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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente

Nastro trasportatore, altre denunce

BRINDISI - Un armatore cipriota pronto a chiedere i danni perché le sue navi carboniere sono ferme da quando il nastro trasportatore della centrale Enel di Cerano è bloccato, per le conseguenze subite in seguito alle forti piogge del 15 gennaio scorso. Alcuni agricoltori hanno invece presentato un esposto e la procura di Brindisi ha avviato un’inchiesta per inondazione colposa, sempre relativamente agli allagamenti di quei giorni.

BRINDISI - Un armatore cipriota pronto a chiedere i danni perché le sue navi carboniere sono ferme da quando il nastro trasportatore della centrale Enel di Cerano è bloccato, per le conseguenze subite in seguito alle forti piogge del 15 gennaio scorso. Alcuni agricoltori hanno invece presentato un esposto e la procura di Brindisi ha avviato un’inchiesta per inondazione colposa, sempre relativamente agli allagamenti di quei giorni.

A quanto sostengono, i loro appezzamenti si sarebbero allagati, a causa della deviazione di alcuni canali della zona e quindi del flusso delle acque meteoriche in caso di pioggia, provocata dal tracciato in cemento del nastro. Il pm titolare del fascicolo, le cui ipotesi sono al momento rubricate come a carico di ‘ignoti’, è Antonio Costantini, lo stesso che si occupa dell’inchiesta nei confronti di Enel per reati ambientali in seguito a quanto accaduto, sempre per via delle piogge forti nella notte tra il 18 e il 19 gennaio scorsi.

Allora l’Arpa e i carabinieri del Noe intervennero per bloccare il trasferimento delle acque che dal Fiume Grande, che scorre accanto al nastro trasportatore, erano esondate finendo nella trincea dell’asse attrezzato Enel. Mediante idrovore, alcune ditte appaltatrici stavano aspirando quell’acqua che, verosimilmente, era entrata a contatto con le polveri di carbone contenute nel nastro. Nei giorni successivi, dopo un incontro in prefettura tra le parti interessate, è stato predisposto un piano per rimettere in funzione il nastro che, però, è ancora inattivo.

Enel sta operando quindi su strada, facendo giungere il carbone alla centrale su gomma e utilizzando per lo scarico non la solita banchina di Costa Morena, ma quella che viene normalmente utilizzata da Edipower, nella attigua Costa Morena Est. Quanto alle indagini sull’inondazione, il pm Antonio Costantini sta valutando anche i casi precedenti di allagamento nei pressi dei 13 chilometri di nastro trasportatore.

L’allagamento della trincea che risale al 15 gennaio è il terzo, di una certa rilevanza, in otto anni. E in tutti questi casi la società elettrica ha di fatto attribuito alle canalizzazioni di competenza del Consorzio dell’Arneo la responsabilità di ciò. La risposta è stata che al momento della costruzione della trincea, in sede di richiesta e concessione dei nulla osta da parte del Genio Civile di Brindisi e dello stesso consorzio dell’Arneo, Enel avrebbe firmato un atto in cui si assumeva le responsabilità dei danni che avrebbero potuto causare le tracimazioni dei canali circostanti l’opera.

Nel 2007 Enel inviò al consorzio dell’Arneo una richiesta di copertura di danni di un milione e 120mila euro, per l’allagamento della trincea avvenuto il 7 novembre del 2005. In quella circostanza, la società elettrica attribuì l’evento alla tracimazione di Fiume Grande. Fu in quella circostanza che il Consorzio di bonifica rispose ricordando ciò che era stato stabilito prima dell’avvio della costruzione del nastro nel 1993, e che la deviazione di Fiume Grande e di altri canali fu eseguita proprio da Enel in corso di realizzazione della trincea.

Ora ci si mettono anche gli agricoltori, proprietari di terreni vicino al nastro che hanno denunciato danni subiti, a loro dire, a causa delle modifiche all’ambiente arrecate dalla realizzazione di quell’impianto. Non solo dispersione di polveri, dunque, sulla quale è in corso un processo per danneggiamento e per getto pericoloso di cose, con 15 imputati, 13 dei quali dirigenti Enel.

Ma anche, dicono, inondazioni causate da problemi allo scorrimento delle acque meteoriche in caso di forti piogge. Andranno ricercate, se vi sono, le reali cause delle ultime inondazioni, e se vi sono condotte censurabili, allora si dovrà andare a vedere chi, illo tempore, firmò le autorizzazioni. E se tutto, allora come oggi, fosse perfettamente conforme alla legge.

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