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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Fermi" in lotta, accordo raggiunto

BRINDISI – Le scuole di Brindisi si mobilitano. Questa mattina a fermarsi è stato il Liceo Scientifico Enrico Fermi. Gli studenti, non tutti, si sono posizionati all’esterno dell’istituto secondario con striscioni e spiriti determinati per continuare la protesta iniziata ad ottobre a livello nazionale. Al Fermi non ci sono grossi problemi di edilizia scolastica, al contrario di altre realtà brindisine, ma gli studenti sono decisi e sicuri nell’opporsi a una ipotesi di scuola privatizzata e senza diritti. “Vogliamo studiare, sia chiaro. Siamo ragazzi seri e vogliamo diplomarci e laurearci. Non stiamo manifestando senza motivo”.

BRINDISI Le scuole di Brindisi si mobilitano. Questa mattina a fermarsi è stato il Liceo Scientifico Enrico Fermi. Gli studenti, non tutti, si sono posizionati all’esterno dell’istituto secondario con striscioni e spiriti determinati per continuare la protesta iniziata ad ottobre a livello nazionale. Al Fermi non ci sono grossi problemi di edilizia scolastica, al contrario di altre realtà brindisine, ma gli studenti sono decisi e sicuri nell’opporsi a una ipotesi di scuola privatizzata e senza diritti. “Vogliamo studiare, sia chiaro. Siamo ragazzi seri e vogliamo diplomarci e laurearci. Non stiamo manifestando senza motivo”.

Hanno stilato un programma e l’hanno consegnato al dirigente scolastico Anna Maria Quarta che ha accolto le loro richieste. Erano circa in trecento, gli studenti, che stamani sono rimasti fuori dall’edificio scolastico per animare la protesta e la rivendicazione dei propri diritti, oramai violati dalla nuova normativa e da quelle incombenti. Hanno deciso anche loro di “farsi sentire e non rimare in silenzio”, così come i due licei di Ostuni in agitazione dalla settimana scorsa e il Palumbo di Brindisi, contro la legge ex Aprea, sui fondi sospesi per le scuole utilizzati per attività extrascolastiche, il diritto allo studio e contro la privatizzazione della scuola pubblica.

“Vogliamo studiare serenamente perché noi vogliano studiare – dicono i rappresentanti d’istituto Diego Perchinenna, Giulia Chiriatti e Ilaria Lezzi –, e rivogliamo i nostri diritti. Oggi così come domani e fino al termine dell’anno scolastico vogliamo manifestare contro questa indecenza scolastica. Ci batteremo per riprenderci il futuro. Non possiamo vivere metà della nostra giornata al freddo, visto che siamo tutti senza riscaldamenti nelle scuole, non possiamo studiare nelle scuole che cadono a pezzi. Non abbiamo più la possibilità di attività extrascolastiche, addio laboratori perché i fondi sono stati tutti sospesi. Noi stiamo protestando contro il sistema. Sia chiaro, non ci fermeremo qui, andremo anche fino a Roma”.

Dopo un’assemblea nella vicina piazza Sapri, gli studenti hanno stilato un programma e l’hanno presentato al dirigente scolastico Anna Maria Quarta, che è stata molto disponibile verso i ragazzi. “I ragazzi vanno sostenuti – ha detto la preside Quarta a BrindisiReport.it – l’ho fatto e lo continuerò a fare sempre, appoggiando ciò che per il loro futuro possa essere costruttivo. Loro lo sanno già, non concederò l’occupazione, ma insieme possiamo trovare altre soluzioni portando avanti la protesta. Sono qui per loro e insieme a loro continueremo a lavorare”.

I ragazzi hanno chiesto al preside un’assemblea permanente almeno una volta al mese per discutere dei problemi esistenti, istanza che è stata accettata. “La preside ci ha promesso che provvederà lei stessa a chiamare i tecnici per sistemare l’impianto di riscaldamento – continuano i ragazzi – che ci darà la possibilità di fare un’assemblea permanente una volta al mese e che farà nuovamente richiesta per i fondi con la speranza di averli almeno al rientro delle vacanze di Natale”, concludono.

Gli studenti riprenderanno la normale attività scolastica domattina. Insieme ai giovani, c’erano anche alcuni genitori dinanzi l’istituto questa mattina. Sono pronti anche loro a scendere in piazza accanto ai propri figli. Sostengono la loro protesta, sanno perfettamente che i giovani brindisini non stanno manifestando senza reali, buone e giuste motivazioni. “Siamo qui oggi – hanno detto i genitori presenti (vedi foto, ndr) – perché i nostri figli hanno il diritto di garantirsi  un futuro. Sosterremmo tutte le loro lotte e battaglie. Ci dispiace che oggi siamo in pochi, anzi pochissimi genitori qui per strada insieme a loro. Bisogna capire che si stanno battendo per una giusta causa”.

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