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Invalidità gravissime, assegni bloccati

BRINDISI – Si chiama “Assistenza indiretta personalizzata” ed è un assegno di cura, erogato dalla Regione Puglia tramite i Comuni, destinato a famiglie con casi di disabilità permanente che hanno bisogno di assistenza continua.

BRINDISI – Si chiama “Assistenza indiretta personalizzata” ed è un assegno di cura, erogato dalla Regione Puglia tramite i Comuni, destinato a famiglie con casi di disabilità permanente che hanno bisogno di assistenza continua. Nonostante i soldi al Comune di Brindisi siano stati liquidati a dicembre scorso, i beneficiari non avrebbero ancora visto un euro. Si tratta di quasi cento famiglie residenti tra il capoluogo e Tuturano (ma dello stesso ambito fa parte anche S.Vito dei Normanni). Il motivo di questa mancanza è ignoto.

A segnalare il problema uno dei beneficiari, Antonio F., 54 anni, padre di una 17enne che quattro anni fa una emorragia celebrare ha costretto a vivere in uno stato neurovegetativo: “Nel 2010 abbiamo partecipato al bando della Regione Puglia per ottenere l'assegno di cura. La nostra domanda è stata accettata e, a dicembre scorso, tramite una mail l'ente regionale ci ha comunicato che erano stati stanziati 300mila euro al Comune di Brindisi per questo contributo. La mia famiglia dovrebbe ricevere 800 euro al mese per un anno, la graduatoria dei beneficiari è stata resa pubblica (pubblicata sul sito del Comune il 13 dicembre del 2012, ndr) ma nessuno tra i residenti di Brindisi e Tuturano, ha ancora ricevuto i soldi. Io sono in contatto con gli ammalati degli altri Comuni, che mi hanno detto che loro i soldi li stanno ricevendo. Perchè a Brindisi le cose funzionano sempre male? Eppure quelli sono soldi della Regione ed erano per noi”.

La delibera che prevede l'assegno di cura per l"Assistenza Indiretta Personalizzata" è la n°1985, approvata dalla Giunta Regionale il 28/10/2008. Sono stati stanziati 45 milioni di euro. “Trattasi di un contributo economico onnicomprensivo, destinato alla realizzazione dei "progetti per la vita indipendente", erogato in favore del nucleo familiare che assicura assistenza continuativa a congiunti che si trovano in condizioni di non autosufficienza gravissima, avendo scelto di far proseguire la permanenza a domicilio, con adeguate prestazioni sanitarie, piuttosto che optare per il ricovero in struttura residenziale. Tale misura è finalizzata a rimuovere ovvero ridurre l'incidenza che i vincoli economici possono esercitare sulla scelta di un nucleo di prendersi carico del lavoro di cura di una persona in condizione di fragilità derivante da una non autosufficienza gravissima, favorendone anche la permanenza nel proprio contesto familiare”, si legge nel documento di presentazione del bando.

Il 9 agosto del 2009, la figliola di Antonio F. a soli 13 anni, terzultima di nove figli, fu colpita da emorragia cerebrale. La ragazza ora versa in coma vegetativo, vive con la sua famiglia in un alloggio popolare, è assistita da fisioterapisti e medici, è tornata, dopo lunghi e dolorosi anni trascorsi in giro per le cliniche di tutta l'Italia, al calore della sua famiglia. L'assegno di cura che il suo papà Antonio ha richiesto e si è aggiudicato serve per la sua assistenza sanitaria, e sono soldi importanti per il bene della ragazza. Qualcosa, però, impedisce che quel denaro arrivi alla famiglia e alle altre famiglie di assistiti.

“E' da cinque mesi che io e le altre persone nelle mie stesse condizioni bussiamo alla porta dell'Ufficio ragioneria del Comune di Brindisi per sapere che fine hanno fatto i nostri soldi – continua Antonio F. – riceviamo solo risposte vaghe. Sappiamo per certo, però, che la Regione i soldi per noi li ha erogati, sappiamo che i residenti degli altri Comuni li ricevono. Da noi, invece, c'è sempre una sorta di scarica barile, un continuo sballottamento da un ufficio all'altro. Silenzi. Non sappiamo nemmeno più quanto si deve attendere ancora e a chi rivolgerci”. Giriamo la domanda all'amministrazione comunale di Brindisi.

La graduatoria

 

 

 

 

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