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Arresto Vicientino: in manette, per favoreggiamento, anche un altro pregiudicato

BRINDISI - Avrebbe offerto ospitalità e protezione a Daniele Vicientino. Per questa ragione, a margine di specifici accertamenti, è finito in carcere Luigi Dell’Atti, pregiudicato 48enne di Erchie, ritenuto responsabile di favoreggiamento personale aggravato. Con queste accuse il quarantottenne è stato quindi tratto in arresto dai carabinieri del Reparto operativo - nucleo investigativo del Comando provinciale di Brindisi. Gli accertamenti svolti in occasione della cattura di Vicientino hanno dunque fatto emergere chiare responsabilità di Dell’Atti, che, avendo l’esclusiva disponibilità della villa nelle di Torre Santa Susanna, avrebbe consentito al “professore” di dimorarvi.

BRINDISI - Avrebbe offerto ospitalità e protezione a Daniele Vicientino. Per questa ragione, a margine di specifici accertamenti, è finito in carcere Luigi Dell’Atti, pregiudicato (48 anni, di Erchie), ritenuto responsabile di favoreggiamento personale aggravato. Con queste accuse il quarantottenne è stato quindi tratto in arresto dai  carabinieri del Reparto operativo - nucleo investigativo del Comando provinciale di Brindisi. Gli accertamenti svolti in occasione della cattura di Vicientino hanno dunque fatto emergere chiare  responsabilità di Dell’Atti, che, avendo l’esclusiva disponibilità della villa nelle di Torre Santa Susanna, avrebbe consentito al “professore” di dimorarvi.

Per gli inquirenti Vicientino confidava sulla sua massima discrezione. Non a caso, spiegano gli investigatori, Dell’Atti avrebbe persino negato la presenza di ospiti o inquilini nel suo casale, rispondendo a una precisa domanda postagli dagli stessi militari operanti. Dopo le formalità di rito, il quarantottenne è stato associato presso la casa circondariale di Brindisi, a disposizione della competente Autorità giudiziaria.

Il provvedimento restrittivo giunge al culmine di un giornata che ha consentito di porre fine alla latitanza del boss della Scu, ricercato dal settembre scorso. Primula rossa dal 29 settembre dello scorso anno, quando nel blitz condotto dal Reparto operativo speciale dei carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia nell’operazione Calipso, finirono in cella l’altro luogotenente del clan dei Mesagnesi e attuale collaboratore di giustizia Ercole Penna, e l’ex contrabbandiere internazionale Albino Prudentino di Ostuni, preso a Valona dalla polizia albanese.

Vicientino  è ritenuto elemento di spicco della Scu facente capo al boss detenuto Antonio Vitale, esponente di vertice assieme a Massimo Pasimeni del gruppo della Sacra Corona Unita brindisina insediato a Mesagne, clan le cui relazioni economiche e con settori della politica, che Ercole Penna ha rivelato, ma sono ancora coperte da omissis, sta seminando veleni nella vita pubblica della città. Vicientino ha alle spalle già una condanna per 416 bis (associazione mafiosa) e precedenti per contrabbando di sigarette.

Allo stesso gruppo Scu fa capo anche il presunto capozona di Francavilla Fontana, Giancarlo Capobianco, al centro in queste settimane di una grossa indagine da parte dei carabinieri della compagnia locale su una estesa rete di negozi costruita per truffare grossi fornitori, che gli investigatori stanno ricostruendo e sottoponendo a sequestro.

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