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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ambiente

Polimeri: "Adesso non si può sbagliare"

BRINDISI – Spira aria di rinnovato, seppur moderato, ottimismo nello stabilimento di Polimeri Europa all'indomani della decisione del Comitato regionale. Nonostante le nubi all’orizzonte - non solo dal punto di vista meteorologico - dipendenti, operai quadri, dirigenti, in massa si sono ritrovati all’ingresso dei cancelli del Petrolchimico per apprendere dai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl le ultime novità, positive per il momento, perché il posto di lavoro è salvo, almeno per i prossimi sessanta giorni. Dalle 10 alle 11 una nuova riunione ha registrato la nuova partecipazione di massa di tutti i lavoratori.

BRINDISI – Spira aria di rinnovato, seppur moderato, ottimismo nello stabilimento di Polimeri Europa all'indomani della decisione del Comitato regionale. Nonostante le nubi all’orizzonte - non solo dal punto di vista meteorologico - dipendenti, operai quadri, dirigenti, in massa si sono ritrovati all’ingresso dei cancelli del Petrolchimico per apprendere dai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl le ultime novità, positive per il momento, perché il posto di lavoro è salvo, almeno per i prossimi sessanta giorni. Dalle 10 alle 11 una nuova riunione ha registrato la nuova partecipazione di massa di tutti i lavoratori.

C’è grande motivazione tra tutti, che dimostrano uno spirito di appartenenza e di attaccamento all’azienda che non ha eguali, ma sono consapevoli che i prossimi due mesi sono fondamentali e non saranno ammessi errori. I primi a non perdonarli sarebbero gli stessi dipendenti per i quali "non è possibile che questo stabilimento possa chiudere”. Non si tratta solo di salvare lo stipendio. Non c’è in ballo soltanto un pezzo di economia del Salento, il futuro di 2.500 famiglie, di tutto un indotto di aziende, e di economie che a cascata dipendono da un gigante della chimica, ma il futuro di un territorio oltre che dei suoi ultimi sessant’anni e passa di storia. Si tratta del rischio di perdere un settore ad alto valore aggiunto in termini di conoscenze e tecnologie. E della cancellazione, come con un colpo di spugna, di una rivoluzione che ha portato la graduale trasformazione di una economia prettamente fondata sul settore dell'agricoltura in economia industriale, innestando un ciclo positivo che ha portato anche alla nascita ed il consolidamento di un altro settore, il terziario.

Tutti ne sono consapevoli, per questo l’imperativo categorico – dopo la proroga concessa dal Ctr e la richiesta degli adeguamenti e di un nuovo piano per la sicurezza – è non sbagliare ed agire secondo le direttive imposte dall’organo tecnico interistituzionale. “Non saranno ammessi errori”, dicono i dipendenti, “non  saranno ammesse relazioni che riportano errori madornali come i riferimenti contenuti nei piani precedenti ad altri stabilimenti come quello di Cagliari”. E’ il tempo della reazione, la corsa per continuare una tradizione, grazie alla quale anche l’istruzione ha modificato il suo corso, in questo secolo, in tutta la provincia – sede di prestigiosi istituti tecnici industriali e professionali che hanno formato generazioni di tecnici -, è il tempo di dimostrare che a Brindisi le cose si possono fare e anche bene volendo.

Il know-how c’è, la volontà anche: al rompete le righe dei sindacati, stamattina, tutti i dipendenti del Petrolchimico sono tornati in marcia, al pari degli impianti che riprenderanno la produzione normale nell’arco del tempo utile. Gli impianti passeranno dal minimo tecnico al pieno regime nell’arco di 48 ore: i giganti impiegano un po’ di tempo per rialzarsi, anche se, quando cadono, il tonfo produce effetti incalcolabili. Tutti ne sono consapevoli, dall’azienda, ai lavoratori, alle parti istituzionali e sociali. Michela Almiento (segretaria generale della Cgil), Corradino de Pascalis (segretario generale della Cisl), Antonio Licchello (segretario generale della Uil, assente per altri impegni fuori sede), tutti i rappresentanti delle categorie dei chimici: hanno pubblicamente ringraziato il prefetto Nicola Prete per il suo impegno, così come l’assessore regionale Lorenzo Nicastro e tutte le istituzioni che con la loro opera hanno consentito di scongiurare la fine ingloriosa di un colosso che, nonostante le sue imperfezioni e le sue pecche, può permettere in tempi bui - come quelli in cui il Paese sta navigando – di tenere accesa una luce e di trarre da questo momentaneo “scampato pericolo” una occasione di rilancio.

Non sono parole di circostanza perché, sottolineano nelle loro dichiarazioni, tutti hanno giocato di squadra: “si è rinnovata una volontà a stare tutti nella direzione giusta: quella del lavoro, quella della produzione, ma anche e soprattutto quella della sicurezza per i lavoratori e la città”. I ringraziamenti vanno anche al Ctr per aver riaperto un margine di speranza nonostante le “gravi inadempienze riscontrate”. Le premesse per tenere in piedi un pezzo di economia, già difficile da difendere per la concorrenza del mercato globale, ci sono tutte, le conoscenze anche, ora sta all’azienda del gruppo Eni evitare errori, perché non saranno concessi sconti da nessuno, né dagli organi di controllo né da altri a cominciare dagli stessi lavoratori a tutti i livelli. Resta per questo lo stato di agitazione tra le maestranze, mentre il gigante riparte dall’adempimento di tutte le prescrizioni imposte.

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