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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Spari dopo una lite: ferito a Squinzano presunto componente la banda della 166

SQUINZANO – Un diverbio, in principio. Poi la lite, degenerata in una improvvisa quanto fugace sparatoria. Luciano Liuzzi, 34 anni, originario di Brindisi e residente a Squinzano, è piombato sull’asfalto, mentre il suo aggressore, dopo essersi sfogato con fervore omicida, avrebbe fatto perdere in fretta le proprie tracce. Ma avrebbe le ore contate. Le forze dell’ordine da alcune ore gli stanno dando la caccia. Nel mirino del cecchino, uno dei presunti componenti la banda della 166, tutti finiti a vario titolo alla sbarra. Liuzzi è stato ricoverato all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, in seguito alle ferite riportate durante l’assalto.

SQUINZANO – Un diverbio, in principio. Poi la lite, degenerata in una improvvisa sparatoria. Luciano Liuzzi, 34 anni, originario di Brindisi e residente a Squinzano, è piombato sull’asfalto, mentre il suo aggressore, dopo essersi sfogato con fervore omicida, avrebbe fatto perdere in fretta le proprie tracce. Ma avrebbe le ore contate. Le forze dell’ordine da alcune ore gli stanno dando la caccia. Nel mirino del cecchino, uno dei presunti componenti la banda della 166, tutti finiti a vario titolo alla sbarra.  Liuzzi è stato ricoverato all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, in seguito alle ferite riportate durante l’assalto.

Il trentaquattrenne brindisino ha rischiato grosso, preso di mira con un fucile da caccia. Il fattaccio è accaduto nel centro di Squinzano, in via Maggiore Galliano, intorno alle 18 di questa sera. Luciano Liuzzi sarebbe stato avvicinato da un uomo. I due avrebbero discusso animatamente, sino a quando la conversazione non è degenerata in lite. Dalle parole alle mani, dagli spintoni ai pugni. Quindi il peggio: l’uomo si allontana, giusto il tempo di afferrare dal bagagliaio della sua auto un fucile, tornando alla carica. E quando si è ritrovato Liuzzi sotto tiro,  avrebbe esploso i colpi d’arma da fuoco. I carabinieri di Campi Salentina e di Trepuzzi, accorsi poco dopo sul luogo della sparatoria, stanno cercando di ricostruire in queste ore la dinamica del grave episodio, per risalire all'identità del feritore .

Volto noto, agli inquirenti, quello di Luciano Liuzzi, balzato già prima d’oggi agli onori della cronaca soprattutto per il suo coinvolgimento nell’operazione “Challenge”, condotta dalla squadra mobile di Lecce, che, nel novembre del 2008, portò all'arresto di diverse persone. Ventuno degli indagati, sono stati poi rinviati a giudizio il 13 maggio scorso. E Liuzzi (che ha scelto il rito abbreviato) è considerato fra gli esponenti di spicco della cosiddetta "banda della 166": gruppo accusato di aver eseguito furti e “spaccate” tra il 2007 ed il 2008, lungo l'asse del grande salento. Una decina di colpi circa e nel mirino di tutto: stazioni di servizio, negozi, rivendite di tabacchi, ville. Sotto tiro, ogni tipo di attività.

Nel 2008 la svolta. La 166 fu scovata nelle campagne di San Vito dei Normanni, nel brindisino, al termine di una complessa attività di indagine condotta dai poliziotti leccesi in collaborazione con la squadra mobile di Brindisi. E la banda finì nella rete. Per Liuzzi & co scattarono le manette, chiamati a rispondere a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla rapina, al furto, alla ricettazione, ma anche al riciclaggio di autoveicoli. Fatti e circostanze che con ogni probabilità, stando a quanto riferiscono gli investigatori, non dovrebbero avere alcun collegamento con la sparatoria odierna. Dietro all’aggressione, infatti, potrebbero celarsi solo questioni di natura personale. Ma l’attività investigativa è soltanto all’inizio.

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