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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Ospitati in hotel e liberi di ripartire: ecco i profughi approdati a Ostuni

OSTUNI - Primo giorno nella Città bianca, per i quaranta profughi provenienti dal “Centro accoglienza richiedenti asilo” di Foggia ed arrivati nella tarda serata di ieri ad Ostuni, presso l’albergo “La Fazenda”: l’unica struttura ricettiva locale ad aver raccolto l’invito, aprendo le porte ai profughi. Tra gli emigranti, tutti a quanto pare in possesso del permesso di soggiorno, figurano 24 uomini e 14 donne. Tra di loro anche sette coppie. Di rifugiati, si tratterebbe. Molti di loro provengono dalla Tunisia, altri dalla Palestina, dalla Siria, dall’Afghanistan. Fronti caldi, quelli che si sono lasciati alle spalle. E all’orizzonte la prospettiva di una nuova vita.

OSTUNI - Primo giorno nella Città bianca, per i quaranta profughi provenienti dal “Centro accoglienza richiedenti asilo” di Foggia ed arrivati nella tarda serata di ieri ad Ostuni, presso l’albergo “La Fazenda”: l’unica struttura ricettiva locale ad aver raccolto l’invito, aprendo le porte ai profughi. Tra gli emigranti, tutti a quanto pare in possesso del permesso di soggiorno, figurano 31 uomini e 9 donne. Tra di loro anche sette coppie. Di rifugiati, si tratterebbe. Molti di loro provengono dalla Tunisia, altri dalla Palestina, dalla Siria, dall’Afghanistan. Fronti caldi, quelli che si sono lasciati alle spalle. E all’orizzonte la prospettiva di una nuova vita.

Tra di loro c’è chi chiede informazioni sulle modalità del loro soggiorno a Ostuni, altri chiarimenti circa la possibilità di ricevere dagli Uffici predisposti alla gestione di questa fase, il denaro necessario: magari per prendere il primo treno e cercare lavoro al centro nord. Tutti, in ogni caso,  sarebbero in possesso del permesso di soggiorno, quindi liberi di circolare. Nessun problema, dunque, sotto il profilo dell’ordine pubblico sia all’interno che attorno all’albergo, come sottolineano le forze dell’ordine, che comunque da ieri hanno intensificato in zona i controlli.

L’assessore alla Protezione civile della Regione Puglia, Fabiano Amati, aveva annunciato il trasferimento nell’ambito del Piano di accoglienza regionale. In tutto sarebbero 160 gli emigranti che hanno potuto lasciare tra ieri e oggi il Cara di Foggia, per essere trasferiti in una serie di strutture d’accoglienza disponibili ad ospitarli. Oltre che a Ostuni, i profughi sono stati trasferiti a Gravina in Puglia (Bari), San Giovanni Rotondo (Foggia) e Fasano.

Il Comune di Ostuni, sin dalle prime battute, ha garantito il supporto necessario, a partire dal personale della Polizia municipale, che nella tarda serata di ieri ha provveduto a identificare gli extracomunitari, facendo in modo che gli stessi a gruppetti accedessero presso l’Hotel. La notte è trascorsa serena. E stamane tutti hanno risposto al primo appello dei vigili urbani, chiamati quotidianamente a comunicare eventuali spostamenti, ossia a segnalare eventuali profughi che decidessero di fare i bagagli. La vicinanza della struttura ricettiva alla Stazione ferroviaria, seppure non voluta, risulta sotto questo punto di vista strategica. Per molti di loro l’albergo potrebbe rivelarsi così una comodissima “sala d’attesa”.

Le operazioni di smistamento degli immigrati, gestite al momento dalle Questure e dalle Prefetture, passerà gradualmente nelle mani degli operatori del Servizio di Protezione civile regionale, che già ieri sera hanno scortato sino a Ostuni il gruppo di immigrati. In prima fila anche gli uffici comunali dei Servizi sociali.

Lungo la provinciale Oria-Manduria, intanto, ha riaperto nel pomeriggio la tendopoli. Ci sono anche 40 bambini e molte donne tra i profughi sbarcati oggi dalla 'Moby Princè nella base navale di mar Grande della marina militare italiana, a Taranto. In 750, provenienti da varie aree del nord Africa, hanno affollato il Campo di Manduria. Per la maggior parte si tratta di libici fuggiti dalla città di Misurata, ma ci sono anche somali, eritrei e nigeriani. I profughi, una volta arrivati al campo di accoglienza e identificazione, sono stati sottoposti a esami sanitari, così come disposto dalla Protezione civile.

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