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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nucleare, ecco come la cascata di nomine di Scajola arriva fino a Brindisi

BRINDISI – Tremonti congela le operazioni di nomina dell’ex collega dello Sviluppo economico ai vertici della rete di società impegnate nel nucleare, con un prevedibile effetto a catena che potrebbe giungere sino in Puglia e a Brindisi, dove gli Scajola-men stanno cercando di entrare anche nel consiglio di amministrazione della società che gestisce il più importante parco scientifico e tecnologico della Regione, Cittadella della Ricerca di Brindisi, trovandosi per ora il passo sbarrato dalla resistenza del rettore dell’Università del Salento, Domenico Laforgia. Viene così a galla un’operazione che stava avvenendo sostanzialmente sottotraccia.

BRINDISI – Tremonti congela le operazioni di nomina dell’ex collega dello Sviluppo economico ai vertici della rete di società impegnate nel nucleare, con un prevedibile effetto a catena che potrebbe giungere sino in Puglia e a Brindisi, dove gli Scajola-men stanno cercando di entrare anche nel consiglio di amministrazione della società che gestisce il più importante parco scientifico e tecnologico della Regione, Cittadella della Ricerca di Brindisi, trovandosi per ora il passo sbarrato dalla resistenza del rettore dell’Università del Salento, Domenico Laforgia. Viene così a galla un’operazione che stava avvenendo sostanzialmente sottotraccia.

Tutto è cominciato tre giorni dopo le dimissioni di Claudio Scajola sotto la pressione dell’affare Anemone. L’ormai ex ministro si è guardato bene dal fermare il meccanismo dello spoil system ai vertici di società e aziende destinate ad avere un ruolo strategico nelle politiche nucleari del governo Berlusconi. Così a capo di Nucleco, società partecipata al 60 per cento da Sogin e al 40 da Enea, che detiene la gestione delle scorie radioattive in Italia, finisce un uomo di strettissima fiducia di Scajola: Pietro Canepa, consigliere di amministrazione di Sogin, ex sindaco di Bogliasco e già membro dell’Associazione Italiana Nucleare.

Se si considera che proprio la gestione dei rifiuti dei reattori nucleari è una delle questioni cruciali al centro dello scontro sulle centrali da costruire in Italia, si comprende molto bene come il governo Berlusconi abbia interesse a piazzare i suoi uomini alla guida di tutte le società del sistema di ricerca e logistico. La mossa di Scajola è stata astuta: prima l’opposizione era stata illusa, paventando un rinvio certo delle nomine e la proroga del vecchio consiglio di amministrazione dato il sopravvenuto ritiro del ministro. Invece ecco il colpo di coda da ex.

Canepa diventa così presidente di Nucleco, amministratore delegato viene nominato il leghista Paolo Mancioppi, e nel consiglio di amministrazione entra un altro degli uomini-chiave di Scajola, l’avvocato Stanislao Chimenti (socio del deputato Donato Bruno), spesso designato come commissario governativo in situazioni di crisi aziendali e finanziarie. Il vecchio cda viene mandato a casa, pur avendo bene operato risanando i bilanci.

Ma Sogin (dove una volta nel consiglio di amministrazione fu nominato anche Mimmo Mele) ed Enea pur facendo capo funzionalmente al Ministero dello Sviluppo Economico, sono espressione di quello del Tesoro. E l’ira di Giulio Tremonti si è abbattuta sulle nomine dettate da casa dall’ex collega di Imperia. Il ministro del Tesoro approva il bilancio di società come Fn ma non il rinnovo delle cariche sociali, mentre per Enel Hydro (ricerca e realizzazioni di sistemi per centrali nucleari) e per Siet, congela sia i rinnovi che il documento contabile.

Il contrattacco di Tremonti potrebbe investire domani anche la stessa Sogin, di cui scade il commissariamento, e a questo punto non è più scontato che trovi attuazione il passaggio da commissario governativo a presidente dell’Enea di un altro uomo vicinissimo a Scajola, Giovanni Lelli. E qui arriviamo a Brindisi, dopo la lunga ma necessaria premessa. Anzi, arriviamo a Cittadella della Ricerca, dove si trovano un centro di ricerca di Enea e uno dei più importanti consorzi di ricerca pubblico-privati dell’Italia Centro-Meridionale, il Cetma, partecipato al 51 per centro sempre da Enea.

Cittadella è una società consortile la cui missione è occuparsi della logistica del complesso, i cui immobili sono di proprietà dell’amministrazione provinciale, ma anche di promuovere e trasferire alle imprese e al territorio innovazione e opportunità di sviluppo, nonché occasioni di internazionalizzazione. Qui è  in corso il rinnovo del consiglio di amministrazione. Due dei tre consiglieri sono già stati designati,  e si tratta di nomine di competenza della Provincia. Il terzo tocca alle altre società ed enti soci di Cittadella della Ricerca.

Enea, pur occupando il complesso più grande del parco scientifico tecnologico, non è socio del consorzio ma ha avanzato recentemente la candidatura di un proprio manager affidandola a Cetma, che invece fa parte della società di gestione. Alla presidenza di Cetma, sempre recentemente, Giovanni Lelli aveva designato e insediato Domenico Marcello La Selva, un avvocato 52enne originario di Monteiasi (Taranto) ma residente a Bari, per la prima volta alle prese con un consorzio di ricerca. La Selva il 15 marzo 2010 era stato nominato con decreto del ministro Claudio Scajola commissario liquidatore del Consorzio Agrario Interprovinciale di Bari e Brindisi. Oggi la sua missione preliminare pare sia quella di sostenere ed ottenere la nomina nel cda di Cittadella di Pasquale Giampietro.

Chi è Giampietro? Un dirigente di Enea attualmente incaricato della logistica e delle strutture dell’ente nel territorio nazionale, ma sino a qualche tempo fa direttore del centro della Casaccia, il laboratorio di eccellenza di Enea per il nucleare. Quindi Giampietro nel consiglio di amministrazione di Cittadella che ruolo avrebbe, quello di esperto in logistica e strutture, o quello di manager con esperienza in ricerche sull’energia nucleare? Per adesso la candidatura è bloccata, ma solo perché dall’Università del Salento, socia di Cittadella ma anche di Cetma, è arrivata una candidatura alternativa avanzata dal rettore Domenico Laforgia, quella del professore Paolo Cavaliere. Laforgia solo in assemblea aveva appreso dell’esistenza di una candidatura da parte di Cetma-Enea, che non hanno neppure lontanamente pensato di recedere di fronte alla proposta dell’Università del Salento.

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