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Torce e "botti", Arpa difende l'indagine

BRINDISI - Sparare sempre addosso all'Arpa, e in maniera gratuita, finisce con il favorire solo "il re di Prussia". Lo scrive in una lettera al personale di tutti i dipartimenti provinciali il direttore Giorgio Assennato, prendendo spunto dagli ultimi fatti di Brindisi.

BRINDISI - Per la storia dell'inquinamento da fuochi di artificio, il giorno dell'ultimo dell'anno quando si accesero le candele del petrolchimico, una semplificazione del ragionamento un po' più complesso degli ambientalisti di Brindisi Bene Comune, il direttore dell'Arpa Puglia, Giorgio Assennato si è molto adirato. "Così si favorisce il re di Prussia" ha scritto in una lunga lettera diretta a tutte le sedi provinciali.

Assennato si riferisce al fatto che una presunta macchina del fango contro Arpa, che ha prodotto decine di relazioni utili all'autorità inquirente per delegare ed eseguire indagini, non faccia altro che agevolare chi utilizza o ha utilizzato in maniera anomala le cosiddette torce del petrolchimico che dovrebbero entrare in funzione solo in rarissimi casi di emergenza e che invece vengono azionate un po' più spesso, come ha dimostrato un'inchiesta che portò il pm Antonio Costantini a chiedere e ottenere il sequestro di sei torce e che si è recentemente conclusa con un'oblazione per i quattro indagati (due di Versalis e due di Basell), per 116mila euro complessivi, tra i 26 mila e 36 mila a testa.

Ecco i fatti, così come vengono ricostruiti  dal prof. Assennato: "Arpa Puglia - scrive -  sinora ha prodotto, in occasione della anomala accensione delle torce del Petrolchimico, relazioni che non sono inferiori per qualità a quelle delle migliori (e ben più robuste) Arpa a livello nazionale (n.33 in occasione di eventi torce dal 2008 al mese di febbraio 2013). Da quelle relazioni (pubblicate sul nostro sito e trasmesse agli Enti) sono derivate apprezzate comunicazioni a convegni scientifici nazionali e informazioni di grande utilità per l’avvio dell’azione penale da parte della magistratura inquirente (per la quale sono state predisposte circa 6 relazioni su delega di indagine e 6 sopralluoghi nel 2011)". Punto primo.

"Sono stati effettuati - va avanti il direttore di Arpa Puglia -  prelievi a camino a sorpresa ed è stato fornito supporto ad Ispra nel corso delle ispezioni Aia nazionali", sul cui rispetto delle prescrizioni ci sono per altro nuovi approfondimenti investigativi. "Sono circa 82 i verbali di constatazione di tecnici del Dap Brindisi in occasione di eventi torce dal 2008 al mese di febbraio 2013, in pronta emergenza come da Protocollo con gli Enti". E anche questo è un dato importante, anche perché aggiornato a tempi recentissimi.

Quindi le valutazioni: "Gettare il fango sulla loro attendibilità scientifica oggettivamente favorisce il 're di Prussia' e nuoce alla causa della tutela dell’ambiente e della salute dei brindisini". "Nel caso in oggetto - secondo Assennato -  il legittimo esercizio della libertà di critica da parte della stampa è stato penosamente sostituito da una gratuita diffamazione nei confronti del nostro ente”.

“In soldoni, il messaggio condito da un mix di ignoranza e di populismo rivolto a gente di bocca buona è il seguente: l’Arpa di Brindisi già tristemente nota per aver attribuito gli sforamenti delle polveri sottili a Torchiarolo alle emissioni dei camini e non alla megacentrale di Cerano ora ci vuole prendere ancora in giro sostenendo che l’inquinamento atmosferico che ha interessato la città nel giorno di Capodanno sarebbe dovuto non alle emissioni delle torce del Petrolchimico, ma ai fuochi pirotecnici di fine anno e alle contingenti condizioni meteorologiche, o comunque agli effetti di tutto ciò che avviene in ambito urbano dopo la mezzanotte", afferma Assennato.

Come si ribatte a un ragionamento di questo tipo? "Potrò mai convincere il lettore di bocca buona che una pluriennale attività di ricerca fatta da Arpa, Università (di Bari, del Salento e di Milano) e Cnr (di Lecce) hanno dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che i superamenti di PM10 (polveri sottili) a Torchiarolo sono dovuti alla combustione delle biomasse legnose, cioè alle emissioni dei camini, ed in particolare dei camini adiacenti alla nostra centralina di monitoraggio? Impossibile, perché ci sarà sempre il fondato sospetto, anzi la certezza matematica, che chi scrive queste cose è un venduto, prezzolato al soldo della multinazionale di turno (nella fattispecie l’Enel)".

"Ma chi leggerebbe un lungo, ostico e noioso documento, pubblicato su un sito di un organo tecnico, lontanissimo dalla ribalta mediatica?".  "Chi avrà la pazienza di leggere l’intero rapporto potrà rendersi conto dell’impatto emissivo ed immissivo dell’accensione delle torce nel corso di uno che certamente non è l’episodio più grave tra i tantissimi che purtroppo continuano ad interessare la città. E potrà quindi prendere atto che soltanto alla fine, per onestà intellettuale, si fa presente che, essendosi il fenomeno verificato nella notte di Capodanno, potrebbe esserci stato un contributo sulle nostre centraline dei fuochi di artificio o del traffico in città".

"Al solerte 'ambientalista' Riccardo Rossi faccio presente che una abbondante letteratura scientifica in conclusione - qui di seguito citata, riporta il rilevante impatto che i fuochi pirotecnici hanno sulla qualità dell’aria ed anche sulla salute umana. Basta cliccare ”fireworks” su Pubmed, il database della letteratura biomedica. Ad esempio, se avessi un figlio o un nipote asmatico, gli impedirei di inalare i fumi emessi dai fuochi pirotecnici, perché sarebbero in grado scatenargli una crisi”.

“Non esistono – conclude Assennato - emissioni ambientali buone, di sinistra (fuochi pirotecnici, falò, camini, ceneri vulcaniche e polveri sahariane,) e cattive, di destra (grandi impianti industriali, inceneritori): per noi, tutte sono oggetto di valutazione, di monitoraggio e di controllo. Quando poi riscontriamo violazioni delle norme, non facciamo sconti a nessuno. E comunque nei confronti dei nostri tecnici che per meno di millecinquecento euro al mese si dannano l’anima per tutelare ambiente e salute si deve un minimo di rispetto".

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