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Sabato, 20 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

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Bullismo a scuola: l'importanza dell'intervento equo e deciso dell'istituzione

Sarà stata una mera coincidenza nel far capitare nel giro di una settimana due gravi episodi di bullismo negli istituti superiori di Brindisi ma, indubbiamente, l'esecuzione di queste condotte in maniera così ravvicinata, insieme a tantissime altre che rimangono nascoste dietro un velo di omertà, descrivono una realtà su cui ormai è necessario intervenire

Sarà stata una mera coincidenza nel far capitare nel giro di una settimana due gravi episodi di bullismo negli istituti superiori di Brindisi ma, indubbiamente, l'esecuzione di queste condotte in maniera così ravvicinata, insieme a tantissime altre che rimangono nascoste dietro un velo di omertà, descrivono una realtà su cui ormai è necessario intervenire.

Secondo i moderni approcci, l'intervento nelle situazioni di bullismo deve operare su due fronti: riparatorio e preventivo. Il primo si descrive bene con i provvedimenti presi dal preside dell'Istituto Alberghiero “Sandro Pertini”, che ha attuato una sospensione di 10 giorni per i tre ragazzi colpevoli di ripetuti atti di bullismo e la loro separazione in tre classi diverse con un eventuale intervento dei servizi sociali.

Tali conseguenze sono utilissime per ristabilire nel minor tempo possibile il senso di giustizia e presenza delle istituzioni all'interno del micro cosmo adolescenziale. Questo mondo, paragonabile a un organismo vivente, si nutre delle esperienze che i ragazzi fanno quotidianamente, di valori e modelli che apprendono dai grandi, e cresce grazie ai moderni mezzi di comunicazione: Whatsapp, Skype, Firechat eccetera.

Le messaggerie istantanee spesso sono il canale principale tramite cui gli adolescenti scambiano messaggi con contenuti a rilevanza sessuale o violenta, senza che vi sia alcun controllo limitante o educativo da parte di genitori o insegnanti. In questi casi si parla di bullismo cybernetico. Affinché questi fenomeni non avvengano, è necessario adottare un approccio educativo preventivo.

Autori di un certo rilievo come Farrigtnon, Lober e Van Kammen con i loro studi estesi per molti decenni, hanno rilevato nella componente triadica “iperattività-impulsività-deficit attentivo” un elevato fattore di rischio. Un'attenta osservazione da parte dei genitori ed insegnanti può portare  all'individuazione di comportamenti sentinella già nel bambino di 5 anni.

Interventi educativi comportamentali in questa età sono fortemente consigliati. Difatti, quando gli adulti rispondono rapidamente e coerentemente al comportamento negativo, a prescindere dall'età, viene mandato il messaggio sociale che certe condotte sono inaccettabili.

Analogamente, ci sono errori che devono esser necessariamente evitati: non ignorare l'accaduto, anche se la gravità percepita non è importante; non forzare, in prima istanza, altri bambini o adolescenti a dire pubblicamente ciò che hanno visto; non esporre i bambini/adolescenti coinvolti davanti ad altri coetanei; dare il tempo affinché la classe possa elaborare che l'intero sistema ha contribuito al verificarsi dell'episodio violento.

Gli atti di bullismo, infatti, avvengono in contesti predisposti all'accettazione della violenza fisica o psicologica, con un gruppo di osservatori che assiste passivamente all'aggressione senza difendere la vittima o denunciare l'accaduto. Il cambiamento di queste dinamiche può esser promosso solo dal gruppo degli adulti che deve esser costantemente attento a osservare atteggiamenti che bambini e adolescenti emettono nei contesti scolastici al cambio dell'ora o durante la ricreazione.

L'intervento degli adulti è necessario per salvaguardare le vittime di bullismo da episodi d'ansia e depressione, statisticamente riscontrati in questi casi, e per correggere i bulli, tendenzialmente  più propensi ad avere disturbi antisociali. Non possiamo dimenticarci che l'aggressività è un comportamento tipico dell'essere umano, che trovava la sua utilità nella preistoria, tempi che dovrebbero esser lontani anni luce dalla nostra società e dalle scuole che devono tornare ad esser il luogo per eccellenza in cui bambini e ragazzi possano sentirsi sicuri e tutelati.

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