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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Famiglia ed Eurolega. I sogni di Valentina Siccardi

BRINDISI - Brindisi città del basket. Brindisi che “sforna” donne vincenti nel mondo dello sport. Chi non conosce i successi di Flavia Pennetta? Ma anche nel mondo del basket c’è una brindisina che si distingue e sta ottenendo grandi risultati. Valentina Siccardi, brindisina doc, giocatrice del Cras Taranto, quest’anno ha conquistato il suo secondo titolo di campionessa d’Italia. Due scudetti cuciti sulla maglia non è sicuramente cosa da tutti. Ma l’umiltà è una dote fondamentale per ottenere dei risultati e nonostante ciò che le sta accadendo, Valentina è rimasta una ragazza semplice e timida.

BRINDISI - Brindisi città del basket. Brindisi che “sforna” donne vincenti nel mondo dello sport. Chi non conosce i successi di  Flavia Pennetta? Ma anche nel mondo del basket c’è una brindisina che si distingue e sta ottenendo grandi risultati. Valentina Siccardi, brindisina doc, giocatrice del Cras Taranto, quest’anno ha conquistato il suo secondo titolo di campionessa d’Italia. Due scudetti cuciti sulla maglia non è sicuramente cosa da tutti. Ma l’umiltà è una dote fondamentale per ottenere dei risultati e nonostante ciò che le sta accadendo, Valentina è rimasta una ragazza semplice e timida.

Valentina, come mai la scelta del basket?

"Come spesso accade quando sei bambina e ti vedono alta, cercano di portarti al basket o alla pallavolo. Nascendo in una città come Brindisi dove si mangia pane e pallacanestro, l’indirizzo che ho avuto è stato ovviamente sulla palla a spicchi".

A quanti anni hai cominciato a giocare e per quale società?

"Di solito si inizia molto piccoli a praticare uno sport. Io invece ho cominciato a 12 anni nella Soc. Futura e la mia prima allenatrice è stata Annarita Pagliara. Con loro ho partecipato a tutti i campionati giovanili. Nel 1999 la bellissima esperienza di fare una finale nazionale e vincere lo “scudettino” per la categoria Cadette. Poi l’inserimento nella squadra di serie B".

Cosa ha ha fatto scattare dentro di te il pensiero di provare a diventare una “giocatrice" ?

"Sono sempre stata molto legata alla mia famiglia, alle mie amicizie, quindi il pensiero di allontanarmi non la vedevo come una decisione che potessi prendere facilmente, ma dopo aver vinto il titolo Cadette è arrivata la prima convocazione nella nazionale giovanile ed in quel momento ho sentito dentro di me che forse era arrivata l’ora di provare a fare questo salto".

Avevi squadre di A1 che ti richiedevano. Tu hai scelto Viterbo che all’epoca militava in A2. Come mai?

"In quel momento era l’unica squadra che lavora molto sulle giovanili e faceva un campionato più tranquillo. Ho pensato di fare le cose per gradi, continuando a giocare i miei campionati di competenza e la serie A2 mi poteva dare la possibilità di crescere senza il pericolo di bruciare l’opportunità che la mia famiglia mi stava dando".

Come è stato il primo impatto lontano da casa?

"All’inizio la nostalgia di tutto ciò che avevo lasciato è stata forte, ma nella società e nella città di Viterbo ho incontrato delle persone che mi hanno trattata come una figlia. Ho avuto la fortuna di trovare “una seconda famiglia” che mi ha aiutato a crescere al meglio come donna e come atleta tanto da decidere di rimanere nella città laziale per ben 10 anni".

Qual è l’allenatore che ti ha lasciato di più tra quelli che hai avuto?

"Nessuno in particolare e tutti. Ognuno di loro mi ha dato qualcosa di importante da aggiungere al mio bagaglio tecnico e formativo. Tenendo conto che sono ancora giovane, sicuramente chi incontrerò continuerà a trasferirmi ancora qualcosa di importante".

Nel tuo percorso anche l’incontro con la Nazionale cominciando da quella giovanile partecipando a varie qualificazioni per i Campionati Europei. Poi a 21 anni la prima convocazione nella Nazionale Maggiore. Che sensazione hai provato in quel momento?

