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Decisione definitiva del Consiglio federale: senza palazzetto Brindisi fuori dal basket

Limite minimo di capienza portato a 5mila posti a sedere per la Serie A a partire dal 2018-2019. Ampliamento PalaPentassuglia possibile sono con fondi privati. Il palasport più vicino è quello di Bari, che ha accolto ben 350 eventi di vario genere, con la partecipazione di 550 mila spettatori

BRINDISI - Ora è ufficiale. Il Consiglio Federale della Fip (Federazione italiana pallacanestro) svoltosi a Roseto degli Abruzzi e presieduto da Gianni Petrucci ha votato all’unanimità la delibera con cui dal campionato 2018-2019 di serie A “tutte le gare dovranno svolgersi in impianti di gioco con una capienza minima di 5 mila posti a sedere e con appropriati impianti di climatizzazione. L’obbligo della capienza minima scatterà già nei play off della stagione precedente 2017-2018. Il Consiglio Federale ha inoltre auspicato che tutte le società possano disputare le gare di play off di questa stagione sportiva in impianti con capienza minima di 5 mila posti a sedere”.

Brindisi ed altre dieci società sono costrette fin da ora a pensare di trovarsi un collocazione compatibile con le prescrizioni previste dal Consiglio Federale, per essere ammesse al campionato di serie A, considerato che sono solo in sei i club in regola, come Milano, Avellino, Caserta, Pesaro, Varese e Sassari. L’impianto di contrada Masseriola, infatti, dispone di una capacità limitata di 3 mila e 534 posti a sedere, molti dei quali inutilizzabili per l’assoluta mancanza di visuale del rettangolo di gara ed il palasport più vicino è il PalaFlorio di Bari, che pure andrebbe ampliato avendo una capienza massima di 4 mila e 540 posti.

Ma Bari, pur senza avere una squadra di basket in Serie A ma con amministratori lungimiranti e capaci, ha trasformato la gestione del proprio palasport in un straordinaria opportunità gestionale, costruendo un business eccezionale per la città fra concerti, eventi sportivi, fiere e congressi, tanto che può vantare con orgoglio l’esibizione di 350 eventi accolti, con la partecipazione di ben 550 mila spettatori presenti ed interessati e 250 dirette TV (in basso, il PalaFlorio di Bari).

PalaFlorio di Bri-2

Ma a Brindisi c’è ancora chi, con un concetto arretrato ed una visione provinciale della realtà, continua a credere che un palasport sia un impianto utile solo per giocare a basket per far piacere a Nando Marino ed i suoi soci, ed a qualche migliaio di fanatici e che ci sono altre priorità delle quali, però, nessun cittadino ha mai visto realizzate nel corso degli ultimi 50 anni.

E ancora si continua a narrare la favola che “non ci sono soldi” mentre sfuggono le più elementari opportunità e forme di finanziamento a fondo perduto per lo sport. Il Comune di Brindisi è risultato ancora colpevolmente assente nella corsa ai finanziamenti stanziati con la legge “Sport e Periferie” che ha portato, invece, al Comune di Fasano ben 2milioni di finanziamento ed 1 milione e 500 mila euro erogati dalla Regione Puglia per la costruzione di un palasport polivalente, naturalmente senza gravare sul bilancio comunale e sulla collettività, smontando il lamentoso alibi del “non ci sono soldi” e delle “priorità”.

Ora Brindisi ritorna alla ribalta delle cronache sportive nazionali per la deliberata eventualità di bruciare il fenomeno basket, una delle poche eccellenze rimaste in città, portato a prestigiosi livelli nazionali ed internazionali e da sei stagioni agonistiche presente nel massimo campionato di serie A. La Gazzetta dello sport, dopo aver definito il PalaPentassuglia “paleolitico” per la sua totale inadeguatezza ad un campionato della massima serie nazionale, a commento delle decisioni del Consiglio a Federale che preclude la partecipazione della New Basket Brindisi al campionato di serie A, ha scritto che “A Brindisi la situazione è drammatica: anni e anni di chiacchiere hanno portato al nulla ed ora il presidente Nando Marino è seriamente preoccupato”.

Nando Marino 2-9Il presidente della New Basket (foto a destra) ha dichiarato di non voler lasciare Brindisi “Ma ora tocca al Comune muoversi davanti a questa regola che noi vediamo come un’opportunità per poter dotare la città di un impianto degno”. Ma il presidente Marino comprende bene che il Comune continua da anni a “fare chiacchiere per non far nulla”, come scrivono i giornali nazionali e stranieri (vedi L’Equipe” che definì il palasport “un stade vétuste encastré entre un champ et un autoroute” ). Sono anni che la favola della costruzione di un “Palaeventi” viene raccontata con abbondanza di particolari progettuali, tecnici e di finanziamento, prima dalla Giunta Mennitti, poi bruscamente ed inopinatamente interrotta dal commissario Pezzuto, poi presentata in pompa magna dalla Giunta Consales per finire al commissario Castelli, quello che augurava a Brindisi di costruirsi un nuovo “Maracanà” mentre stralciava definitivamente il finanziamento dal bilancio.

Ora, nel momento in cui la città rinuncia alla sua squadra di basket, la cosiddetta “volontà politica” esprime un’altra clamorosa e plateale beffa, una presa in giro nei confronti del basket, ignorando il ruolo che ha nella storia della città, inserendo nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche uno stanziamento di 4 milioni di euro nella Voce “Progetto per l’ampliamento del palasport Elio Pentassuglia, contrada Masseriola, per un importo di 4 milioni di euro, con fondi privati”. Privati chi? E’ uno scherzo? No, è come fosse un “assist” al Presidente Nando Marino ed ai suoi soci ed ai tifosi, un autentico invito a togliere il disturbo e lasciare Brindisi con direzione Bari o trasferire il titolo ad altre società che sono disposte a fare ponti d’oro per avere un posto nell’olimpo del basket nazionale.

Brindisi sta per perdere la sua squadra di basket, in un clima di completo adattamento e di colpevole silenzio. Anche i tifosi della curva sono stanchi di cantare il più orecchiabile coro “vogliamo il palazzetto”, mentre gran parte della stampa brindisina non riesce ad uscire dal “palazzo” ed attende le “veline” per esprimere le proprie opinioni, e non prende la giusta posizione l’associazione “Brindisi vola a canestro”, che dovrebbe avere un ruolo più incisivo, autorevole e significativo nei rapporti esterni, ed infine la stessa New Basket Brindisi, fin troppo morbida nei confronti del Comune.

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