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Brindisi calcio: debiti per quasi 300mila euro, Morisco è ancora l'amministratore

L'operazione di salvataggio del Città di Brindisi intrapresa dal comitato di collaboratori e dipendenti (forse anche con il supporto dell'associazione PerBrindisi) potrebbe trovare un grosso ostacolo nei debiti lasciati in eredità dalla vecchia gestione. La società mantiene un certo riserbo sul reale ammontare dell'esposizione con tesserati, Stato, fornitori e altri creditori

BRINDISI – L’operazione di salvataggio del Città di Brindisi intrapresa dal comitato di collaboratori e dipendenti (forse anche con il supporto dell’associazione PerBrindisi) potrebbe trovare un grosso ostacolo nei debiti lasciati in eredità dalla vecchia gestione. La società mantiene un certo riserbo sul reale ammontare dell’esposizione con tesserati, Stato, fornitori e altri creditori, anche se negli ultimi giorni sono stati lanciati messaggi rassicuranti, fra cui quello del legale della PerBrindisi, l’avvocato Giacinto Epifani, il quale ha dichiarato che “i debiti sono di poco conto”.

BrindisiReport, insieme ai colleghi di altre testate giornalistiche, per trasparenza nei confronti dei tifosi e dei lettori, ha cercato di fare chiarezza sulla questione, contattando persone che hanno visionato le scritture contabili e consultando i bilanci depositati negli ultimi anni. Il quadro che ne emerge è di una esposizione debitoria pari a circa 300mila euro. Si tratta di una cifra di una certa entità per una società che entro il 10 luglio dovrebbe essere iscritta (se si riuscirà a onorare la tassa di iscrizione, pari a circa 19mila euro) al campionato di Serie D, con il concreto rischio che la giustizia sportiva, a seguito del coinvolgimento della vecchia dirigenza nello scandalo delle partite truccate, possa disporre la retrocessione d’ufficio in Eccellenza. 

Va chiarito che la somma in questione non dovrà essere pagata tutta e subito. Alcuni debiti sono già stati rateizzati, altri potranno esserlo. Con alcuni creditori, inoltre, si potrà cercare una transazione. Ma di certo c’è che i debiti, prima o poi, vanno onorati. 

I DEBITI - L’esposizione più grossa è quella con lo Stato. C’è un debito pari a circa 55mila euro già rateizzato nel 2012 riguardante l’Iva, di cui è stata corrisposta una cifra intorno ai 35mila euro. E’ pari a 30mila euro, invece, l’Iva dovuta per gli anni 2013 e 2014. Altro debito con lo Stato è quello relativo alle ritenute non versate nel 2013 e nel 2014, pari a circa 40mila euro. I fornitori hanno un credito di circa 60mila euro. Ai tesserati andranno corrisposti quasi 80mila euro. C’è un vecchio debito con l’ex socio Guido Sernicola, pari a 50mila euro. Poi va tenuto conto di un’esposizione con il Comune di Brindisi pari a 20mila euro per ticket e canoni non pagati. Debiti di minor conto vi sarebbero verso alcuni professionisti e verso alcuni collaboratori della società. A queste cifre si devono aggiungere i versamenti di imposta e quelli delle ritenute che sono maturati nei primi mesi del 2015. 

IL NUOVO ASSETTO SOCIETARIO - Non deve essere stato semplice trovare una persona disposta ad acquisire il 98 per cento di quote del Città di Brindisi detenuto fino allo scorso 25 giugno dall’ex proprietario Vito Morisco (travolto dall’inchiesta Dirty soccer insieme al precedente proprietario, Antonio Flora, all’ex vicepresidente, Giorgio Flora, e all’ex consulente di mercato, Savino Daleno). Dalla visura depositata presso la Camera di commercio, aggiornata nella giornata di ieri (30 giugno) con la pratica riguardante il passaggio di quote (suggellato in uno studio notarile del Bari), emerge che il nuovo proprietario della Ssd Calcio città di Brindisi è il brindisino Domenico Solazzo, 37 anni, arrestato in flagranza di reato nel febbraio del 2014 per spaccio di droga. Il passaggio di quote è stato fatto al costo simbolico di un euro. Dalla visura emerge che il valore delle quote detenute da Solazzo è pari a 58mila 605 euro. Il restante 2 per cento, nelle mani di Stefano Casale dal 2013, ha un valore di 1196 euro. 

Dall’atto acquisito presso l’ente camerale emerge inoltre che l’amministratore unico della società è tuttora Vito Morisco. Da quanto appreso, nei prossimi giorni si dovrebbe riunire l’assemblea dei soci del Brindisi per nominare un nuovo amministratore. Ma se questo passaggio non verrà effettuato entro il fatidico termine del 10 luglio, sarà Morisco a mettere la firma sulla richiesta di iscrizione al campionato. 

Anche su questo fronte è stato ostentato grande ottimismo dai collaboratori della società, i quali hanno nominato come referente il responsabile del settore giovanile Gilberto Niccoli, e dal legale dell’associazione PerBrindisi. Con ogni probabilità (in attesa che l’assemblea dei soci della PerBrindisi prevista per il 6 luglio decida se sostenere il Città di Brindisi con il gruzzoletto di quasi 10mila euro fin qui raccolto), la somma per far fronte alla tassa di iscrizione e alla rata Iva del trimestre gennaio-marzo, di circa 3mila euro, verrà reperita. Ma dopo arriverà il difficile. 

La vera sfida sarà infatti trovare un gruppo di investitori disposti a rilevare una società sulla quale pende la spada di Damocle della giustizia sportiva e con una situazione debitoria che comunque (pur tenendo conto di eventuali transazioni e rateizzazioni) non è da prendere sotto gamba. L’auspicio di tutti, ovviamente, è che si riesca a salvare il titolo e si dia continuità al percorso intrapreso dal Città di Brindisi senza dover ricorrere all’avventuriero di turno o a persone mosse da interessi poco cristallini, come troppo spesso è accaduto nell’ultimo ventennio. 

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