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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Asl, 300mila euro per due ascensori

BRINDISI – La Asl sta spendendo circa 300 mila euro per rinnovare due ascensori del “Perrino”. Nel frattempo la situazione in ospedale è questa: funzionano 12 dei 20 ascensori delle rampe centrali. E per l'impianto che porta alle sale operatorie c'è la guardiania 24 ore su 24. Intanto Luigi Roberti, della Brindisi Elevatori, dice: «Il blocco degli ascensori era ampiamente prevedibile. E non certo per le manomissioni».

BRINDISI – La Asl sta spendendo circa 300 mila euro per rinnovare i due ascensori principali del “Perrino”. I lavori sono stati affidati nei giorni scorsi alla Manutencoop (che li ha subappaltati alla ditta Kone). Nel frattempo la situazione in ospedale è questa: funzionano 12 dei 20 ascensori delle rampe centrali. E in un impianto, quello che conduce alle sale operatorie, è stata disposta la guardiania di un operatore della Sanità Service: 24 ore su 24 un uomo è costretto all’interno dell’ascensore per evitare manomissioni.

Intanto sull’incredibile vicenda che dopo la morte di un neonato è balzata all’attenzione della procura e dei media nazionali, Luigi Roberti, responsabile commerciale della Brindisi Elevatori, l’azienda che per sei anni si è occupata della gestione degli impianti in tutti gli ospedali della provincia, dice: «Il blocco degli ascensori? Era ampiamente prevedibile, e non certo per le manomissioni».

Stando alle parole dell’imprenditore, la causa dell’emergenza stava tutta in un appalto che ha privilegiato il taglio dei costi senza preoccuparsi della qualità del servizio, né della redditività dell’azienda che lo avrebbe gestito, che potrà guadagnare esclusivamente in caso di manutenzioni straordinarie o nuovi incarichi.

IL PASSAGGIO DI CONSEGNE - La faccenda degli ascensori del Perrino è esplosa ad ottobre dello scorso anno, quando la Asl ha deciso di lasciare a casa la Brindisi Elevatori e affidarsi alla Manutencop, con la speranza di risparmiare un bel po’ di soldi. La Brindisi Elevatori doveva assicurare la manutenzione di 110 ascensori dislocati in ospedali e ambulatori di tutta la provincia.

Incassava 480 mila euro l’anno per garantire l’assistenza 24 ore su 24 al Perrino (180.000 € l’anno per 40 impianti) e 12 ore su 24 nei nosocomi di Ostuni e Francavilla (90.000 euro l’anno per ospedale), il resto della somma era per gli ascensori delle altre strutture sanitarie sparse nella provincia. Le manutenzioni straordinarie erano incluse e al Perrino c’era un presidio fisso con 6 tecnici in turnazione.

Fino al 30 settembre scorso, in caso di guasto si interveniva immediatamente. Dall’1 ottobre, con il passaggio a Manutencop, il capitolato consentiva di allungare i tempi di intervento (fino a 45 minuti) e di non avere personale fisso in ospedale. Così facendo, la Asl avrebbe pagato solo 60.000 euro l’anno (solo per il Perrino). Ma sono iniziati i problemi e i guasti.

MANOMISSIONI E STRATAGEMMI – Con gli ascensori in tilt, qualcuno ha parlato di manomissioni, gettando discredito anche sulla stessa Brindisi Elevatori o sui suoi ex dipendenti, lasciando intendere che gli autori di certi atti erano proprio gli ex manutentori: «Stupidaggini - replica Roberti - tutti ci conoscono e ci avrebbero riconosciuto. Solo un folle potrebbe pensare di entrare in ospedale e bloccare gli ascensori senza essere visto o riconosciuto».

E allora cosa è accaduto nel Perrino? Chi metteva lo scotch adesivo sulle fotocellule degli ascensori? «Quella dello scotch è davvero una fesseria. È noto a tutti che in alcuni casi quello stratagemma viene utilizzato dal personale paramedico per caricare i carrelli evitando la ripetuta chiusura delle porte o per averlo disponibile per il tempo necessario alle operazioni di carico».

PREZZI RIDOTTI AL LUMICINO – Per la manutenzione ordinaria dei 40 ascensori dell’ospedale del capoluogo, dunque, la Asl oggi paga un canone annuo molto inferiore rispetto al passato. Per di più, sugli interventi straordinari grava una pesante franchigia che impone un incredibile ribasso del 70% sul prezziario di riferimento: in pratica se Manutencop deve effettuare un intervento straordinario che prevede sostituzione di cavi o altri pezzi, deve apportare un maxi-sconto sugli effettivi prezzi di listino pagati.

Proprio per tutelarsi dal rischio di doversi sobbarcare costi ingentissimi, Manutencop aveva preso in carico gli ascensori “sotto riserva”, perché si trattava di impianti vecchi. All’indomani del blocco di quasi tutti gli ascensori del Perrino, la direzione della Asl aveva inizialmente stimato in almeno 600mila euro la spesa necessaria per la riparazione di 6-7 dei 40 impianti dell’ospedale, quelli che si trovano nelle condizioni più disastrose. Una cifra altissima che di fatto azzerava tutto il risparmio della gara d’appalto.

Alla fine si è deciso di procedere con due ascensori: il montalettighe che dal pronto soccorso conduce alle sale operatorie e alla rianimazione, e poi l’impianto per le persone. Spesa approvata di circa 300 mila euro.

UNICA SOLUZIONE POSSIBILE - Se davvero si voleva risolvere il problema degli ascensori del Perrino, probabilmente bisognava rifare la gara d’appalto, perché quella conclusa con l’avvicendamento Brindisi Elevatori-Manutencop era una gara fatta male in rapporto allo stato degli impianti.

Per capirlo non servivano degli scienziati, ma soltanto dare uno sguardo ad una delle ultime relazioni della Brindisi Elevatori, quella relativa al 2013: si evinceva che il personale in servizio aveva effettuato in media quasi nove interventi al giorno, di cui 3 per problemi alle porte, 2 per carico eccessivo, 3 per la rottura o manomissione di fotocellule, citofoni, interruttori d’emergenza, pulsanti di chiamata, gli altri per problemi vari.

Di quei nove interventi, tre al giorno erano con persone intrappolate in cabina e richiedevano assistenza immediata. Con quei numeri, e considerata la criticità di funzionamento di ogni singolo impianto soprattutto in relazione al contesto in cui sono inseriti ed alle esigenze particolari dell’utenza, l’ultima cosa da fare era tagliare il personale e le somme in nome di un risparmio che sarebbe rimasto solo sulla carta. Proprio come sta accadendo.

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