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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ipotesi per Edipower: carbone e rifiuti

BRINDISI – Ora il piano di A2A per Edipower Brindisi è chiaro. E tutto si è palesato in una sola giornata, quella di oggi, con una lunga intervista a la Repubblica al presidente del consiglio di gestione di A2A, e con un comunicato sul caso Sogesa.

BRINDISI – Ora il piano di A2A per Edipower Brindisi è chiaro. E tutto si è palesato in una sola giornata, quella di oggi, con la pubblicazione sul dorso Affari&Finanza de La Repubblica di una lunga intervista al presidente del consiglio di gestione di A2A, Graziano Tarantini, sul piano di riduzione dell’indebitamento e sul piano di investimenti al 2015 che prevede un impegno di 1,2 miliardi di euro e la riorganizzazione delle quattro filiere storiche energia, ciclo dei rifiuti, ciclo del calore e reti di distribuzione, ma anche con un comunicato sulla situazione della centrale di Costa Morena.

A2A abbandona quasi del tutto il riserbo osservato per lunghi mesi anche ai tavoli ufficiali, annunciando che i fondamenti sui quali si baserà la proposta di rilancio dell’impianto “consentiranno alla centrale di mantenere un assetto produttivo coerente con le attuali difficili condizioni dei mercati energetici, di diminuire consistentemente le emissioni passando da una capacità produttiva di circa 640 Mw ad una in esercizio equivalente pari a circa 300 Mw e di combinare alla fonte di produzione a carbone quella di combustibili alternativi prodotti sul territorio”.

“La proposta – prosegue il comunicato di A2A - consente pertanto di perseguire obiettivi di mantenimento occupazionale e produttivo, di diminuire in misura consistente le quantità di emissioni rispetto agli assetti attuali e di costruire nuove opportunità di lavoro attraverso la catena logistica dei combustibili alternativi”. Ma quali siano questi combustibili alternativi A2A non lo dice e sarebbe il caso che la domanda venisse posta subito già dal nuovo vertice imminente in prefettura convocato sulla vertenza Sogesa.

Le ipotesi che da qualche tempo circolano dicono invece che la centrale potrebbe essere alimentata anche con il Cdr da rifiuti. Questo spiegherebbe, ad esempio, la volontà di un imprenditore del settore per verificare la possibilità di realizzare una discarica nei pressi della zona industriale, o il fatto che anche Edipower si sia dimostrata interessata a bruciare insieme carbone e Cdr. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella delle biomasse, ma ciò richiederebbe un ciclo diverso da quello della co - combustione con il carbone.

Difficile credere, in un caso o nell’altro, che almeno una parte della politica locale non ne fosse informata. La presentazione del piano per Brindisi entro due mesi, come annunciato nell’ultimo incontro in prefettura e come ribadito in un altro incontro tra A2A e il prefetto Nicola Prete oggi, quindi entro maggio o giugno, coincide con il decollo a luglio annunciato da Tarantini nell’intervista a La Repubblica di A2A Ambiente.

“Pur in un contesto caratterizzato da un’operosità della centrale fortemente ridotta, l’intento dell’azienda – fa sapere A2A - è di fornire il proprio contributo alla soluzione della protesta portata avanti negli ultimi giorni da alcuni lavoratori della società Sogesa. Abbiamo pregato il prefetto di convocare una riunione con tutte le parti interessate, al fine di consentire una corretta e tempestiva informazione in merito a quanto concordato”.

Quindi Sogesa avrà i suoi due mesi di proroga del contratto di appalto. E Brindisi cosa avrà, invece? L’affare non può essere solo quello delle generazione di energia perché la stessa A2A nel comunicato per Brindisi e nell’intervista ad Affari&Finanza sottolinea “le attuali difficili condizioni dei mercati energetici”, dato reale visto che le moderne centrali a ciclo combinato a gas di Edipower stanno operando al 20 per cento delle capacità. Basta la riduzione da 640 a 300 megawatt del potenziale dei due gruppi che vengono utilizzati dal 2005 per rendere economica la gestione dell’impianto di Costa Morena e giustificare gli investimenti che saranno fatti, oppure in centrale si dovrà chiudere una parte del ciclo dei rifiuti di un territorio non ben definito, e non certo gratis? L’azienda garantisce emissioni al minimo, ma da qui a dire che convincerà tutti, ne corre.

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