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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

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Resilienza: la saggia audacia di resistere agli urti del mondo

Riguarda noi stessi, la nostra capacità di rimanere gentili e integri anche sotto gli urti del mondo. La resilienza è l’abilità interiore contro la dittatura dell’esterno. In psicologia, indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici

Riguarda noi stessi, la nostra capacità di rimanere gentili e integri anche sotto gli urti del mondo. La resilienza è l’abilità interiore contro la dittatura dell’esterno. In psicologia, indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Essere resilienti non significa refrattari, ovvero indifferenti al mondo, ma essere partecipi, offrendosi al vento, esponendosi al cielo senza farsi spezzare o torcere.

Spesso possiamo annaspare sotto l’attacco di qualche dolore, inadempienza, cagnara social che ci fa sentire facili bersagli e la necessità di combattere ha la sua ragion d’essere nell’inevitabilità delle sconfitte, delle delusioni e dei conflitti quotidiani. Ci sono ferite che non si rimargineranno mai completamente, ma se non vissute passivamente come punizione o negazione della felicità, possono rappresentare un’occasione di realizzazione superiore,  una sfida che mobilita le nostre risorse e che spesso sono superiori di quello che crediamo. In tal senso rincorriamo un equilibrio più adeguato e funzionale.

Questo non significa negare un momento difficile, o sorridere a priori a qualsiasi evento: sarebbe innaturale e controproducente. Tra l’altro non siamo onnipotenti, ma la forza delle battaglie superate ci predispone a lottare con maggior consapevolezza. Possiamo trovare in noi stessi, nelle relazioni umane e nei contesti di vita, quegli elementi di forza per superare le avversità: piacere a se stessi o a una persona sola – quella che conta -, imparare ogni tanto a bastarsi, a tacere, a respirare al proprio ritmo.

Fattori che ci aiutano in questo compito sono la sensibilità, l’autonomia, la competenza sociale e comunicativa, l’autocontrollo e la consapevolezza, la fiducia che le proprie conquiste dipendono dai propri sforzi (locus of control interno). Importanti sono anche la disposizione a cogliere il lato buono delle cose, sminuendo le difficoltà della vita e mantenendo più lucidità per trovare soluzioni ai problemi (Seligman, 1996). Inoltre sembra che una buona stima di sé e la bassa autocritica conduce ad una maggiore tolleranza delle critiche altrui.

In definitiva, ciò che determina una buona resilienza è la qualità delle risorse personali e dei legami interpersonali. Parlare in termini di resilienza vuol dire modificare lo sguardo con cui si leggono i fenomeni e superare un processo di analisi lineare, di causa ed effetto; non è ciò che accade ma come siamo, cosa pensiamo e come ci sentiamo relativamente all’evento accaduto.

È come diventiamo dopo una certa situazione traumatica o dolorosa ad essere importante esperienza per fronteggiarla e farne tesoro per il futuro. Amarsi ed amare ciò che è la vita nel presente coltivando la propria spiritualità, ricordandosi che siamo esposti al pericolo ed al dolore in quanto mortali, ma sempre tutto affrontabile e superabile con saggia audacia. (rita.verardi@libero.it)

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