Mimmo Consales finalmente si confessa con Satyricon
Squilla il telefono in redazione. È un vecchio collega passato a miglior vita. «Buongiorno, sono Mimmo. Mi piacerebbe fare una intervista come quella della Pennetta, forse può servire a risollevare il mio indice di gradimento»
Squilla il telefono in redazione. È un vecchio collega passato a miglior vita. «Buongiorno, sono Mimmo. Mi piacerebbe fare una intervista come quella della Pennetta, forse può servire a risollevare il mio indice di gradimento».
Forse sarebbe meglio far tagliare le erbacce per le strade, ma davvero vuol fare una fanta-intervista per Satyricon? Se vuole c’è il nostro direttore, facciamo una cosa seria...
«Per carità di Dio, meglio l’Ebola. Preferisco Satyricon, è più affine alla realtà brindisina».
Cioè?
«’Na risa».
A noi sembra più una tragedia, ma sono punti di vista. Allora partiamo con la prima curiosità: va ancora a messa la domenica al seminario?
«No, ormai il Signore il miracolo lo ha fatto».
E quale sarebbe?
«Quello di farmi diventare sindaco. Poteva accadere solo per miracolo».
Qualcuno direbbe “l’ennesimo errore dei brindisini”, ma anche qui, punti di vista. A proposito di consensi, ha visto i risultati dell’ultimo sondaggio?
«No, quale? Sono brutti?»
Così e così: alla domanda “Cosa pensa di Consales sindaco?” il 67% degli intervistati ha risposto “Tutto il male possibile”, il 30% ha optato per un meno schierato “Davvero hanno eletto Consales sindaco?”, mentre il 3% ha preferito un moderato “Non è proprio per lui”.
«Beh, tutto sommato pensavo peggio. Chi ha realizzato il sondaggio?»
Mauro D’Attis e Riccardo Rossi.
«Beh, allora ho ancora speranze».
Lei si, noi brindisini un po’ meno. Ma veniamo alla vita amministrativa: avete smesso di fare cazzate oppure proseguite indefessi?
«Ci siamo dati un metodo: meno facciamo e meglio è. E ogni delibera la mandiamo alla Digos per un controllo preventivo, così non si scomodano a venire ogni giorno al Comune».
Ci sembra un buon inizio. Sindaco, cosa pensa di Emiliano che la vorrebbe mandare a casa ma non può dirlo né farlo?
«Che io vorrei fare altrettanto».
Vorrebbe tornarsene a casa?
«No, vorrei mandare a casa Emiliano, Ma anche io non posso dirlo».
Perché non pensate di farlo entrambi? Magari vi vedete la sera e vi chiarite...
«Perché c’è ancora molto da fare...»
Ecco, è proprio questo che preoccupa la gente: ogni cosa che fate la sbagliate. L’appalto per i rifiuti, il dissesto finanziario e le tasse aumentate, per non parlare della scelta degli assessori. A proposito, con quale criterio li sceglie: competenza, serietà, principi morali, idee...
«La prego, basta con queste puttanate. Non seguo criteri, mi affaccio alla porta e fuori c’è sempre la fila di questuanti. Ma stia tranquillo che prima o poi uno buono lo troveremo».
Senta, avete di nuovo pubblicato la gara per affidare a una tv locale le riprese del consiglio comunale. Ma dobbiamo per forza offrire certi spettacoli disgustosi? Peraltro chiedete di mandare in onda ore e ore di interviste a Loiacono, Brigante, Sergi, Luperti... I genitori fanno tanti sacrifici per far studiare l’inglese ai figli, poi accendono la tv e si ritrovano davanti a certi monologhi incomprensibili perfino in italiano.
«Beh, magari i brindisini capiscono per che sorta di personaggi riescono a votare».
Nei giorni scorsi si sono ribellati anche i genitori dei bambini iscritti alla scuola europea: termosifoni arrugginiti, porte rotte, insegnanti con l’alito pesante...
«Mi faccia dire una cosa, qui la colpa è tutta loro. La scuola si chiama europea, ma si trova a Brindisi, dunque non potevano certo aspettarsi un college londinese. Per 50 euro di retta... Comunque il problema più serio lo abbiamo risolto.
Come?
«Con una fornitura extra di dentifricio».
È vero che si vuole ricandidare?
«A casa mia inizialmente hanno detto che mi vorrebbero più presente. Poi ci hanno pensato bene, e hanno optato per una nuova candidatura. Non ho capito bene se perché sono pesante o perché credono in me come sindaco. A volte è meglio non sapere».
Se dovesse smettere di fare politica tornerebbe a fare il giornalista?
«Penso di sì».
Non sarebbe invece ora di iniziare a lavorare seriamente?
«Lo sa che forse era meglio l’intervista del direttore?».
Se vuole lo chiamo subito.
«Ho detto forse».