rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
energia

Ministero: "Ok all'interramento serbatoi"

BRINDISI – Massimo Ferrarese passa da una guerra ambientale all’altra. Dopo quella divampata anche oggi contro la previsione dello scarico nel Canale Reale dei reflui del depuratore di Bufalaria, che è di tabella 4 e quindi emetterà acque utilizzabili anche per usi irrigui, in serata l’annuncio dell’affidamento al legale della Provincia, l’avvocato Lorenzo Durano, del compito di decidere o meno una eventuale opposizione in giudizio ad un decreto direttoriale della Commissione Via del Ministero dell’Ambiente, che esclude dalla Valutazione di impatto ambientale il progetto di interramento dei serbatoi del rigassificatore della Brindisi Lng. “In linea di continuità con le iniziative già assunte, non mancheremo di adottare ogni e più opportuno provvedimento per contrastare le iniziative della Brindisi Lng finalizzate alla realizzazione del rigassificatore a Capo Bianco”.

BRINDISI – Massimo Ferrarese passa da una guerra ambientale all’altra. Dopo quella divampata anche oggi contro la previsione dello scarico nel Canale Reale dei reflui del depuratore di Bufalaria, che è di tabella 4 e quindi emetterà acque utilizzabili anche per usi irrigui, in serata l’annuncio dell’affidamento al legale della Provincia, l’avvocato Lorenzo Durano, del compito di decidere o meno una eventuale opposizione in giudizio ad un decreto direttoriale della Commissione Via del Ministero dell’Ambiente, che esclude dalla Valutazione di impatto ambientale il progetto di interramento dei serbatoi del rigassificatore della Brindisi Lng. “In linea di continuità con le iniziative già assunte, non mancheremo di adottare ogni e più opportuno provvedimento per contrastare le iniziative della Brindisi Lng finalizzate alla realizzazione del rigassificatore a Capo Bianco”.

In verità, l’esclusione dalla Via del progetto non cambia di un millimetro l’atteggiamento del ministero nei confronti delle opere previste e del progetto stesso del rigassificatore. L’esclusione dalla Via infatti è compensata – se si può utilizzare tale termine – da minuziose e severe prescrizioni sulla mitigazioni degli impatti ambientali del cantiere, sulla esecuzione delle opere, sul monitoraggio ambientale precedente, contestuale alle stesse, e sul trattamento dei materiali di scavo. Insomma, c’è coerenza nell’insieme con quanto prescritto nel parere favorevole al termine della procedura di Valutazione di impatto ambientale di qualche tempo fa. Sconti a Brindisi Lng, non se ne vedono. Alleghiamo comunque in calce il nuovo decreto della commissione che esclude le opere di interramento  dalla Via, affinché ognuno possa ricavarne un giudizio autonomo.

Procedendo in maniera estremamente sintetica, il recente decreto (è del 27 gennaio) da un lato boccia le osservazioni di Regione, Comune, Provincia e associazioni ambientaliste, dall’altro mantiene una palese fermezza nella difesa di talune prescrizioni anche al cospetto di sollecitazioni del Garante della concorrenza e del Mercato (Agcm), cui si era rivolta Brindisi Lng per contestare sia l’obbligo previsto ad utilizzare solo miscele leggere di Gnl, il gas naturale liquido altrimenti noto come metano, che quello all’immissione continua dello stesso gas nella rete di trasporto nazionale allo scopo di mitigare i rischi derivanti da concentrazioni e stoccaggi eccessivi.

L’Agcm in effetti ha chiesto chiarimenti al Ministeri dell’Ambiente, ma la risposta è stata: in Italia tutti gli operatori si sono da tempo orientati sull’uso delle miscele leggere, quindi non c’è alcuno svantaggio sul piano del mercato per Brindisi Lng; la questione dell’immissione continua in rete per ora va mantenuta, in quanto il piano di mitigazione ambientale della società inglese è ancora in fase di valutazione. Quindi su ciò, nessun passo indietro. E neppure sugli interramenti. Troppo lungo sarebbe anche riassumere i vari passaggi del decreto, che comunque BrindisiReport.it mette a disposizione dopo averlo scaricato dall’archivio della Commissione Via a disposizione dei cittadini, ma i risultati del discorso e i dati tecnici essenziali sono i seguenti.

Per ottenere che i due serbatoi da complessivi 160mila metri cubi di capacità non si elevino per più di 31 metri dal livello del mare, il progetto realizzato da Brindisi Lng sulla base delle prescrizioni del parere di Via favorevole precedente prevede l’interramento dei due giganteschi gas tank per 23/24 metri (il diametro di ciascuno è di 80 metri). I due scavi saranno realizzati all’interno dell’attuale colmata in sue punti preventivamente isolati con l’inserimento di una barriera.

Per evitare contatti tra i materiali di scavo e l’ambiente, terra e fanghi saranno stoccati provvisoriamente in due vasche stagne che Brindisi Lng dovrà realizzare ai margini della colmata di Capo Bianco, l’una da 12.400 metri quadrati, l’altra da 6.600 metri quadrati. La previsione della quantità di materiale che sarà estratto per realizzare le sedi dei serbatori è di 470.000 metri cubi.   Dei quali 360.000 da reimpiegare per la colmata, mentre si prevede che altri 42mila metri cubi di fango e terriccio non contaminati potranno essere conferiti in discariche di inerti, mentre altri 47mila più 18mila dovranno essere trattati come rifiuti speciali e conferiti in discariche autorizzate.

Si stima, infine, che il cantiere avrà a che fare con 14.500 metri cubi di acqua di infiltrazione o piovana nella fase di scavo dei pozzi per realizzare le sedi dei due serbatoi. Questi i numeri, ai quali aggiungere una vastissima gamma di mitigazioni, ed in più il preventivo, e poi continuo monitoraggio dei sedimi, le prescrizioni sui materiali e sulle modalità di realizzazione dei lavori.

Tutto ciò ovviamente avverrà se: Brindisi Lng e British Gas decideranno di andare avanti con l’operazione Capo Bianco; se il tribunale di Brindisi libererà l’area con una sentenza favorevole al gruppo inglese dell’energia, cosa che si saprà tra non molto visto che il processo è entrato nella fase della discussione finale, inaugurata dalle richieste della pubblica accusa di confisca della colmata di Capo Bianco accompagnata dalla misura interdittiva della revoca della autorizzazioni, alla luce del reato di occupazione abusiva di area demaniale marittima (la corruzione è andata in prescrizione).

Sin qui le procedure, le normative, il penale. Poi ci sono la difesa della città dall’aumento del fattore di rischio di incidente industriale grave; la difesa delle aspirazioni commerciali del porto di Brindisi dove sino ad oggi – malgrado ciò che Confindustria sostiene – hanno prevalso nel bene e nel male gli interessi industriali; il diritto di Brindisi di darsi gli assetti urbanistici, economici e sociali cui aspira la maggior parte dei cittadini. E questo non è un problema di Commissione Via del Mattm, ma della politica e delle scelte di governo. Un fatto pare chiaro: British Gas molto difficilmente può sperare di vincere una causa risarcitoria contro l’Italia in caso di sconfitta processuale. Nel rispetto delle normative europee, cui sono ancorate le prescrizioni ministeriali, i diritti dell’azienda inglese sono stati ampiamente rispettati. Più di quelli dei cittadini di Brindisi.

dva_via_27_01_2012_2057

dva_via_27_01_2012_2057_parere_com_via

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ministero: "Ok all'interramento serbatoi"

BrindisiReport è in caricamento