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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

Operatori ecologici brindisini tra i meglio pagati, ma c'è il "buco" Innovambiente

BRINDISI – Sarà anche vero che gli operatori ecologici brindisini, secondo alcune statistiche elaborate da Monteco, guadagnano il 22 per cento in più rispetto alla media nazionale della categoria, ma è anche vero che la chiusura del lunghissimo ciclo iniziato con la Slia, poi proseguito con Aspica e Innovambiente, ed ora approdato a Monteco, è stato lastricato negli ultimi anni di incertezze e patimenti finanziari. Come la faccenda delle ritenute contributive, sul Tfr e delle quote per mutui mai versate agli enti previdenziali, alle finanziarie e alle banche. Alla fine, fatti due conti, si tratta di cifre davvero considerevoli: poco meno di 600mila euro stando ai decreti ingiuntivi già ottenuti e notificati al Comune di Brindisi.

BRINDISI – Sarà anche vero che gli operatori ecologici brindisini, secondo alcune statistiche elaborate da Monteco, guadagnano il 22 per cento in più rispetto alla media nazionale della categoria, ma è anche vero che la chiusura del lunghissimo ciclo iniziato con la Slia, poi proseguito con Aspica e Innovambiente, ed ora approdato a Monteco, è stato lastricato negli ultimi anni di incertezze e patimenti finanziari. Come la faccenda delle ritenute contributive, sul Tfr e delle quote per mutui mai versate agli enti previdenziali, alle finanziarie e alle banche. Alla fine, fatti due conti, si tratta di cifre davvero considerevoli: poco meno di 600mila euro stando ai decreti ingiuntivi già ottenuti e notificati al Comune di Brindisi.

Ma alla fine le somma sarà ancora più consistente, man mano che il giudice civile riconoscerà il credito vantato da altri lavoratori. Al momento ammontano a richieste per 425mila euro i decreti ingiuntivi ottenuti dall’avvocato Francesco Arigliano per un gruppo di 77 dipendenti, e a 110mila euro quelle di altri 33 lavoratori che si sono affidati all’avvocato Ferruccio Di Noi. Altre somme sono state riconosciute poi in questi giorni ad altri ricorrenti. “E non è tutto –dice Cosimo Di Campi, del comitato spontaneo costituito da una quarantina di lavoratori ex Innovambiente ed ora Monteco- , perché ci sono anche i decreti ingiuntivi dei creditori, che dovrebbero ammontare al momento, secondo informazioni ricevute, a circa 700mila euro”.

Il grosso problema è dove e come recuperare i soldi. Il Comune di Brindisi era riuscito a trattenere appena in tempo il canone di gennaio e febbraio destinato a Innovambiente, una cifra che si aggira attorno ai 2,4 milioni di euro, oltre a 126mila euro di cauzione e ad altri 140mila euro di penali su contestazioni effettuate. “Ciò è quello che ci risulta –prosegue Cosimo Di Campi- ma siamo stati disorientati dalle disponibilità via via dichiarate dal Comune in tre diverse lettere in cui si parla una volta di 300mila euro di residui, poi di 700mila, euro, un’altra volta di un milione di euro. Per capirci qualcosa abbiamo chiesto un incontro”. Altrimenti bisognerà puntare su Innovambiente, ed è ciò che tutti temono. Potrebbe risultare una scatola vuota.

Monteco intanto punta a ristrutturare il servizio, secondo le esigenze indicate dall’amministrazione comunale. E ciò sta comportando anche un riassetto graduale ma deciso degli equilibri interni. Si dice, infatti, che il direttore storico di tante gestioni del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, Piero Gioia, sia stato di fatto privato delle mansioni, e che tutto sia concentrato nella mani del nuovo titolare dell’appalto, Mario Montinaro.

Il quale adesso ha un obiettivo prioritario: chiudere l’accordo con i sindacati aziendali sul nuovo piano industriale entro il 31 maggio. Se su questo ci sarà guerriglia, non è escluso che Monteco rinunci a stare seduta su una mina. Per ora ogni tentativo di braccio di ferro è stato smussato (il famoso accordo del 1985-86 con Slia, che di fatto garantisce un superminimo agli operatori ecologici brindisini portando oggi a 1400-1600 euro mensili netti le retribuzioni medie, è stato uno dei primi scogli affrontati e superati).

Ma le sofferenze interne ci sono e si vedono: Cobas e Ugl sono per il dialogo e la ricerca di un accordo teso a fare in modo che Monteco resti e garantisca i posti di lavoro; Fiadel, Cisl, Uil e Cgil hanno posizioni più radicali e avevano proclamato già una giornata di sciopero, rientrata dopo un incontro al Mercato del Lavoro. Non pochi lavoratori hanno scelto di dissociarsi e di costituire il comitato spontaneo. La città aspetta: si avvicina l’estate, il lavoro per ripulire a fondo Brindisi e tenerla in ordine deve essere avviato su nuove basi e deve mantenere uno standard di qualità elevato, e deve ripartire la raccolta differenziata. C’è un esercito di 280 unità da impiegare al meglio (la sesta azienda come numero di addetti della provincia). E anche l’appalto non è trascurabile: 28 milioni di euro in due anni, più o meno la stessa cifra che sempre in 24 mesi spende l’Enel per la movimentazione del carbone. Un affare tra i più grossi.

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