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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Polo universitario, allarme Uil

BRINDISI – Disagi seri per le famiglie degli studenti, e incertezze sulla sorte dei lavoratori: sono i problemi che anche la Uil si pone e pone di fronte al rischio molto serio della chiusura del polo universitario di Unisalento a Brindisi, e lancia l’allarme con una nota.

BRINDISI – Disagi seri per le famiglie degli studenti, e incertezze sulla sorte dei lavoratori: sono i problemi che anche la Uil si pone e pone di fronte al rischio molto serio della chiusura del polo universitario di Unisalento a Brindisi, e lancia l’allarme con una nota.

“Il polo universitario brindisino rischia di venire ridimensionato o, nella ipotesi più grave, di scomparire rendendo inutile l'obiettivo perseguito da qualche anno da enti ed istituzioni pubbliche e private locali di chiedere ed ottenere il decentramento delle sedi di studio con corsi di laurea specialistica, favorendo gli studenti e creando con la città anche un rapporto di ‘costruttiva dipendenza’ come succede da anni in altre realtà”, dice un comunicato della segreteria territoriale Uil.

“Notizie di stampa raccontano che negli incontri avvenuti qualche giorno addietro tra i responsabili della sede distaccata dell'università del Salento, insediata nella Cittadella della Ricerca, ed alcuni rappresentanti delle istituzioni che fino a poco tempo addietro hanno garantito le risorse per il suo funzionamento (soprattutto Comune capoluogo, Provincia e Camera di Commercio, ndr), è stato di fatto decisa la chiusura di alcuni corsi di laurea”.

Le cause, prosegue la nota del sindacato, “sono addebitabili anche alla mancata corresponsione delle risorse necessarie erogate dai cinque partner che fino ad oggi hanno contribuito al suo funzionamento. Una situazione veramente difficile che però è conseguenza diretta di scelte inappropriate assunte con leggerezza qualche anno addietro quando si improvvisò il progetto senza pianificare la necessaria dipendenza anche sociale ed infrastrutturale con la collettività cittadina per favorire una integrazione sostanziale e non formale così come è avvenuto”.

Pertanto, secondo la Uil, “oggi rischia di venire meno una struttura che non si è mai integrata con il territorio, che comunque almeno assicura posti di lavoro. Che fine faranno i lavoratori? A quali disagi dal punto di vista didattico e quali spese saranno costretti a sostenere le famiglie degli studenti che saranno costretti ad emigrare in altre sedi? Di questo siamo preoccupati e vorremmo avere qualche risposta”.

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