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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ambiente

Estrazioni in Adriatico, la Regione Puglia dice no in conferenza dei servizi

BARI - La Conferenza di Servizi ha detto no. Il parere della Regione Puglia, nel procedimento di Via relativo ai permessi ricerca di idrocarburi della Northern Petroleum lungo la costa pugliese, resta negativo per ognuno dei sette progetti presentati. Anche se la Np aveva provveduto a spostare le piattaforme dalle 12 miglia previste in un primo tempo, alle 15 miglia attuali. In realtà, il parere dato dalla Regione fonda sull’impossibilità di esprimere una valutazione complessiva, come dice la norma per la Valutazione di impatto ambientale. Il progetto presentato dalla società petrolifera,infatti, riguardando solo il primo lotto degli interventi richiesti per la ricerca, si limita all’esame del rischio sismico, evitando in tal modo la valutazione complessiva delle criticità ambientali che possono derivare dall’attività di “prospezione, ricerca e coltivazione” degli idrocarburi.

BARI - La Conferenza di Servizi ha detto no. Il parere della Regione Puglia, nel procedimento di Via relativo ai permessi ricerca  di idrocarburi  della Northern Petroleum  lungo la costa pugliese, resta negativo per ognuno dei sette progetti presentati.  Anche se la Np aveva provveduto a spostare le piattaforme dalle 12 miglia previste in un primo tempo, alle 15 miglia attuali. In realtà, il parere  dato dalla Regione fonda  sull’impossibilità di esprimere una valutazione complessiva, come dice la norma  per la Valutazione di impatto ambientale. Il progetto presentato dalla società petrolifera,infatti, riguardando solo il primo lotto degli interventi  richiesti per la ricerca, si limita   all’esame del rischio sismico, evitando in tal modo la valutazione complessiva delle criticità ambientali che  possono derivare dall’attività di “prospezione, ricerca e coltivazione” degli idrocarburi.

“Sebbene la normativa vigente per la concessione della Via - spiega l’assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, in conferenza stampa con il responsabile del servizio ambiente e demanio della Capitaneria di Porto di Bari, capitano di fregata Alessandro Cortesi e con il dirigente dell’Area per la Tutela e Sicurezza Ambientale, Antonello Antonicelli - non preveda  che gli Enti Locali esprimano un parere  se  le opere  sono poste oltre le 12 miglia dalla costa, riservando tale prerogativa  solo alla Regione, noi abbiamo voluto egualmente essere confortati dal loro parere. Tutti quelli pervenuti, sia con nota scritta che con la presenza degli amministratori, sono negativi. Le  15 miglia, pur essendo acque  internazionali, costituiscono sempre un’area di interesse economico esclusivo del nostro Paese”.

“Vedremo - continua l’assessore - se il Ministero per l’Ambiente vorrà ugualmente rilasciare questo permesso, ignorando il rilevantissimo impatto ambientale che, in un corridoio di mare come l’Adriatico avrebbero le piattaforme petrolifere offshore con conseguente attività di  desolforazione  che verrebbe eseguita il loco, e dovuta all’elevato tenore di zolfo degli idrocarburi adriatici”. E sì, perché  questo nostro petrolio non sarebbe nemmeno di grande qualità ( lo chiamano infatti petrolio amaro) e necessiterebbe, quindi, di pesanti processi di raffinazione.

Quello che fa la Regione è un discorso di principio: perché, trattandosi di sette aree marine contigue ( e nelle quali, peraltro,  sono già attivi o in procinto di esserlo vari programmi energetici)  la Np ha suddiviso la zona in sette aree adiacenti (vedi scheda allegata) invece di presentare un’unica istanza di compatibilità ambientale? E per quale motivo scorporare in tre fasi ogni progetto, impedendo, in tal modo  una valutazione complessiva?

E per un petrolio “no buono” vale veramente la pena esporre a rischio la pesca, l’eventualità di  inciampare in  ordigni bellici regalati  alle profondità del mare dalle guerre, soffiare nell’aria zolfo (che i venti portano ovunque) e contravvenire ai vincoli protezionistici europei sulle colonie di posidonia e su quelle di coralligeno bianco per il quale è stato tra l’altro appena stato varato un bando per un milione di euro? Insomma, come  avrebbe potuto, la Puglia, dichiararsi  favorevole nell’ambito del procedimento di Via senza aver potuto esaminare e vagliare ogni aspetto relativo  alla presenza di queste piattaforme? La parola passa ora al Ministero.

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