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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente Carovigno

Pantanagianni, comitato di difesa

CAROVIGNO - Il doppio incendio della macchia mediterranea e del canneto nella lama di Pantagianni, che risalgono ad alcune settimane, hanno stimolatoi la nasciata di un comitato per la difesa dell'ambiente naturale e del patrimonio storico nel sito. Esordio dell'associazione, un sit-in preannunciato per domenica 6 novembre alle 11 sul luogo. "Può essere solo l’opera di un piromane? Oppure, come accaduto a Torre Santa Sabina sulla lama del Canalone della Mezzaluna, si vuole cementificare anche a Pantanagianni? Non lo sappiamo. Lo chiediamo al sindaco di Carovigno".

CAROVIGNO - Il doppio incendio della macchia mediterranea e del canneto nella lama di Pantagianni, che risalgono ad alcune settimane, hanno stimolatoi la nasciata di un comitato per la difesa dell'ambiente naturale e del patrimonio storico nel sito. Esordio dell'associazione, un sit-in preannunciato per domenica 6 novembre alle 11 sul luogo. "Può essere solo l’opera di un piromane? Oppure, come accaduto a Torre Santa Sabina sulla lama del Canalone della Mezzaluna, si vuole cementificare anche a Pantanagianni? Non lo sappiamo. Lo chiediamo  al sindaco di Carovigno".

Il comunicato del Comitato per la difesa di Pantanagianni  (pantano-Gianni=Giovanni, primo proprietario della zona), spiega che l'area - ora densamente urbanizzata con ville e mini residence -  è una palude che nel periodo invernale spesso si collega al mare. Prima che fosse costruita una strada (che funge ora da diga) il canale si collegava col mare per tutto l’inverno. Il canale, nel suo tratto finale si presenta attivo, determinando - spiega la nota - un habitat vegetale caratterizzato da un canneto e dalla tipica macchia costiera e di animali palustri. Nell’area interessata sono stati rinvenuti sepolcri, vasi, e monete antiche (Vincenzo Andriani 'Carbina e Brindisi' pag. 161  – Grafischena Fasano 1968)".

Il comitato è preoccupato: "L’intensa attività edilizia degli ultimi anni nell’area sta progressivamente cancellando le tracce dei vari insediamenti. La zona era attraversata dalla via Minucia (fatta costruire dal console Minucio) che era parallela alla Traiana e correva più in vicinanza del mare ed era più corta.  Una delle strade più nobili che costruirono i romani che percorsero Orazio  e Mecenate allorquando si recarono a Brindisi per comporre la Pax Brundusina”.

L’intera zona, sui documenti notarili di compravendita e nelle concessioni edilizia viene chiamata “Taverna Nova” perché nella qui c’era una “stazione di servizio per il cambio dei cavalli”. Ma ora l'obiettivo, dicono dal comitato, è "scongiurare un’ulteriore cementificazione selvaggia della costa e nel denunciare quanto sta avvenendo", richiamando l’attenzione sull’attuale livello di degrado in cui versa il territorio, con l’intento promuovere l’azione di recupero e di salvataggio dell'intera area.

I promotori del Comitato di difesa del fiume di Pantanagianni, Protezione Civile di Carovigno, WWF Brindisi, Legambiente locale e Provinciale, Italia nostra e Gruppo Archeologico di Brindisi, lanciano un appello per salvare “questo bene inestimabile, non riproducibile e patrimonio dell’umanità”. Nel chiedere al sindaco  se siano state rilasciate concessioni edilizie lungo il canale di Pantanagianni, il comitato chiede "alle autorità competenti di vigilare per scongiurare nuovi insediamenti edilizi  in questa zona di immenso interesse storico, archeologico, paesaggistico – ambientalistico".

Aderiscono all’iniziativa anche i partiti politici locali di opposizione: Pd, Sel, Rifondazione comunista-Federazione della Sinistra, Comunisti sinistra popolare. "Nel costituire un osservatorio permanente di difesa del territorio si indice per domenica 6 novembre, alle ore 11  un sit-in presso il canale palude di Pantanagianni", conclude la nota del comitato

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