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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

Il superdeposito di Gpl nel mirino della Provincia

BRINDISI – Il più grande deposito di gas propano liquido dell’Italia meridionale, e forse dell’intero Paese, nel mirino del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, il quale, a giochi fatti, vuole rimettere tutto in discussione e procedere in autotutela per sottoporre l’impianto a Valutazione di impatto ambientale, previa sospensione delle autorizzazioni anche da parte dei ministeri interessati.

BRINDISI – Il più grande deposito di gas propano liquido dell’Italia meridionale, e forse dell’intero Paese,  nel mirino del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, il quale, a giochi fatti, vuole rimettere tutto in discussione e procedere in autotutela per sottoporre l’impianto a Valutazione di impatto ambientale, previa sospensione delle autorizzazioni anche da parte dei ministeri interessati. Quella di Costiero Adriatico sembrava una partita chiusa (e forse lo è nei fatti) da quando il Consiglio di Stato il 18 giugno 2008 risolse il contenzioso tra l’azienda e la Regione Puglia a favore della prima, ribaltando il verdetto del Tar di Lecce di alcuni mesi prima. Altro fatto non trascurabile, quello che l’opera è già conclusa da tempo.

Ferrarese assistette da presidente di Confindustria al braccio di ferro sul progetto di ampliamento del deposito di Gpl nella zona industriale di Brindisi, periodicamente alimentato da gasiere che approdano a poche centinaia di metri dalle rampe dei traghetti per la Grecia. Fu l’amministrazione provinciale  guidata da Michele Errico a chiedere alla Regione di fermare l’operazione, ma gli uffici preposti ad esprimere un parere sulla compatibilità ambientale del progetto non lo fecero, e Costiero Adriatico andò avanti avvalendosi del principio del silenzio-assenso. Una polemica mal dissimulata tra Provincia di Brindisi e Regione sortì poi come effetto una determina che imponeva l’assoggettamento a Via dell’impianto, subito impugnata davanti ai giudici amministrativi dall’azienda. Il primo match fu a vantaggio della Regione, l’impugnativa e il punto finale invece andarono a Costiero Adriatico.

Al movimento ambientalista brindisino non dispiace che Ferrarese riprenda la battaglia, ma nel contempo ci si chiede perché non vi sia una posizione analoga nei confronti del progetto del rigassificatore di metano di British Gas, altro impianto che innalzerebbe di molto la soglia del rischio industriale a Brindisi.

Il presidente della Provincia ieri ha annunciato che dopo approfondito esame degli aspetti giuridico-amministrativi della questione, la Provincia “ha valutato, oggi, con gli uffici competenti di procedere in autotutela ad annullare il silenzio assenso prodotto dalla Regione Puglia relativo alla verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale“.  Non è possibile, ha dichiarato Massimo Ferrarese, “ed è da irresponsabili consentire l’ampliamento dell’impianto da circa 7.000 a 24.000 tonnellate e per un volume complessivo di 52.000 metri cubi di gas senza una approfondita valutazione di impatto ambientale”.

Secondo Ferrarese, in presenza di tale iniziativa della Provincia di Brindisi, “le autorizzazioni rilasciate dal Ministero dello Sviluppo Economico, secondo quanto disposto dalla normativa vigente sono illegittime e quindi annullabili, in presenza di una violazione della normativa in materia”. L’azienda continua a tacere –come fece anche in presenza delle prime avvisaglie a fine 2009- probabilmente ritenendosi in una botte di ferro.

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