Fugu, Sugu, Tufu e gli altri: locali di tendenza a Brindisi

Il successo di Fugu ha fatto esplodere anche a Brindisi la moda del cibo giapponese e asiatico. E sono numerose le nuove aperture attese nei prossimi giorni. BrindisiReport le ha provate in anteprima per voi.

Sugu. Più che giapponese, questo localino offre una cucina fusion che mixa il sushi con le braciole e le polpette. Il risultato è un intruglio senza identità che causa un sacco di problemi, più o meno come il laboratorio che “governa” la città.

Tufu. Il cuoco Peppino si spaccia per maestro di sashimi e tempura, ma a smascherarlo è il vizio di versare peperoncino a chili in ogni condimento. Con l’aggiunta di cipolla di Tropea e aglio di Cisternino, i piatti sono tutti un tantino pesantucci. In ossequio al nome del locale.

Stufu. È la versione light di Tufu, e l’apertura si deve al fratello di chef Peppino, lo stellato Cosimino, che di ritorno da Kyoto ha voluto aprire questo ristorante gourmet che offre parvenze di piatti giapponesi, le cui dimensioni ridottissime stufano (appunto) i clienti, che usciti dal ristorante vanno a farsi una bella fritta da Romanelli.

Musu. Il nome del ristorante è una dedica al miglior cameriere del locale, che non riesce a sorridervi nemmeno sotto tortura ed ha sempre la faccia di uno che pensa: «Ma con tanti posti, proprio qui dovevate venire a mangiare?».

Rattusu. Appena uscito di galera per aver palpato una poliziotta durante l’alcol test, chef Carlo Cricca continua a far discutere per la scelta di avere solo cameriere e clienti donne. Il menù, manco a dirlo, è solo a base di pesce.

Chiusu. L’azzardo di eliminare dal menù le patatine e le polpette fritte si è rivelata infelice: ai brindisini puoi aumentare le tasse e far respirare benzene, ma se togli loro il basket e le polpettine, anche fritte in olio del decennio scorso, si incazzano e ti fanno abbassare la saracinesca