"Sicuramente una felicità immensa. Penso che vestire la maglia azzurra per chiunque faccia dello sport, sia la cosa più bella ed emozionante. Entrare in campo e sapere di rappresentare la tua nazione dà delle sensazioni difficili da esprimere. Posso solo dire che ti sembra di essere in un sogno e speri che nessuno venga a svegliarti!".

L’anno scorso la decisione di tornare nella tua regione per giocare a Taranto. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?

"Sono andata via da Brindisi per fare esperienza e crescere come atleta. Passati dieci anni, l’anno scorso ho avuto l’opportunità di entrare a fare parte di una società che aveva delle grosse ambizioni e puntava a riportare lo scudetto in Puglia. Poter giocare vicino casa e provare a vincere qualcosa non mi è sembrato vero. Perciò con molta felicità ho accettato l’offerta di Taranto".

Scelta più azzeccata non potevi fare. Due scudetti in due anni ed il secondo con il ruolo di capitana. Sono state due emozioni fortissime ma diverse fra di loro?

"Vincere il massimo campionato per la prima volta nella vita e per giunta non sapendo se mai ti ricapiterà, è adrenalinico. Tutto quello che ti passa per la testa è indescrivibile. Poterlo fare una seconda volta, nel ruolo di capitana e a differenza dello scorso anno – conquistato sul campo di Venezia – ottenerlo sul proprio campo davanti a tutti i nostri tifosi e nella mia terra, davanti a tanti brindisini venuti a vedere la partita, è una sensazione che mai si potrà cancellare dai miei occhi e dal mio cuore".

E proprio in Puglia e nella tua Brindisi c’è stata la promozione in Lega A dell’Enel Basket. Un pensiero da tifosa.

"Quando ho potuto sono sempre venuta a vedere le loro partite ed appena ho saputo della promozione sono stata molto felice per tutti i brindisini che aspettavano da moltissimi anni questo risultato. Penso che proprio loro e tutta la città di Brindisi, meritino una squadra che milita nel massimo campionato".

Anche la Futura, tua società di origine, pare che abbia dei progetti ambiziosi per il futuro.

"Ho seguito e so che quest’anno, pur neo promosse, hanno disputato un ottimo campionato. E’ una società che lavora sul progetto femminile da parecchi anni. Sarei molto contenta se si riuscisse a portare la pallacanestro femminile brindisina a livelli più alti e chissà, magari un domani potrei pensare di tornare a giocare nella mia città".

Parlando con la Valentina donna:sei fidanzata con un ragazzo di Viterbo. Quanto è difficile conciliare la vita sportiva con quella privata?

" Sicuramente questi due anni a Taranto sono stati molto impegnativi anche perché ci hanno viste divise su due fronti: campionato e coppa quindi tempo per muovermi non ne ho avuto tantissimo. Ho la fortuna però di avere affianco a me una persona che capisce le mie problematiche e che appena può viene a trovarmi".

Hai progetti personali a breve termine?

"Sinceramente ancora niente di imminente. Nel mio futuro c’è sicuramente l’idea di una famiglia, ma per il momento penso sia ancora presto".

E per quanto riguarda la tua scelta cestistica per l’anno prossimo?

"Ho un altro anno di contratto con il Cras, ma a prescindere da questo sono molto contenta di avere la possibilità di poter continuare a giocare in una società vincente e così bene organizzata".

Dai un consiglio a tutte quelle ragazze che giocano e magari sognano di diventare come Valentina.

"Penso che la cosa più importante sia non arrendersi mai, capire che le difficoltà fanno parte della vita ed avere sempre la forza di andare avanti. Anche perché i sogni che tutti abbiamo prima o poi possono realizzarsi".

A proposito di sogni: qual è il tuo sogno nel cassetto ?

"Il mio sogno nel cassetto era vincere lo scudetto. L'ho vinto ben due volte. Quindi adesso è partecipare ad una competizione seria con la Nazionale e puntare col Taranto a vincere l’Eurolega...chiedo troppo???".

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