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Martedì, 23 Aprile 2024
Ambiente

Torce petrolchimico, tocca all'Arpa

BRINDISI – Non è più la procura delle Repubblica che deve occuparsi delle torce e degli impianti del Petrolchimico di Brindisi, ma gli organi di controllo come Arpa e Comitato tecnico regionale. L’indagine diretta dal pm Antonio Costantini, che aveva delegato alla Digos gli accertamenti di polizia giudiziaria, si è infatti conclusa quando le aziende interessate, l’allora Polimeri Europa ed ora Versalis, e Basell, hanno ottemperato alle prescrizioni realizzando i lavori prescritti dal magistrato inquirente (12 i milioni investiti) sulla base della relazione del consulente tecnico. Inoltre i reati ambientali a base della stessa indagine sono ormai estinti su oblazione, meccanismo previsto dalle norme vigenti.

BRINDISI – Non è più la procura delle Repubblica che deve occuparsi delle torce e degli impianti del Petrolchimico di Brindisi, ma gli organi di controllo come Arpa e Comitato tecnico regionale. L’indagine diretta dal pm Antonio Costantini, che aveva delegato alla Digos gli accertamenti di polizia giudiziaria, si è infatti conclusa quando le aziende interessate, l’allora Polimeri Europa ed ora Versalis, e Basell, hanno ottemperato alle prescrizioni realizzando i lavori prescritti dal magistrato inquirente (12 i milioni investiti)  sulla base della relazione del consulente tecnico. Inoltre i reati ambientali a base della stessa indagine sono ormai estinti su oblazione, meccanismo previsto dalle norme vigenti.

Se le fiammate che si ripetono rientrino nella normalità di interventi in corso sugli impianti, o se rappresentino anomalie, sta ai soggetti preposti stabilirlo. La procura potrebbe intervenire solo in presenza di nuove ipotesi di reato. Allo stato attuale, da quanto ci risulta, il parere favorevole del pm alla richiesta di oblazione avanzata dalle aziende è legato all’avvenuta realizzazione degli interventi di ambientalizzazione e sicurezza richiesti, che hanno comportato un investimento di circa 6 milioni di euro da parte di ciascuna delle società, e all’inserimento da parte del ministero dell’Ambiente nell’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata a Versalis per Brindisi della previsione dei controlli di monitoraggio previsti dalle nuove normative.

Dalla concessione dell’Aia in poi, il sistema delle torce del petrolchimico brindisino non ha più la configurazione tecnica e amministrativa di impianto di emergenza, ma le torce stesse sono state autorizzate alle emissioni. Esistono dunque dei parametri-soglia fissati nell’Aia che non possono essere superati. Inoltre, sempre su prescrizione della procura di Brindisi, per ogni torcia dovevano essere installati misuratori di flusso con sensori in grado anche di identificare i gas inviati alla combustione e quindi all’emissione in atmosfera, ed essere realizzato un impianto di termossidazione.

Se questi apparati ora funzionino e siano tarati secondo quanto previsto dall’Aia, devono accertarlo con opportune attività ispettive sia l’Arpa che il Ctr Puglia. Anche le misurazioni delle emissioni causate dalle accensioni ripetute delle torce vanno effettuato sull’impianto, perché quelle effettuate attraverso le centraline esistenti non sono indicative. Vi è infine l’obbligo cui l’azienda deve adempiere della comunicazione periodica alle autorità locali, e di quella straordinaria in caso di incidenti agli impianti.

Sulla base degli adeguamenti e dell’oblazione, la procura di Brindisi ha provveduto a suo tempo al dissequestro delle torce del petrolchimico. Non ci sarà quindi un processo, essendosi estinto il reato. La somma versata per l’oblazione pare sia di circa 68mila euro e copre abbondantemente le spese sostenute dallo Stato per le attività di indagine e peritali, mentre i 12 milioni spesi dalle aziende dovrebbero garantire la soluzione del problema precedente che si era configurato come reato, vale a dire l’uso delle torce come termodistruttori non autorizzati di rifiuti industriali. Le torce di Basell furono dissequestrate nel luglio del 2011 con gli adeguamenti integrativi all'Aia.

Con l’attuale legislazione ambientale, inadeguata, un processo avrebbe portato il reato quasi certamente alla prescrizione, per questo la procura ha optato per la strada del sequestro con la prescrizione degli adeguamenti. Dal momento del dissequestro e della concessione dell’Aia, i controlli amministrativi toccano al Ministero dell’Ambiente e alle agenzie. Sono loro che devono dire ai brindisini se uno dei problemi esistenti nella grande fabbrica chimica è risolto effettivamente o meno,  se lo spettacolo raffigurato dal video che abbiamo inserito nel precedente articolo e nelle foto che mostriamo in questo rientri o meno nella normalità.

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