, ricevere l’autorizzazione, e poi procedere. Mentre nei giorni scorsi e sino al blocco della notte scorsa alle 3, l’acqua aspirata dalle idrovore è stata pompata nel Fiume Grande, che sbocca nel porto, senza alcuna autorizzazione.

Sembra che vi siano tracce di episodi analoghi, almeno due, anche negli atti del processo per la dispersione delle polveri dal carbonile di Cerano, che la Digos ha individuato nelle note contenute nel computer di un dirigente Enel, ma citati anche nelle testimonianze di alcuni agricoltori. Enel attribuisce gli allagamenti del nastro ale esondazioni del canale denominato Fiume Reale, che scorre a ridosso della trincea del nastro trasportatore. Comunque, ora si comincerà a lavorare alle soluzioni secondo quando indicato dal pm.

La società elettrica ha ancora un margine di un paio di settimane per fare arrivare altro carbone a Cerano, molto probabilmente si ricorrerà ad una spola di camion, anche se i gruppi della più grande termoelettrica italiana possono funzionare ad olio combustibile (la condotta scorre sempre nella trincea del nastro trasportatore). Al sopralluogo odierno hanno assistito anche alcuni dirigenti e manager di Enel. La centrale di Brindisi Sud copre il 4 per cento del fabbisogno nazionale di energia e il 60 per cento di quello della Puglia: non può fermarsi.

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