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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Aggressioni in ospedale, emergenza

BRINDISI – Gli operatori sanitari degli ospedali del Brindisino sono sempre più a rischio, spesso vengono aggrediti, minacciati offesi da pazienti e loro parenti e nessuno, delle forze dell'ordine, può intervenire. La Funzione Pubblica della Cgil nella persona del segretario generale Antonio Macchia chiede l'intervento del prefetto e della direzione generale dell'Asl di Brindisi perché stilino le linee guida di comportamento delle forze dell'ordine ed emettano provvedimenti in grado di tutelare i sanitari ospedalieri.

BRINDISI – Gli operatori sanitari degli ospedali del Brindisino sono sempre più a rischio, spesso vengono aggrediti, minacciati offesi da pazienti e loro parenti e nessuno, delle forze dell'ordine, può intervenire. La Funzione Pubblica della Cgil nella persona del segretario generale Antonio Macchia chiede l'intervento del prefetto e della direzione generale dell'Asl di Brindisi perché stilino le linee guida di comportamento delle forze dell'ordine ed emettano provvedimenti in grado di tutelare i sanitari ospedalieri.

Da quanto si legge nel documento redatto dall'organizzazione sindacale è stata attivata una commissione per la valutazione e la gestione dell’aggressività soprattutto nei servizi più esposti (i servizi psichiatrici in particolare gli Spdc, il pronto soccorso, il Sert, Reparti di Geriatria), anche ai sensi di una circolare ministeriale del 2007 e su richiesta del direttore del Spdc di S. Pietro Vernotico (18 infortuni per atti di violenza nei primi 7 mesi del 2012).

Tuttavia questa commissione, nata senza atto deliberativo e quindi senza chiara indicazione degli obiettivi e delle funzioni (se di mero studio, se consultiva, se propositiva) risulta essersi riunita una sola volta senza che ancora abbia prodotto un documento su cui potersi almeno confrontare. Nel  frattempo il problema della aggressività subita in ambito lavorativo non solo persiste ma se possibile diventa più grave stante la grave carenza di risorse attuali che rendono più difficile  l’impatto  con la utenza,  con aumento del rischio per la incolumità fisica di coloro che operano presso i servizi, con il rischio per l’Asl di incorrere in ipotesi di responsabilità quale datore di lavoro.

La Fp Cgil crede fermamente  che occorra una progettualità per prevenire e gestire la aggressività in ambiente di lavoro, in sintesi estrema: azioni strutturali per garantire spazi di manovra, vie di fuga, sistemi di allarme facili da usare, anche per chiedere l'intervento della  vigilanza (che dovrebbe essere presente 24 su 24 nei luoghi a rischio) o forze dell'ordine (intanto è stato disattivato  il servizio di polizia nelle ore notturne al Perrino), dotazioni organiche adeguate e formate nel riconoscimento dei segni precoci e gestione dei comportamenti aggressivi;  collaborazione fra servizi;  formazione sul campo che, come sappiamo richiede tempo e risorse; chiarezza rispetto ai ruoli ed ai compiti degli operatori sanitari e delle forze dell'ordine che spesso e volentieri rimandano agli operatori sanitari  la gestione dei comportamenti  violenti che si verificano all’interno dei servizi, sostenendo di non essere tenuti o autorizzati a "mettere le mani addosso" a persone che per qualsiasi motivo.

In conclusione, il sindacato chiede che Asl dia finalmente direttive chiare e coerenti  perché siano conosciute e applicate le direttive con cui la giunta regionale ha impartito raccomandazioni sulle emergenze-urgenze psichiatriche e sulla prevenzione e gestione delle contenzioni fisiche nei Spdc (e non solo), poiche’ sono situazioni che hanno spesso a che fare con comportamenti aggressivi; che almeno faccia in modo che si arrivi a protocolli locali fra i vari servizi interessati attuativi delle stesse delibere regionali; che si faccia parte attiva per un incontro con il prefetto per  dirimere alcuni "dubbi" interpretativi circa i ruoli e compiti delle forze dell’ordine e per concordare eventuali protocolli di intervento e prassi operative.

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