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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ambiente

Un'invasione di torri eoliche in mare

S.PIETRO VERNOTICO - Il Partito Democratico di S.Pietro Vernotico contro il nuovo tentativo di due società nazionali per la realizzazione di altrettante centrali eoliche offshore davanti alle coste a sud di Brindisi, quello di Trevi Energy da 34 torri eoliche, e quello di TG Energie Rinnovabili Srl da 48 torri.

S.PIETRO VERNOTICO - Il Partito Democratico di S.Pietro Vernotico contro il nuovo tentativo di due società nazionali per la realizzazione di altrettante centrali eoliche offshore davanti alle coste a sud di Brindisi, quello di Trevi Energy da 34 torri eoliche, e quello di TG Energie Rinnovabili Srl da 48 torri. Il primo esteso da Torre Mattarelle a Lendinuso, il secondo tra Campo di Mare e Torre San Gennaro. Entrambi già respinti dalla Regione Puglia, poi ripresentati con ridimensionamenti con l'avocazione delle competenze per la Via da parte del governo centrale, ma immutati nelle tecnologie e nelle tipologie: stesso pesante impatto ambientale sui fondali, stesso impatto paesaggistico sulla sealine della costa a sud di Brindisi.

Mentre in Germania e in Gran Bretagna si investe moltissimo sull'eolico off-shore, il governo italiano continua a latitare sul piano delle linee guida. Così mentre nel Mare del Nord si punta sulle torri eoliche installate su piattaforme semisommerse e solo ancorate ai fondali, molto più bassi di quelli del Canale d'Otranto, ma con distanze dalla costa di 20 miglia che rendono invisibili i campi, quindi con impatti ambientali minimi e rendimenti energetici molto più alti, Trevi Energy e TG Energie Rinnovabili propongono progetti con le torri installate direttamente nei fondali, quindi a breve distanza dalla costa e bisognose di scavi di 30 metri per cinque di diametro nel fondo marino. L'effetto, unito a quello dei cablaggi per raggiungere la stazione di congiunzione a terra, sarebbe devastante.

Un'operazione che porterebbe molto poco all'economia locale, compromettendo l'ambiente marino davanti alle coste di Cerano, San Pietro Vernotico e Torchiarolo. La costruzione sul posto delle piattaforme semisommerse sta portando invece parecchio lavoro ai cantieri piccoli e grandi in Germania e Gran Bretagna. Sono queste alcune delle ragioni che hanno spinto il deputato Elisa Mariano ed Ernesto Musio, dirigente Pd, ed esponente del Comitato 8 Giugno che si batte per la difesa dell'ambiente nella zona, a preannunciare uno sbarramento di osservazioni in sede di procedura di Valutazione di impatto ambientale. Ecco il testo integrale del loro comunicato congiunto.

"Dopo cinque anni ci riprovano. Avanzeremo, nei prossimi giorni, presso il Ministero dell’Ambiente, osservazioni formali al Progetto della TG Energie Rinnovabili Srl, con il quale si intende costruire una vera e propria “foresta rotante” di 48 pale eoliche alte 84 metri davanti alle marine di Campo di Mare e di Torre San Gennaro; tali “osservazioni” saranno avanzate anche per l’analogo progetto di Trevy Energy, precedentemente presentato, che coinvolge un tratto marino che si estende da Cerano a Casalabate.

Invitiamo le forze politiche locali ad uscire dal silenzio e ad assumere una posizione pubblica e chiara sui due progetti eolici offshore. Ciò perché qualunque iniziativa che aggravi il carico energetico sopportabile da San Pietro Vernotico e Torchiarolo non può prescindere dal contesto particolare di area a rischio di crisi ambientale della quale le due cittadine fanno parte. Ovviamente non siamo assolutamente contrari all’energia prodotta dal vento, dal sole e da tutte le energie pulite e rinnovabili. Ma sosteniamo pure che questo territorio non solo è da disinquinare ma anche, nello stesso tempo, da alleggerire dall’enorme, insopportabile carico energetico che già subisce, pari al 75-80% del fabbisogno regionale, e di cospicua parte di quello nazionale.

Pertanto, qualunque iniziativa che riguardi un settore come quello energetico, qui così “sensibile”, non può non prevedere che, per ogni tonnellata di energia pulita venga tolta analoga quantità di energia inquinante e clima alterante, se non si vuole che al danno del carbone si subisca pure la beffa di una aggiunta di altre fonti energetiche, che portano a un accumulo energetico, in un ristrettissimo territorio, che forse non ha eguali in Europa, se si sommano 2640 Mw di Cerano, 1280 Mw di Costa Morena, 1170Mw di Enipower, ciclo combinato, centrali a biomasse, centrali fotovoltaiche il cui silicio sta invadendo le campagne e consumando vaste porzioni di suolo agricolo, pale eoliche on-shore.

Avanzeremo perciò una serie di “osservazioni”, simili a quelle già prodotte cinque anni fa dalla comunità sanpietrana, attraverso il suo comitato di cittadinanza attiva, ai due progetti di parco eolico off-shore allora, come oggi, in campo (TG Energie Rinnovabili Srl e Trevi Energy Spa): a cominciare dal fatto che tali parchi, comprese le opere a terra, ricadono in aree protette e di importanza comunitaria a mare, che gran parte del litorale indicato è da decenni alla ricerca di un nuovo equilibrio, soggetto com’è a fenomeni di erosione, acuiti dalla Centrale di Cerano, costato ingenti risorse pubbliche tra interventi a terra, pennelli, ripascimenti, rilancio turistico della zona.

L’inquinamento acustico e visivo che ne deriverebbero, oltre alle conseguenze sulla fauna migratoria, sulle attività di pesca, sulla posidonia, sui pregevoli cordoni dunari e le retrostanti zone umide a causa di parchi eolici posti a circa poco più di tre miglia dalla costa, non crediamo facciano gli interessi ambientali, turistici, sociali ed economici del territorio.

E’ pur vero che tali impianti cominciano a diffondersi nei Paesi del Nord, ma non certamente in zone turistiche, e comunque lontani dalle coste non meno di 20 km. Del resto l’Enel, che pure anni fa ha fatto una mappatura delle zone marine pugliesi nelle quali potrebbero insistere parchi eolici per la loro particolare ventosità, ha coerentemente escluso Cerano e zone limitrofe, ritenendole inidonee, in quanto sarebbero situati troppo vicini alla costa e a troppo bassa profondità e, osiamo pensare, per qualche rimorso verso questa terra". (on. Elisa Mariano, Ernesto Musio)

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