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Malattie e ambiente, chiesta indagine

BRINDISI - Con la richiesta di una indagine epidemiologica sulle cause delle alte percentuali di malformazioni sopprattutto cardiache nei neonati brindisini evidenziato da un studio condotto da un ricercatore del Cnr su dati del Dipartimento di neonatologia dell'ospedale Perrino, e sulle alte percentuali di neopòasie tra lavoratori e cittadini, inoltrata dall'asssociazione Brindisi Bene Comune, è d'accordo anche la Uil.

BRINDISI - Con la richiesta di una indagine epidemiologica sulle cause delle alte percentuali di malformazioni sopprattutto cardiache nei neonati brindisini evidenziato da un studio condotto da un ricercatore del Cnr su dati del Dipartimento di neonatologia dell'ospedale Perrino, e sulle alte percentuali di neopòasie tra lavoratori e cittadini, inoltrata dall'asssociazione Brindisi Bene Comune, è d'accordo anche la Uil.

Oggi l'incontro in piazza promosso da Brindisi Bene Comune per chiedere  "alle principali autorità politiche e sanitarie che si avvii rapidamente una indagine epidemiologica per stabilire se esiste una correlazione tra i mille veleni emessi, in aria, acqua e suolo, dal gigantesco polo chimico – energetico che da anni è attivo nel nostro territorio e gli inquietanti dati sanitari che emergono da studi parziali condotti a Brindisi".

La richiesta, come già detto, riguarda "in particolare l’ultimo studio effettuato",  e "per far ciò avviamo a sostegno della nostra richiesta una raccolta di firme. La domanda dell'indagine epidemiologica (file in calce a questo articolo) è indirizzata a Provincia e Comune di Brindisi, al Dap Arpa, alla direzione generale della Asl, al presidente della Regione Puglia e, per conoscenza, al procuratore della Repubblica.

All'iniziativa odierna di piazza Vittoria erano invitati Maurizio Portaluri, direttore del Reparto di Radioterapia dell’Asl Brindisi, Giuseppe Latini, direttore reparto Neonatologia Asl Brindisi, Emilio Gianicolo, ricercatore dell’Ifc Cnr di Lecce e l’avv. Stefano Palmisano, penalista e presidente di Salute Pubblica.

Nel testo della richiesta di indagine epidemiologica, Brindisi Bene Comune pone anche il problema delle malattie che colpiscono i lavoratori, e solleva nuovamente il caso delle morti bianche del petrolchimico di Brindisi, oggetto di una indagine archiviata su richiesta della procura ma che andrebbe riaperta sulla base di una diversa comparazione dei dati sull'incidenza dei tumori sui lavoratori che erano addetti alla lavorazione del cloruro di vinile monomero (Cvm), che era stata effettuata rispetto alla popolazione in genere e non rispetto ai lavoratori di altri reparti, come avvenuto a Marghera (dove le aziende sono state condannate).

"In relazione a notizie di stampa circa la richiesta proveniente da varie associazioni sulla necessità di avviare una indagine epidemiologica nei confronti dei cittadini del territorio di Brindisi e dei lavoratori esposti a cicli di lavorazione di sostanze a rischio, le scriventi organizzazioni sindacali esprimono piena condivisione", fa sapere la Uil. "Da ormai troppo tempo la Uil e la Uilcem provinciali chiedono la riattivazione del reparto di Medicina del lavoro dismesso da circa 15 anni. Non siamo stati mai ascoltati con la dovuta attenzione".

Il 26 maggio scorso, in occasione di una iniziativa promossa dall'Asl, dall'Inail di Brindisi e dall'Università del Salento sul tema “Sicurezza nelle aree industriali: approcci integrati per una gestione efficace", il sidacato chiese a Rodolfo Rollo, allora manager della Asl Br/1 "notizie sulla possibilità della riapertura del suddetto reparto di Medicina del lavoro, ricevendo come risposta che questa ipotesi, da tempo allo studio da parte della Regione Puglia, era bloccata dal piano sanitario di rientro, ed indicando l'ospedale di San Pietro Vernotico come la struttura in grado di ospitarlo, avendo personale adeguato per la specifica assistenza". Adesso la Uol gira la stessa richiesta all'attuale direttore generale, Paola Ciannamea, per sapere "se il progetto indicato dal suo predecessore rientra ancora nel piano sanitario regionale, se è attuabile e quanto tempo è necessario per avviare l'indispensabile struttura. Non si può continuare a far vivere i cittadini nell'incertezza e nel dubbio di essere esposti a gravi patologie - dice la Uil - senza avere a disposizione adeguati servizi per la prevenzione ed il controllo della salute".

Non c'è solo Medicina del lavoro tra le priorità, ma anche l'equipaggiamento degli enti preposti al  controllo ambientrale e l'impegno più generale sul risamento delle cause: "Siamo fiduciosi che, finalmente, la battaglia sulla prevenzione dia i suoi frutti con il ripristino del reparto, ma non solo. Ci riferiamo ad esempio al potenziamento degli organi pubblici di controllo e della dotazione tecnologica. Parliamo inoltre - conclude la Uil - di tutte le azioni rese possibili per migliorare le condizioni ambientali del territorio e di salute dei cittadini".

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