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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ambiente

Vigilia del corteo del 19, il PD rilancia: meno carbone chiudendo Brindisi Nord

BRINDISI – Pd brindisino alla manifestazione di sabato 19 giugno, indetta dal fronte ambientalista locale, con tre bandiere: quella del no al rigassificatore di Capo Bianco, quella della chiusura della centrale a carbone Edipower di Brindisi Nord, e quella della rivendicazione dei fondi Fas per il Sud congelati dal governo Berlusconi. Per il Partito Democratico, “è necessario riproporre il ridimensionamento del polo energetico brindisino, attraverso la sottoscrizione delle convenzioni con tutte le aziende energetiche insediate a Brindisi, nella logica della significativa riduzione della quantità di carbone movimentato e bruciato, dell’attivazione delle opere di ambientalizzazione nonchè di una effettiva ricaduta sullo sviluppo delle aree interessate”

BRINDISI – Pd brindisino alla manifestazione di sabato 19 giugno, indetta dal fronte ambientalista locale, con tre bandiere: quella del no al rigassificatore di Capo Bianco, quella della chiusura della centrale a carbone Edipower di Brindisi Nord, e quella della rivendicazione dei fondi Fas per il Sud congelati dal governo Berlusconi. Per il Partito Democratico, “è necessario riproporre il ridimensionamento del polo energetico brindisino, attraverso la sottoscrizione delle convenzioni con tutte le aziende energetiche insediate a Brindisi, nella logica della significativa riduzione della quantità di carbone movimentato e bruciato, dell’attivazione delle opere di ambientalizzazione nonchè di una effettiva ricaduta sullo sviluppo delle aree interessate”

Chiudere Brindisi-Nord - “ In questo quadro il PD  - spiega una nota del segretario provinciale Corrado Tarantini - ha prospettato la necessità di una chiusura graduale della vecchia e ormai obsoleta centrale dell’Edipower. Scelta questa che consentirebbe di ridurre in maniera consistente il consumo di carbone e di riconsegnare alla città e al porto un’area portuale di pregio. Inoltre la non sottoscrizione delle convenzioni”, secondo il PD, “ ha contribuito in questi anni a peggiorare le situazione ambientale consentendo alle società elettriche di produrre senza regole e senza vincoli ambientali nonchè occupazionali”.

La manifestazione di sabato è dunque per i Democratici “l’occasione per riproporre le questioni ancora aperte a partire dal rigassificatore, alla bonifica dell’ area industriale, alla riduzione del carbone e al ridimensionamento dell’attuale polo energetico brindisino. Nel concreto è tuttora incomprensibile come il governo nazionale – accusa il PD - abbia potuto rilasciare una VIA positiva alla costruzione del rigassificatore a Capobianco, e come lo stesso governo dia segnali di rilancio degli insediamenti energetici (nucleare, trivellazioni al largo delle nostre coste) senza alcuna considerazione dei programmi e delle esigenze dei territori interessati”.

Anche Destra Razionale – Anche il coordinamento provinciale di “Destra Razionale – Sapere Aude” aderisce alla manifestazione indetta per il 19 giugno contro la realizzazione dell'impianto di rigassificazione a Capo Bianco. “Convinti che la città di Brindisi abbia necessità di perseguire la via di uno sviluppo incentrato sul turismo e sui trasporti marittimi e sulla rivalutazione delle risorse locali è impensabile che si possa permette che il territorio e la città vengano, ancora, “violentati” con insediamenti di questo genere.

La Cgil: sviluppo sostenibile e lavoro - La CGIL parteciperà alla manifestazione programmata per sabato 19 giugno “a sostegno di un’idea di sviluppo che non solo può ma che, ormai, deve saper conciliare la necessità di lavoro con il rispetto dell’ambiente, della salute e della sicurezza. il sindacato, oggi, ha il compito di farsi garante di questo impegno. Consideriamo l’appuntamento di grande importanza – fa sapere la segreteria provinciale - perché le istituzioni insieme a tutti gli altri soggetti politici e sociali presenti, insieme a tante donne e a tanti uomini, ricorderanno le ragioni di un territorio provinciale a voler incidere sulle scelte di sviluppo industriale, con autorevole e democratico  protagonismo e non succube di un sistema politico-economico viziato da interessi di parte, di cui purtroppo la vicenda del rigassificatore a Capobianco rappresenta l’esempio più emblematico”.

“Rivendicare per Brindisi, come per qualsiasi territorio, un  modello di sviluppo armonico e integrato, significa puntare – sottolinea il sindacato – a un’economia rinnovata caratterizzata  da un processo di qualificazione di tutto il sistema industriale, di tutti i settori di produzione, non solo quello delle energie alternative, come erroneamente e riduttivamente si crede. Parliamo di una trasformazione di tutti i settori produttivi partendo da quella degli impianti, dall’attenzione alle emissioni, agli scarichi, al riciclo. Parliamo di investimenti in materiali,  processi e  prodotti che dovranno favorire il cambiamento dei consumi. Parliamo di salvaguardia delle risorse naturali come bene comune”.

Sel: sicurezza e ambiente – Sinistra ecologia e Libertà aderisce alla manifestazione popolare  del 19 giugno, “e lo fa anche per ribadire ulteriormente le proprie posizioni su lavoro, salute, ambiente e territorio. La questione lavoro vista sotto gli aspetti dell’occupazione e della sicurezza – si legge in un comunicato - è diventata oramai un’emergenza sociale, siamo contrari ad investimenti che creano lavoro ma che stuprano ulteriormente il nostro territorio, a quelle aziende che in nome del profitto fanno della sicurezza sui luoghi di lavoro un optional, allo stesso tempo continuiamo ad essere favorevoli a quegli investimenti che portano lavoro pulito, che rendono giustizia ad un territorio da sempre martoriato, per esempio la bonifica della zona industriale ed il recupero delle nostre coste”.

“Sul fronte ambientale il nostro impegno – dice Sel - è insito nel nostro programma, e rispecchia appieno le proposte del presidente Vendola, di assoluta contrarietà rispetto all'ipotesi di realizzazione del rigassificatore e di ferma richiesta ad Enel di ridurre di almeno il 25% il carbone utilizzato nella centrale di Cerano, oltre ad un fermo no a qualsiasi ipotesi di insediamenti nucleari sul nostro territorio o di trivellazioni petrolifere al largo delle nostre coste”.

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