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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

Più pericoloso il deposito di Gpl o la discarica dimenticata? "Ora verifichiamo se è inoffensiva"

BRINDISI – Lui, il consigliere comunale brindisino Pasquale Luperti, dice di avere scoperto per caso l’esistenza della discarica di rifiuti speciali di proprietà dell’Asi, alla zona industriale, quella collina formata apparentemente di terriccio ma in realtà costituita dal materiale rimosso durante le bonifiche del sito Enichem di Manfredonia, e poi da strati di ceneri del vicino termovalorizzatore sempre di proprietà dell’Asi e sempre destinato al trattamento dei rifiuti industriali pericolosi. Proprio la discarica di cui la giunta provinciale guidata da Michele Errico impose la chiusura e la messa in sicurezza con tanto di fidejussione obbligatoria. Un impianto gestito quasi sempre da Termomeccanica, poi passato al gruppo francese Veolia: uno di quelli che sin che pompano soldi a palate valgono appunto oro, ma che quando si tratta di chiudere e bonificare diventano solo grane di cui sbarazzarsi.

BRINDISI – Lui, il consigliere comunale brindisino Pasquale Luperti, dice di avere scoperto per caso l’esistenza della discarica di rifiuti speciali di proprietà dell’Asi, alla zona industriale, quella collina formata apparentemente di terriccio ma in realtà costituita dal materiale rimosso durante le bonifiche del sito Enichem di Manfredonia, e poi da strati di ceneri del vicino termovalorizzatore sempre di proprietà dell’Asi e sempre destinato al trattamento dei rifiuti industriali pericolosi. Proprio la discarica di cui la giunta provinciale guidata da Michele Errico impose la chiusura e la messa in sicurezza con tanto di fidejussione obbligatoria. Un impianto gestito quasi sempre da Termomeccanica, poi passato al gruppo francese Veolia: uno di quelli che sin che pompano soldi a palate valgono appunto oro, ma che quando si tratta di chiudere e bonificare diventano solo grane di cui sbarazzarsi.

Cosa ha scoperto Luperti, oltre a questa specie di puzzolente altipiano artificiale? O meglio, cosa vorrebbe scoprire? A questo punto, se le operazioni di messa in sicurezza della discarica si stanno svolgendo secondo le procedure previste. E su ciò interroga il sindaco Domenico Mennitti, anche se Luperti sa benissimo ( e lo scrive nell’interpellanza) che la competenza delle verifiche amministrative e tecniche è della Provincia. Inoltre, Pasquale Luperti – per uno che si è imbattuto per caso nel “mostro” – dimostra di saperne abbastanza della faccenda. Il consigliere comunale, capogruppo di Alleanza per l’Italia, era andato sul posto perché  lì ci sono i due depositi di gpl di Costiero Adriatico, particolarmente presi di mira negli ultimi mesi proprio dal presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, il quale vuole che il ministero competente revochi in autotutela le autorizzazioni alla società in questione.

Costiero Adriatico, che ha in tasca – e in cassaforte – una sentenza favorevole del Consiglio di Stato al termine di un lungo contenzioso con la Regione Puglia (il Servizio ambiente riteneva che il raddoppio del deposito andasse sottoposto a Valutazione di impatto ambientale, mentre tutto è stato fatto col principio del silenzio-assenso), per ora sta a guardare.  Piuttosto, proprio accanto, c’è questa collina da mettere in sicurezza di cui forse – sembra dire Luperti – Ferrarese dovrebbe occuparsi di più. Ma è solo una coincidenza, perché le domande vengono poste da Luperti al sindaco. Il quale forse gli risponderà di porre il problema al Consorzio Asi – proprietario – e alla Provincia, preposta ai controlli. Il consigliere comunale, nel corso del sopralluogo, ha visto che la collina era diventata tutta bianca a causa di una sostanza che era stata cosparsa sull’intera superficie, “tanto da farmi pensare che si stesse realizzando un impianto sciistico”.

Ma dalle battute Pasquale Luperti passa subito al sodo, e chiede a Mennitti “se le condizioni di sicurezza di detta discarica siano sufficienti per salvaguardare la salute dei nostri concittadini; se è stato verificato prima che le quote di autorizzazione rilasciate dalla Provincia siano state rispettate, o se la quota del materiale stoccato sia superiore a quella autorizzata; se l’esecuzione di dette opere sia stata concordata e verificata durante i lavori, visto che dalle informazioni da me recepite, sulla scarpata (come da regolamento in materia) doveva essere posizionato uno strato di geocomposito filtro drenante, seguito da uno strato di 50 centimetri di argilla sulla quale posizionare una membrana in HPDE, e subito dopo uno strato di 50 centimetri di ghiaia, sopra la quale stendere del geotessile non tessuto, sul quale posizionare una geostuola tridimensionale grimpante ricoperta di uno strato di 50 centimetri di terreno vegetale, e a seguire un ulteriore strato di geostuola e uno finale di 50cm. di terreno vegetale”.

“Di tutte le suddette coperture, che dovrebbero ricoprire i rifiuti depositati – conclude Luperti - a vista d’occhio sembra che di fatto sia stato usato solo del materiale di colore bianco, che presumo sia del calcare. Quindi, chiedo a lei signor sindaco, un intervento che possa tranquillizzare i miei dubbi su come siano stati eseguiti i lavori di copertura”. Insomma, in quel posto, se Costiero Adriatico è una bomba di propano, ce n’è anche una biologica, peraltro flottante nella falda sottostante e a pochi metri da una canale che finisce in mare. Che facciamo?

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