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La paura non deve far “paura”

Occhi sbarrati, bocca semi aperta, sopracciglia avvicinate, fronte aggrottata. È così che esprimiamo paura. Con questo termine si identificano stati di diversa intensità emotiva che vanno da una polarità fisiologica come il timore, l'apprensione, la preoccupazione

Occhi sbarrati, bocca semi aperta, sopracciglia avvicinate, fronte aggrottata. È così che esprimiamo paura. Con questo termine si identificano stati di diversa intensità emotiva che vanno da una polarità fisiologica come il timore, l'apprensione, la preoccupazione, l'inquietudine sino ad una polarità patologica come l'ansia, il terrore, la fobia. Sperimentiamo paura quando ipotizziamo o percepiamo una minaccia ad un nostro scopo. La paura ha l’importante compito di prevenzione: dispone l’organismo a reagire prontamente per evitare che si concretizzi il pericolo.

È come una sentinella a guardia dei nostri scopi più importanti tra i quali la concreta sopravvivenza fisica, il dolore. Inoltre, in tutte le specie studiate l’espressione della paura svolge la funzione di avvertire gli altri membri del gruppo circa la presenza di un pericolo e quindi di richiedere aiuto e soccorso. Dal punto di vista biologico - evoluzionista sia il vissuto soggettivo, attraverso processi di memoria e di apprendimento, sia le manifestazioni comportamentali, fuga, paralisi o attacco, sia le modificazioni psicofisiologiche tendono verso la conservazione e la sopravvivenza dell’individuo e della specie.

Lo svantaggio della paura è l’idea che l’ansioso ha della situazione temibile che al peggio non c’è limite e il futuro può essere immaginato traboccante di catastrofi. Alla paura si alimenta altra paura. In più la maggior parte dei pericoli temuti non sono modificabili e il fatto di preoccuparsene non diminuisce la possibilità che essi si realizzino e rovina l’esistenza. Ad esempio, temere di ammalarsi può far condurre una vita sana con diete e controlli, cose che tuttavia possono essere fatte anche senza l’ansia, l’apprensione di morire. 

La paura può essere di natura innata o appresa. Nel primo caso si origina da stimoli fisici molto intensi come il dolore o il rumore; l’ignoto del quale l'individuo non sa cosa aspettarsi e come affrontarlo; situazioni di pericolo per la sopravvivenza dell'individuo o per l'intera specie: il freddo, l'abbandono da parte della figura di attaccamento; circostanze in cui è richiesta l'interazione con individui o animali aggressivi. 

Le paure apprese riguardano un’infinita varietà di stimoli che derivano da esperienze dirette e che si sono dimostrate penose e pericolose. Il meccanismo universale responsabile dell'acquisizione di paure apprese viene definito condizionamento, che può trasformare un qualunque stimolo neutro in stimolo fobico, mediante la pura associazione per vicinanza spaziale e temporale ad uno stimolo originariamente fonte di paura. Ad esempio la paura dei cani in generale l’abbiamo appresa culturalmente: qualcuno quando eravamo piccoli ci ha insegnato a temere questi animali. Se un bambino esita di fronte ad un cane volgendosi verso la madre e questa lo prende in braccio evitando il contatto con esso, ella segnala al piccolo che i suoi timori sono fondati e ne rinforza il comportamento di fuga o evitamento.

Se la madre, eccessivamente ansiosa e iperprotettiva, ripete sistematicamente questa operazione nei confronti di tutti i cani, il bambino svilupperà una fobia per i cani (teoria del condizionamento operante di Skinner); se viceversa la mamma segnala fiducia e tranquillità al bambino, egli imparerà a non avere paura dei cani se quest’ultimi non sono aggressivi. In altri casi la paura viene appresa per osservazione di un evento traumatico successo ad altri (modellamento). Assistere ad un grave incidente automobilistico o all’aggressione feroce di un cane può essere sufficiente per sviluppare una fobia.

Ci si rende conto pertanto quanto siamo vulnerabili ad apprendere un sentimento che da solo fa temere: la paura della paura che alla lunga diventa patologico. Ma così come abbiamo appreso, possiamo disapprendere perché ogni comportamento è modificabile. Memoria del fatto che avvertire timore è funzionale alla nostra esistenza e sopravvivenza mettendo in moto più energie del solito per superare l’ostacolo, comprendiamo come l’essere umano è un organismo complesso e perfetto. Ogni suo aspetto comportamento ed emotivo ha un senso e ragion d’esistere. 

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