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Il triumvirato Udc gioca a fare i Grillini. Con scarsi risultati. E il Pd dorme...

Ferry gioca a fare il Grillo: parla solo da Facebook. Rollo fa il Casaleggio e Ciro da Ceglie ringhia contro chi osa criticare un partito che vale l'1% ma si pappa tutte le poltrone che trova in giro, comprese quelle del teatro Impero. Tutto, bene inteso, per senso di dovere e spirito di sacrificio.

«Io scelgo solo persone competenti», disse Massimo Ferrarese ad un quotidiano locale poco dopo essere stato eletto presidente della Provincia. Poi, viste alcune nomine da Egli effettuate, qualcuno si rese conto che probabilmente la parola competenza, a Francavilla Fontana, aveva un significato diverso da quello che ha nel resto del mondo. È infatti difficile trovare qualche suo “nominato” che sia competente delle materie che è stato chiamato ad amministrare nelle varie società e negli enti occupati.

Occupati, bene inteso, solo per senso di dovere e spirito di sacrificio, e in virtù della grande moralità che sempre ispira gli Udicini, ben diversi da tutti gli altri, che notoriamente in certi posti ci vanno solo per rubare (almeno questo si evince da recenti dichiarazioni del segretario Ciro Argese).

Fatta questa premessa, vi raccontiamo cosa sta accadendo nel Grande Partito Scomparso chiamato Udici e affidato alle sapienti mani di Ciro da Ceglie Messapica.

Massimo, il Vate, vorrebbe interpretare il ruolo di Grillo di provincia: pensa di sfruttare la potenza del web per diventare, in ordine di preferenza: Presidente della Regione, Parlamentare, Assessore regionale, amministratore di condominio.

I suoi post sono esilaranti, ed è un peccato che li legga sempre meno gente: da quando si è dimesso da presidente, infatti, il numero di “mi piace” è drasticamente diminuito, mentre sono aumentati i “ma che cazzo stai dicendo?”, che è una nuova formula di gradimento introdotta da Facebook solo nelle pagine dei politici.

Attraverso il social network, nelle ultime settimane Ferry ci ha fatto sapere di aver previsto, nell’ordine: il ritorno di Berlusconi, la cancellazione delle Province, l’arrivo del gran caldo e l’aumento del prezzo dei carciofi.

Aveva previsto perfino la scomparsa (temporanea) di Senzacolonne e le sette sconfitte consecutive dell’Enel Basket Brindisi, ma ha preferito non annunciare i due eventi per non ingenerare allarme sociale. Non si hanno più notizie invece di un'altra grandiosa idea, quella della No Tax Area: forse ci si è resi conto che a tutto c'è un limite.

Marcello Rollo interpreta invece il ruolo del guru Casaleggio, anche se i capelli proprio non vogliono saperne di ricrescere. È lui a definire strategie politiche, apparentamenti elettorali e metodologie di allenamento di coach Bucchi. Ha studiato alla scuola di Mennitti, e speriamo che i risultati non siano gli stessi, altrimenti c'è da grattarsi.

E poi c’è Ciro Argese, cui è toccato il ruolo del mastino: se qualcuno osa criticare gli Udicini, lui ringhia. Per dire: Brindisi Report mette in risalto l’occupazione di ogni luogo di potere da parte dei centristi, compresi gli stalli di parcheggio sulla litoranea? Lui si scaglia contro l'editore di riferimento della testata, Carmine Dipietrangelo, che a quanto pare è stato peggio di Andreotti, ed è strano che ancora non sia stato accusato della strage di Ustica (ma probabilmente il grande Ciro tirerà fuori le carte al momento opportuno...).

Come tutti i cani che abbaiano, però, basta poco per sistemare le cose. Per dire: alle accuse deliranti di Ciro su facebook abbiamo risposto con qualche domanda e alcune considerazioni semplici semplici, ma Argese si è eclissato. È che quando uno è abituato a gridare, poi non trova più le parole per dialogare. Figuriamoci se risponde all’editoriale di Marcello Orlandini: lì lo scontro appare davvero impari. Ovviamente in favore dell’Udicino, perché loro sono esseri superiori, di un altro pianeta e di un altro livello.

In puro stile Grillo-Haralambides, gli Udicini hanno imparato una cosa: tirare il sasso nello stagno e nascondere la mano. In parole povere, le sparano grosse ma non rispondono alle critiche e alle domande. È la moda, e loro sono di moda. Come tutte le mode però, a un certo punto stufano e passano.

Quando accadrà a Brindisi? Forse quando nel Pd ci sarà qualcuno, dotato di scatola cranica ancora funzionante, che si chiederà per quale motivo si debba consentire l’occupazione militare di tutte le poltrone e di tutti gli incarichi al Grande Partito Scomparso che in Italia conta ormai l’1%. Ma per attendere la venuta di un simile soggetto, forse bisognerà aspettare il prossimo congresso del partito. Perché ad oggi tutti tacciono.

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