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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Ferrarese: "Ho le mani libere"

BRINDISI - Due ore dopo la nota dell'Enel circa l'annuncio di una richiesta ridarcitoria di 500 milioni alla società elettrica da parte della Provincia, arriva la replica di Ferrarese: "L'accordo di programma sottoscritto nel 2007 dal mio predecessore alla guida della Provincia di Brindisi, a cui ha successivamente aderito Enel nel 2010 impegnandosi a bonificare le aree dalla stessa inquinate nel territorio di Brindisi, non può inibire in alcun modo la tutela dei diritti patrimoniali e di immagine che la Provincia di Brindisi ed i suoi cittadini hanno subito e subiranno a causa dei fatti di reato contestati nel procedimento penale relativo all'inquinamento derivante dalla dispersione delle polveri di carbone".

BRINDISI - Due ore dopo la nota dell'Enel circa l'annuncio di una richiesta ridarcitoria di 500 milioni alla società elettrica da parte della Provincia, arriva la replica di Ferrarese: "L'accordo di programma sottoscritto nel 2007 dal mio predecessore alla guida della Provincia di Brindisi, a cui ha successivamente aderito Enel nel 2010 impegnandosi a bonificare le aree dalla stessa inquinate nel territorio di Brindisi, non può inibire in alcun modo la tutela dei diritti patrimoniali e di immagine che la Provincia di Brindisi ed i suoi cittadini hanno subito e subiranno a causa dei fatti di reato contestati nel procedimento penale relativo all'inquinamento derivante dalla dispersione delle polveri di carbone".

Secondo l'interpretazione dell'accordo fatto dal presidente della Provincia, che all'epoca era presidente di Confindustria Brindisi, "il contenuto di tale accordo di programma è stato approfonditamente valutato dall'attuale giunta provinciale che, all'esito di tale esame, ha ritenuto che lo stesso non costituisca in alcun modo atto transattivo o di rinuncia alle legittime azioni risarcitorie conseguenti a condotte asseritamente illecite perpetrate da Enel e dai propri dipendenti".

E ancora: "A conforto di tale convincimento vi è, ad esempio, la ventilata presunta impossibilità del Comune di Brindisi a costituirsi parte civile nel medesimo procedimento - dice Ferrarese - che deriverebbe non già da quell'accordo di programma bensì da una successiva ed appostita transazione stipulata dalla precedente giunta con la quale l'Organo esecutivo comunale pare abbia rinunciato ad agire in sede giudiziaria nei confronti di Enel con riferimento alla vicenda dello spargimento molesto delle polveri di carbone". "Non esiste alcun atto o transazione sottoscritto dalla Provincia di Brindisi - conclude il presidente Ferrarese - con cui si è dichiarato di rinunciare alla tutela dei propri diritti legittimi e di quelli dei cittadini".

Ma questo Ferrarese lo dice oggi. Il 30 ottobre del 2007, in qualità di presidente di Confindustria Brindisi e di fronte alla famosa ordinanza del sindaco Mennitti che bloccava i terreni agricoli contaminati a Cerano, la sua posizione era diversa. Nel 2007 Ferrarese chiedeva infatti un tavolo di confronto in cui ci fosse anche l’Enel, per eliminare “polemiche, incomprensioni e fratture” sulla questione della contaminazione dei terreni attorno al nastro trasportatore e alla centrale di Cerano, pur riconoscendo “coerente” l’ordinanza di divieto di coltivazioni da parte del sindaco Domenico Mennitti, comprensibili le proteste degli agricoltori, e legittimo il diritto dell’Enel a difendersi davanti al Tar dato il rischio di pretese risarcitorie.

“La mia preoccupazione –diceva Ferrarese all'epoca- è che, per la mancanza di confronto e di un immediato ed approfondito studio scientifico, possano ripresentarsi quelle fratture più volte vissute in passato, che hanno prodotto ripercussioni negative sulla nostra economia e a distanza di 10 anni non si riesce, anche se con la buona volontà di tutti, a sanarle”. Oggi il picconatore è lui.

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