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Picchiava a bastonate la moglie da 4 anni

CAROVIGNO – Avrebbe picchiato la giovane moglie per anni e anni, anche davanti alla figlia minore, l'avrebbe massacrata di bastonate fino a toglierle il respiro, l'avrebbe aggredita violentemente anche colpendola con pentole e oggetti, procurandole lividi e fratture.

CAROVIGNO – Avrebbe picchiato la giovane moglie per anni e anni, anche davanti alla figlia piccola, l'avrebbe massacrata di bastonate fino a toglierle il respiro, l'avrebbe aggredita violentemente anche colpendola con pentole e oggetti, procurandole lividi e fratture, l'avrebbe minacciata e segregata in casa usando su di lei violenze di ogni genere. Oggi i carabinieri lo hanno arrestato.

Si tratta di un pizzaiolo di 30 anni di Carovigno, la vittima è una giovane di 25 anni e presenta fratture calcificate risalenti nel tempo, segno, da quanto si ritiene, che le aggressioni del marito durano da anni e che sono sempre rimaste nascoste. Alla donna, infatti, sono state riscontrate tumefazioni agli arti superiori con limitazione funzionale del gomito destro, frattura del radio sinistro “mal consolidata” che ha determinato una grave deformazione dell’avambraccio sinistro. Danni permanenti.

L'arresto del marito violento è stato operato dai carabinieri della compagnia di Fasano, diretta dal capitano Gianluca Sirsi, in seguito all'attività investigava avviata su segnalazione del primario del reparto di ortopedia dell'ospedale civile di Ostuni dove la giovane vittima è stata ricoverata per essere sottoposta a un intervento chirurgico "per riduzione di una frattura all’omero destro e all’ulna destra". Probabilmente se non fosse stato per i medici questa ennesima violenza domestica non sarebbe mai stata scoperta. L'intervento chirurgico risale al 22 febbraio scorso, la paziente, però, aveva fornito indicazioni sulle circostanze che avevano provocato la frattura del braccio poco credibili e soprattutto non compatibili con il tipo di lesioni ossee che presentava.

Poi aveva lividi e cicatrici in diverse parti del corpo. È stato così che i sanitari del reparto di ortopedia dove era ricoverata la ragazza hanno deciso di interessare della vicenda i carabinieri della locale stazione. Tutta la furia del marito si era scatenata sulla sua giovane moglie, ogni colpo era inciso su una parte del corpo della vittima sotto forma di lividi e cicatrici ma anche di menomazioni. Cinque giorni dopo sono state avviate le indagini che hanno condotto alla richiesta di arresto formulata dal pm Savina Toscani. Il gip Paola Liaci lo ha disposto. Quello che hanno scoperto i carabinieri è una verità triste e sconcertante.

Sono stati ascoltati i genitori della ragazza, i suoi parenti, i vicini di casa, i colleghi. Sono state ricostruite scene di violenza e vessazioni inaudite. Situazioni che risalgono fin da quando i due erano fidanzati, quattro anni prima. Nel corso del tempo la giovane donna è stata minacciata, colpita ripetutamente con schiaffi e pugni, anche durante il periodo di gravidanza, percossa alla presenza della figlia minore, ingiuriata, spinta giù per le scale del palazzo dove vivono, colpita ripetutamente con vari oggetti: bastoni, padelle, piatti e altro fino a procurarne lo svenimento, segregata in casa per ore.

Il marito le impediva di incontrare e contattare i parenti. In più occasioni avrebbe esternato il desiderio di voler morire. E' stato accertato, inoltre, che la ragazza si era presentata, in passato, sul luogo di lavoro con il volto tumefatto, con indosso magliette a maniche lunghe per coprire i lividi sulle braccia, a volte con trucchi “pesanti” per nascondere i lividi sul volto. In casa, invece, si è appreso di bastonate date fino allo svenimento. I sanitari hanno riscontrato sulla vittima segni di passate violenze rimarginati dal tempo senza ricorso a cure sanitarie. Il suo aggressore è stato trasferito nel carcere di Brindisi per lesioni personali continuate e aggravate.

 

 

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