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Sabato, 20 Aprile 2024
Ambiente

Il governo dell'acqua diviso sette

ROMA – Sette regioni italiane – Abruzzo, Basilicata, Puglia, Calabria, Campania, Molise e Lazio - hanno sottoscritto l’accordo sul governo unitario della risorsa idrica del distretto idrogeografico dell’Appennino meridionale. Grande soddisfazione per il presidente Vendola e l’assessore alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati.

ROMASette regioni italiane – Abruzzo, Basilicata, Puglia, Calabria, Campania, Molise e Lazio - hanno sottoscritto l’accordo sul governo unitario della risorsa idrica del distretto idrogeografico dell’Appennino meridionale. Grande soddisfazione per il presidente Vendola e l’assessore alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati.

Un governo idrico del Sud Italia. Una risorsa  pregiatissima che non poteva essere svalutata. Finalmente, ieri a Roma nella sede dell’amministrazione lucana, si è raggiunto un accordo fondamentale in merito al Distretto idrografico dell’Appennino meridionale. L’intesa fra regioni era mancata per la firma del presidente della Basificata, Vito De Filippo, lo scorso aprile.

“Questo non è un atto storico – ha commentato l’assessore Amati subito dopo la riunione tecnica romana – ma copre un ritardo. L’idea dell’unico atto di governo unitario della risorsa, ha risvolti molto pratici dei quali dobbiamo essere consapevoli, pena il fallimento dell’iniziativa: significa che da oggi tutte le regioni meridionali si autodefiniscono ricche di risorsa idrica ed allo stesso tempo sitibonde, impegnandosi reciprocamente al risparmio e alla preservazione dell’ambiente in cui l’acqua si raccoglie e convoglia”.

E’ come se si fosse costituito nella prospettiva dell’acqua, una nuova macro regione, il cui organo di governo assumerà le ricchezze e le povertà di tutti come proprie, senza distinzioni incentrate sui confini amministrativi. Tutto ciò accade, in quanto, la natura idrogeologica delle sette regioni che hanno firmato l’accordo, non conosce (e guai lo facesse) le suddivisioni amministrative. L’accordo si fonda sul principio, affermato a livello nazionale e comunitario, che la politica ambientale in materia di acque deve incentrarsi sulle acque nella forma in cui esse naturalmente attraversano i bacini idrografici per sfociare al mare, tenendo conto delle naturali interazioni delle acque superficiali e sotterranee.

Ne discende che tutte le misure adottate per realizzare gli obiettivi ambientali, di protezione ed impiego sostenibile della risorsa idrica, siano coordinate tra loro e che le loro ripercussioni siano gestite e controllate all’interno di ciascun bacino idrografico.  “Ora spero – ha concluso Amati – che l’accordo possa essere sottoscritto al più presto, anche sulla scia dell’accordo già vigente tra Puglia e Basilicata, che ha prodotto più di un segno incoraggiante almeno nella prospettiva di una virtuosa sperimentazione”.

Alla fine della riunione a Roma, l’assessore pugliese alle Opere Pubbliche ha registrato a verbale, con il consenso di tutti, che l’avvio del processo unitario ha come significato implicito l’agevolazione reciproca, nel frattempo, nella realizzazione e manutenzione di tutte le opere idrauliche di captazione, adduzione e distribuzione, se così non fosse, ovviamente, l’accordo unitario non potrebbe mai vedere la luce, in quanto revocherebbe il grande significato mutualistico e pratico che l’accordo firmato sottintende.

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