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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

Un'altra discarica di scorie Enel tra gli ulivi

MANDURIA – Ceneri e scarti di lavorazione del ciclo di cemento, tombati in novemila metri quadri di terreno nelle campagne di Manduria (Taranto) prodotti dalla Centrale Enel Federico II di Cerano e da altre aziende del Brindisino e del Tarantino.

MANDURIA – Ceneri e scarti di lavorazione del ciclo di cemento, tombati in novemila metri quadri di terreno ad uliveto nelle campagne di Manduria (Taranto) prodotti dalla Centrale Enel Federico II di Cerano e da altre aziende del Brindisino e del Tarantino. È questa la nuova scoperta fatta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce e dai colleghi del Nucleo investigativo del reparto operativo di Taranto, nell'ambito di un'indagine avviata dalla procura della Repubblica di Brindisi (video).

Sequestrata la sede, l'impianto e i terreni appartenenti alla ditta Calò Calcestruzzi di Manduria operante nel settore del ciclo del cemento. Denunciato il legale rappresentante della società, Antonio Calò, ex sindaco di Manduria, per esercizio di discarica abusiva, gestione illecita dei rifiuti e getto pericoloso di cose. Anche a Manduria le scorie sono finite tra gli ulivi, come nei casi scoperti nel Brindisino.

Le indagini sono state supportate da servizi di osservazione e controllo, il materiale scaricato nei terreni,  è stato rinvenuto attraverso un' attività di escavazione preventivamente autorizzata dal pm della Procura di Brindisi Giuseppe De Nozza, titolare delle indagini. “Sono stati effettuati numerosi saggi dei terreni, ad una profondità di alcuni metri rispetto al piano di campagna, con escavatori e pale meccaniche che hanno consentito di individuare e far emergere i rifiuti, in ingenti quantitativi”, spiega una nota del Noe.

Nel dettaglio, il Noe di Lecce, diretto dal maggiore Nicola Candido e i colleghi del Nucleo investigativo di Taranto, hanno sottoposto a sequestro probatorio: un’area di circa 6000 metri quadrati, interna al perimetro aziendale, dove sono stati trovati rifiuti speciali consistenti in ceneri, verosimilmente provenienti dalla centrale enel “Federico II” di Cerano (Br), e scarti di lavorazione del ciclo del cemento (video).

Poi un’area di circa 3000 metri quadrati, esterna al perimetro aziendale, di proprietà della stessa ditta, all’interno della quale erano stati tombati oltre a ceneri e scarti di cemento anche rocce da scavo frammiste a scarificato stradale. Sotto sequestro anche duecentododici formulari d’identificazione rifiuti riguardanti gli anni 2009, 2010,2011, relativi registri di carico e scarico e certificati di analisi dei rifiuti riguardanti il conferimento presso l’azienda di ceneri provenienti dalla Centrale Enel.

Saranno ora effettate le analisi dei rifiuti e tutti gli approfondimenti tecnici necessari per comprendere la natura e la composizione degli stessi che si presentavano di vari colori, prevalentemente blu, grigio e nero. Intanto a Brindisi per i casi già scoperti i procedimenti a carico dei responsabili sono in fase avanzata: per le ceneri Enel tombate nell'agro di Francavilla Fontana, tutti i presunti responsabili andranno a processo il 12 giugno prossimo, mentre per il caso dei fanghi Belleli interrati nelle campagne di Mesagne le indagini del Noe e della procura brindisina sono ancora in corso.

 

 

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