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Città di Brindisi, De Finis scrive addio

BRINDISI - Con un lunga lettera, l'imprenditore alberghiero Annino De Finis lascia l'incario di vice presidente del Città di Brindisi e la stessa compagine sociale. De Finis lascia perchè non vi è spazio per la realizzazione del progetto che gli stava a cuore, afferma.

BRINDISI - Con un lunga lettera, l'imprenditore alberghiero Annino De Finis lascia l'incario di vice presidente del Città di Brindisi e la stessa compagine sociale. De Finis lascia perchè non vi è spazio per la realizzazione del progetto che gli stava a cuore, afferma.

"Cari Amici, con grande amarezza rassegno le mie dimissioni da Vice Presidente della società Citta di Brindisi e da componente del Consiglio di Amministrazione. Cedo a valore zero le mie quote della predetta società al socio Giuseppe Roma e/o a chiunque voglia subentrare al mio posto nella società suddetta nell’interesse del calcio brindisino.  Invito pertanto il Presidente Roma a decidere se assumere in proprio dette quote o a conferirle a terzi, di mio gradimento, fissando con cortese urgenza la data presso il notaio Braccio per il passaggio delle quote e la contestuale cancellazione del mio nominativo dal libro soci .

Al fine di evitare qualsiasi interpretazione distorta alle motivazioni delle mie dimissioni , preciso quanto segue: quando  venni contattato per entrare nel gruppo di imprenditori per organizzare la rinascita del calcio brindisino dopo il doloroso fallimento , chiarii a tutti che vi era la mia disponibilità a condizione che si fosse riusciti immediatamente ad ottenere almeno un ripescaggio in serie D e non l’Eccellenza, che era già stata deliberata dagli organismi centrali. Con caparbietà e tanta fatica si è ottenuta la iscrizione alla serie D , spendendo anche il mio nome in Lega.

Si è subito concordato di effettuare un campionato di transizione, con l’unico obbiettivo di raggiungere i play off per poi, avere tutto il tempo per organizzare una società che, forte dell’entusiasmo, potesse puntare immediatamente ad un ripescaggio oppure ad un campionato di vertice, al fine di rientrare subito tra i professionisti, aspirazione di tutta la città.

Nonostante un campionato pieno di manovre sottobanco, contestazioni prive di fondamento, e dopo aver vissuto per un intero campionato maldicenze, offese, e minacce di ogni genere, si è dovuto procedere alla ricostruzione della squadra nel mese di dicembre in una atmosfera di guerra. Imposi l’arrivo di mister Maiuri e del suo staff e grazie anche a loro si è potuto raggiungere l’obbiettivo che ci eravamo prefissati , quello dei tanto sospirati play off. Permettetemi a tal riguardo di ringraziare il mister Maiuri per il grande girone di ritorno fatto .

Occorreva ora passare alla fase successiva, organizzare la società, tentare il ripescaggio, presentarsi con un organigramma di prestigio. La mia posizione era e resta quella di confermare l’ottimo Maiuri, l’allenatore che vince va confermato. Al fine di superare preconcetti di un socio con mania di protagonismo, in alternativa a Maiuri avevo contattato Karel Zeman  e Miggiano, mentre ho avuto tre incontri con un caro amico esperto di calcio ed a voi noto, Romualdo Corvino, per avere dei suggerimenti e dei consigli “a titolo gratuito".

Di tutto ciò ho sempre informato il Presidente Roma. Insomma puntavo a presentare un organigramma da corazzata per rinforzare la fiducia della tifoseria e l’immagine in Lega ed in Federazione. Ma a questo punto il socio Galluzzo  ed un giornalista a voi tutti noto hanno cominciato una campagna pubblicitaria “pro Francioso" nel rispetto della brindisinità, della economia, additandomi come colui il quale è contro Francioso, con continui articoli contro la mia persona .

Personalmente non conosco il sig. Francioso se non per averlo intravisto unitamente all’ex presidente Quarta, durante le grandi manovre di novembre, dove il Brindisi ha perso ben sette punti, creando anche notevole tensione in società. Ma ciò che mi ha colpito maggiormente è la decisione, non so di chi, di ridimensionare tutti i programmi, tanto Brindisi ha già la serie A di pallacanestro ed è giusto che si accontenti di vivacchiare in serie D con il calcio .

Mi auguro che i tifosi lo comprendano, ma io non condivido questa tesi. Il calcio resta il più bello sport del mondo. E nel calcio, le promesse si mantengono. A questo punto è opportuno che io faccia un passo indietro, non è giusto che continui ad importunare i vari Corvino, Maiuri, Zeman, non è giusto che vada a pietire in Lega ed in Federazione perché per fare una squadra che deve  sopravvivere in serie D basta pescare localmente.

E’ giusto così, e non voglio fare polemiche , ben vengano i tecnici brindisini, gli atleti brindisini, i  ragazzini brindisini, sicuramente si risparmieranno tanti soldi. Ed inoltre si salva la brindisinità. Anche io circa 45 anni fa organizzavo la squadra in questo modo , ma si trattava della squadra parrocchiale “Juventus San Michele" di Foggia. Permettetemi però di dire che tutto ciò serve solo a prendere nuovamente in giro la tifoseria che, dopo tanto penare spera di rivivere giorni di gloria .

Tutto ciò non mi vede interessato, non ho mai presi in giro nessuno, e poiché il mio contributo non solo economico,  ma anche di immagine e permettetemi di prestigio,  non è più necessario, e poiché non ho interessi reconditi, ringrazio, saluto e resto a casa. Qualcuno pensa che basta aver tirato due calci ad un pallone oltre 40 anni fa per ergersi a dirigente di una società di calcio. Sono curioso di vedere questa nuova avventura quanto durerà. Povero Brindisi.

Ai tifosi, ai quali ho voluto bene, anche se forse non mi hanno capito, dico solo che ho cercato di creare una società seria e con un programma che ci portava velocemente tra i professionisti, ma non vi sono riuscito, e di ciò vi chiedo scusa, ma non è dipeso da me !Però non voglio prendervi in giro. A coloro i quali saranno impegnati nel Brindisi auguro ogni bene. Senza rancore. Nel calcio non si porta rancore per nessuno. Il Brindisi rimarrà sempre nel mio cuore e continuerò a seguirlo anche se da esterno".

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