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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Si riparla di emissioni industriali e salute con gli autori del report

Incontro a Palazzo Nervegna il 12 gennaio con i coordinatori dello studio disposto da Ares Puglia e Asl. E l'Associazione Salute Pubblica solleva la questione delle malattie contratte dai lavoratori del petrolchimico

BRINDISI – Brindisi Bene Comune organizza  per venerdì prossimo 12 gennaio alle 18 a Palazzo Nervegna un incontro sui risultati dell’indagine epidemiologica che ha interessato il capoluogo e altri sei comuni dell’area considerata ad alto rischio ambientale. Saranno presenti due dei coordinatori dello studio disposto dall’Agenzia regionale sanitaria (Ares) della Puglia, Francesco Forastiere e Carla Ancona, del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio. Allo studio hanno collaborato Arpa Puglia, Ares Puglia, Asl di Brindisi.

Con le relazioni dei due coordinatori, si entrerà nel merito dell’impatto delle emissioni industriali  del polo termoelettriche e del polo chimico sulla salute dei residenti nell’area presa in considerazione dall’indagine. “Tale possibile danno sulla salute è stato valutato – dice Brindisi Bene Comune - considerando l‘insorgenza di patologie, ovvero il loro aggravamento tale da comportare un ricovero ospedaliero o, addirittura, il decesso”.

“Anche in questo studio, come nel caso di Taranto, sono stati valutati gli effetti delle esposizioni ambientali e occupazionali sulla mortalità-morbosità della popolazione residente utilizzando il disegno epidemiologico della coorte residenziale (la coorte, nella scienza statistica e nella demografia, indica un insieme di individui, facenti parte di una popolazione predefinita, caratterizzati dall'aver sperimentato una stessa condizione in un periodo predefinito)”, prosegue la nota di presentazione dell’incontro del 12 gennaio.

La coorte, nel caso dell’indagine in questione,  è costituita dalle 223.934 persone residenti tra l’1 gennaio del 2000 e il 31 dicembre 2010 nei comuni di Brindisi, Carovigno, Cellino San Marco, Mesagne, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni e Torchiarolo. “Uno studio fondamentale per orientare, su basi scientifiche inoppugnabili, le necessarie scelte che il territorio si attende” conclude Brindisi Bene Comune.

Le malattie tra i lavoratori chimici

Anche l'Associazione Salute Pubblica di Brindisi si sofferma sui dati dell'indagine epidemiologica, estraendone i probabili decessi per cause legate all'inquinamento in dustriale, ma solleva in particolare la questione delle malattive gravi contratte nel petrolchimico consortile dai lavoratori. "Rimane ancora inesplorato il numero dei lavoratori morti ed ammalatisi nei vari comparti industriali brindisini", dice in un a nota l'associazione. "In questi giorni abbiamo incontrato due lavoratori della chimica a cui è stato diagnosticato di recente un mesotelioma della pleura, tumore tipicamente da amianto".

Il petrolchimico di Brindisi-3

"Come fu fatto, senza ricevere alcuna risposta, con le precedenti giunte regionali, anche all’attuale amministrazione  abbiamo consegnato fiduciosi l’elenco dei lavoratori analizzati nel 2000 dal professor Cesare Maltoni nell’ambito del procedimento penale, poi archiviato, sui morti del Petrolchimico, chiedendo che sia aggiornato il destino sanitario di quegli oltre 1300 lavoratori. Non si tratta di curiosità scientifica, ma di uno strumento per fare giustizia e dare ristoro a tante famiglie private dei loro cari prematuramente", annuncia l'Associazione Salute Pubblica.

"Casi di malattie e decessi prematuri sono segnalati nei diversi comparti produttivi ed anche lì bisognerebbe indagare lo stato di salute di quelle popolazioni lavorative. Recentemente - si legge ancora nel comunicato - sono state aggiornate identiche coorti di lavoratori a Ravenna e Ferrara (Scarnato e altri, 2017) da parte delle locali autorità sanitarie. Lo stesso elenco di lavoratori chimici nelle settimane scorse  è stato consegnato all’ufficio del gip del Tribunale di Brindisi da parte dei superstiti di un lavoratore del cloruro di vinile monomero - Cvm deceduto per  angiosarcoma epatico, che si oppongono all’archiviazione del relativo procedimento richiesto dalla Procura della Repubblica".

"Domande di verità quelle fin qui esposte che i dinieghi ed i silenzi delle istituzioni possono mettere a tacere per qualche tempo, ma che il dolore delle famiglie colpite fa riemergere costantemente con rinnovata forza".

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