Assenteismo Asl, 50 a giudizio
BRINDISI - Si svolgerà il 3 dicembre prossimo la prima udienza del processo per l'assenteismo agli uffici Asl di via Dalmazia a Brindisi, indagine che il 15 novembre 2010 culminò in un blitz dei carabinieri del Nas di Napoli e Taranto e di quelli del comando provinciale di Brindisi con 26 arresti - tutti ai domiciliari - dei quali due in flagranza gli altri su ordinanze di custodia cautelare spiccate dal gip Eva Toscani su richiesta del pm Adele Ferrar0. Gli imputati rimasti, dopo i patteggiamenti davanti al giudice delle indagini preliminari e al gup, sono una cinquantina tra medici, infermieri e personale tecnico, amministrativo e ausiliario.
BRINDISI - Si svolgerà il 3 dicembre prossimo la prima udienza del processo per l'assenteismo agli uffici Asl di via Dalmazia a Brindisi, indagine che il 15 novembre 2010 culminò in un blitz dei carabinieri del Nas di Napoli e Taranto e di quelli del comando provinciale di Brindisi con 26 arresti - tutti ai domiciliari - dei quali due in flagranza gli altri su ordinanze di custodia cautelare spiccate dal gip Eva Toscani su richiesta del pm Adele Ferrar0. Gli imputati rimasti, dopo i patteggiamenti davanti al giudice delle indagini preliminari e al gup, sono una cinquantina tra medici, infermieri e personale tecnico, amministrativo e ausiliario.
L'indagine comprendeva 24 indagati per i quali il pm aveva chiesto l'arresto e altri 36 a piede libero, ai quali si erano aggiunti i due arresti in flagranza durante il blitz. Chiave di volta delle indagini, alcune videospie piazzate dal Nas nei pressi delle macchinette per timbrare i cartellini e le verifiche incrociate tra assenze ingiustificate e presenze in strutture private. Un paio di dipendenti di una impresa di pulizie, riprese mentre timbravano pacchetti di cartellini altrui, ammisero quasi subito gli addebiti. A questo assenteismo diffuso e a questi comportamenti la procura di Brindisi attribuì situazioni come quelle delle liste di attesa lunghissime negli ambulatori pubblici. Oggi in udienza preliminare c'era il procuratore capo Marco Dinapoli.